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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

Il sito ha qualche problema, ci scusiamo per i disagi causati ai lettori, speriamo di risolvere presto!

 

Nel frattempo potrete essere agevolati se lo visitate con il Browser Mozilla Firefox

  GRAZIE PER LA PAZIENZA!
 

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Il Coordinamento dei Comitati della Piana dedica questo sito a beneficio di tutti i cittadini interessati.

 
 
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Sorella Acqua PDF Stampa E-mail
Scritto da bolina   
lunedì 09 novembre 2009

FIRMA L'APPELLO
CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L'ACQUA”
IL GOVERNO PRIVATIZZA L’ ACQUA !

http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133

...E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi
insieme all’aria!

...Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché
‘sorella acqua’ , fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come diritto
fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato.


http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133
Napoli, 8 novembre 2009
IL DENARO ‘PESA’ PIU’ DELL’ACQUA!

E’ stato uno shock per me sentire che il Senato , il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua. Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a gara , entro il 31 dicembre 2010. Quella Legge è stata approvata il 6
agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici, prevedendo:
a) L’affidamento della gestione dei servizi idrici a favore di imprenditori o di società, anche a partecipazione mista (pubblico-privata) , con capitale privato non inferiore al 40%;
b) Cessazione degli affidamenti ‘in house’ a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011.
Questo decreto è passato in Senato per essere trasformato in legge. Il PD , che è sempre stato piuttosto favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha proposto nella persona del senatore Bubbico, un emendamento-compromesso:l’acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubblica. Questa proposta , fatta solo per salvarsi la
faccia , passa con un voto bipartisan! Ma la maggioranza vota per la privatizzazione dell’acqua. L’opposizione (PD e IDV), vota contro il decreto-legge.
E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi insieme all’aria! E’ la capitolazione del potere politico ai potentati economico-finanziari. La politica è finita!E’ il trionfo del Mercato, del profitto. E’ la fine della democrazia.
”Se la Camera dei Deputati- ha detto correttamente il Forum dei movimenti dell’acqua –non ribalterà il misfatto del Senato, si sarà celebrata la delegittimazione delle Istituzioni.”
Per questo dobbiamo denunciare con forza:
- il governo Berlusconi che , con questo voto al Senato, ora privatizza tutti i rubinetti d’Italia. “Questo decreto segna un passaggio cruciale per la cultura civile del nostro paese e per la sua Costituzione- scrivono Molinari e Lembo del Contratto Mondiale dell’Acqua. I Comuni e le Regioni vengono espropriati da funzioni proprie con un vero attentato alla
democrazia.”
-il partito di opposizione , il PD, che continua a nicchiare sulla privatizzazione dell’acqua (sappiamo che il nuovo segretario Bersani è stato sempre a favore della privatizzazione).
- ed infine tutta l’opposizione, per non aver portato un problema così grave all’attenzione dell’opinione pubblica.
Per questo rivolgiamo un appello a tutti i partiti perché ritirino questo decreto o tolgano l’acqua dal decreto.
E questo devono farlo adesso che il decreto legge passa alla discussione nella Camera dei Deputati. Si parla che il decreto potrebbe essere votato il 16 novembre.
E ai partiti di opposizione chiediamo che dichiarino ufficialmente la loro posizione tramite il loro segretario nazionale e diano mandato al partito di mobilitarsi su tutto il territorio nazionale.
E chiediamo altresì , ai partiti di opposizione di riportare in aula la
Legge di iniziativa popolare che ha ottenuto nel 2007 400.000 firme ed ora
dorme nella Commissione Ambiente della Camera.
Chiediamo alle Regioni di:
-impugnare la costituzionalità dell’articolo 15 del decreto Fitto-Calderoli;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico.
Chiediamo ai Comuni di:
-Indire Consigli Comunali monotematici sull’acqua;
-dichiarare l’acqua bene di non rilevanza economica;
-fare la scelta dell’Azienda Pubblica speciale per la gestione delle proprie
acque. Questa opzione ,a detta di molti avvocati e giuristi, è possibile
anche con l’attuale legislazione . Si tratta praticamente di ritornare alle
vecchie municipalizzate.
Chiediamo ai sindacati di :
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua tramite i propri segretari
nazionali;
-mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua.
Chiediamo infine alla Conferenza Episcopale Italiana(CEI) di :
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano , come ha fatto il Papa
Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate dove parla “dell’accesso
all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza
distinzioni né discriminazioni”(n.27);
-protestare , in nome della vita, come afferma il Papa nell’enciclica,contro
la legge che privatizza l’acqua;
-chiedere alle comunità parrocchiali di organizzarsi sia per informarsi sia
per fare pressione a tutti i livelli, perché l’acqua non diventi merce.
Infatti l’acqua è sacra, l’acqua è vita, l’acqua è un diritto fondamentale
umano. Questo bisogna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in
cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di perdere i ghiacciai e
i nevai, e quindi buona parte delle nostre fonti idriche. E lo ripetiamo con
forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove
l’acqua deve essere discussa come argomento fondamentale legato al clima.
Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché
‘sorella acqua’ , fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come diritto
fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato.
Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi , ma
soprattutto per i poveri del Sud del mondo che la pagheranno con milioni di
morti per sete.

Alex Zanotelli

__._,_.___
Commenti (5) >> feed
una riflessione..
scritto da ***, novembre 18, 2009

(Vi inoltro questa riflessione)
-----------------
PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA:IL GOVERNO PONE LA FIDUCIA
S F I D U C I A M O L O, PER VOLONTA’ POPOLARE !

Alla Camera, il governo pone oggi 18 novembre la fiducia sul decreto che privatizza le gestioni dell’acqua, dei rifiuti, del trasporto pubblico locale.
Il governo Berlusconi deve ricorrere a questo diktat – nel tempo del suo fallimento , stante la crisi interna al PDL e le minacce di tornare a votare- per via che , soprattutto per l’acqua , c’è il rischio che il governo vada sotto o che si voti qualche emendamento che riporterebbe il decreto al Senato, dove potrebbe subire lo smacco della decadenza, scade il 25 novembre !Pensate a quali e tali interessi economico-finanziari si celano dietro la privatizzazione dell’acqua,l’affare è gigantesco - introiti bollette x 6 miliardi di euro/anno , 60
miliardi di investimenti nei prossimi 30 anni - una montagna di business , così da premere per la massima accelerazione del voto “ costi quel che costi”(in tempi e governi “ normali”, il decreto poteva essere reiterato e la “dialettica parlamentare “formalmente rispettata).
Questo ordinano le multinazionali del settore ( Veolia, Suez, Brectel,
British Power,….) a cui fanno da sponda le multiutilities “ nostrane” – Acea,A2A,Hera,Iride,Enia,….- impaccate di debiti ma pronte ad altre scalate-incorporazioni-quotazione in borsa , a scapito degli utenti (aumento bollette , razionamento,penuria di servizio), della qualità dell’acqua ( potabilità sempre più chimica, danni alla salute,smercio di acque “ minerali”), della democrazia-sovranità del bene comune (cittadini e Enti Locali espropriati del
potere di indirizzo-controllo : l’acqua divenuta merce/in mano ai privati risponde solo al Consiglio di Amministrazione dell’Azienda spa).

Quella che si celebra oggi in Parlamento è la pagina più nera della storia repubblicana : si privatizza un “ bene umano universale” , che né l’Impero Romano, né lo Stato Pontificio, nè il regime fascista avevano osato intangere !C’è di che interrogarsi sullo stato della democrazia in Italia . Così da
sollecitare la cittadinanza alla riflessione e all’azione, per risanare e ristabilire la convivenza-giustizia sociale così profondamente vilipese e lacerate.
C’è da porre in atto quello che i Costituenti intesero a premessa della
Costituzione , ovvero il “Diritto di Resistenza “ nei confronti di Parlamento,
Governo,Presidente della Repubblica , “ancorché eletti con voto democratico e
popolare , possano debordare dai loro compiti e sovvertire i principi
Costituzionali , per trasformarsi in forme autoritarie e dittatoriali”( i Costituenti , avevano presenti i crimini ,le mostruosità e i disastri ,
provocati da fascismo e nazismo saliti al potere con voto popolare, per
impedire il ripetersi della tragedia della democrazia invocando il Diritto di
Resistenza –l’uso di ogni mezzo necessario – per abbattere autocrazia e
tirannide ).

La ferita sull’acqua è di quelle che non si rimarginano facilmente . Occorre
una mobilitazione generale per farla finita con questo governo , per cancellare
questa sequela di leggi profittuali e liberticide , per inaugurare una stagione
di partecipazione ed equità sociale.

Intanto, va fatto appello all’intera cittadinanza per mettere in atto il
boicottaggio contro il decreto . Osteggiando praticamente la privatizzazione
dell’acqua e degli altri beni comuni .
Sollecitando le Regioni ad impugnare la legge davanti la Corte Costituzionale
.
Gli Enti Locali ha modificare gli Statuti , inserendo la clausola vincolante
sull’acqua “ bene comune universale , la cui gestione è priva di rilevanza
economica e fini di lucro”.
PREPARIAMO LA DISCESA IN CAMPO DEL “POPOLO DELL’ACQUA”
LA SFIDA DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA RIPARTE DALL’ACQUA , DALLA TUTELA DEI
BENI COMUNI , DAL RIFIUTO DELLE “ GRANDI OPERE”.

Roma 18 novembre 2009 Vincenzo Miliucci

Riprendiamoci l'acqua e la democrazia
scritto da msirca, novembre 22, 2009

RIPRENDIAMOCI L'ACQUA E LA DEMOCRAZIA

Avevano studiato tutto per bene. La privatizzazione dell'acqua inserita in un decreto legge che nulla aveva a che fare con la stessa, il provvedimento tenuto sotto silenzio, le veline dei grandi mass media amici dei poteri forti e il consueto immobilismo delle opposizioni parlamentari.

Ma improvvisamente il giocattolo si è rotto : diverse migliaia di email hanno inceppato i computer di deputati e senatori, oltre cinquantamila firme raccolte in pochi giorni sono state consegnate alla Presidenza della Camera, un presidio numeroso e colorato ha inondato Montecitorio e diverse decine di iniziative sono state organizzate in tutti i territori del Paese.

E la campagna "Salva l'Acqua" promossa dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua ha fatto precipitare il loro castello di carte : tutti hanno dovuto prendere atto della gravità della norma che si andava approvando e hanno dovuto prendere posizione (e perfino le opposizioni sono uscite dal letargo).

Sintomatica "La Repubblica", costretta a passare dall'incredibile editoriale di Giannini del 9 novembre scorso ("La riforma dei servizi pubblici locali è l'unica cosa buona fatta dal Governo") a quello di Rumiz di ieri ( "Con l'art. 15 siamo costretti a rinunciare ad un pezzo della nostra sovranità").

Ed eccoli, Governo e Presidente del Consiglio "migliore degli ultimi 150 anni" costretti a chiedere la fiducia, perchè consapevoli di non averla; costretti a chiudere le finestre del Palazzo per non ascoltare la società che preme di fuori.

Hanno deciso di consegnare l'acqua ai privati e alle multinazionali, hanno consapevolmente ignorato una legge d'iniziativa popolare, firmata da oltre 400.000 cittadini, che giace nei loro cassetti dal luglio 2007, hanno ascoltato le sirene di Confindustria, ignorando la forte sensibilità sociale e la diffusa consapevolezza popolare sull'acqua come bene comune e diritto umano universale.

Ma la battaglia per l'acqua pubblica è appena cominciata e chi usa la forza e l'arroganza sa che non può far altro che rendere evidente la propria mediocre debolezza.

Chiederemo a tutte le Regioni di seguire l'esempio della Puglia e di impugnare per incostituzionalità la nuova legge.

Promuoveremo in tutti i Comuni delibere d'iniziativa popolare per inserire negli Statuti il principio dell'acqua bene comune e diritto umano universale e la definizione del servizio idrico come "privo di rilevanza economica", sottraendolo così alla legislazione nazionale (diverse decine lo hanno già fatto, tra gli altri Caserta, Napoli, Venezia e Ferrara).

Chiederemo ai 64 ATO, oggi affidati a SpA a totale capitale pubblico e dunque a rischio di finire nelle mani dei privati, di scegliere la loro trasformazione in enti di diritto pubblico, gestiti con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali, così come si appresta a fare l'Acquedotto Pugliese, il più grande d'Europa.

E chiameremo tutte e tutti ad una grande manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell'acqua e la difesa dei beni comuni per sabato 20 marzo, in occasione della giornata mondiale dell'acqua e ad una settimana dalle elezioni regionali.

E se la discussione che promuoveremo, ampia diffusa e partecipata com' è sempre stata nelle pratiche del movimento per l'acqua, la riterrà opportuna, valuteremo l'ipotesi di indire un referendum.

Perchè si scrive acqua, ma si legge democrazia.

E non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare né all'una nè all'altra.

Marco Bersani
attac italia

ricevo e inoltro un'altra riflessione "Ripartiamo dalla Commissione Rodotà"
scritto da msirca, novembre 24, 2009

Ricordate che ci saranno le elezioni regionali e chiedetetevi se esiste ancora il voto utile e se volete darlo ai privatizzatori di sinistra o centro sinistra o centro a sinistra della destra. Bè avete capito che parlo del PD.
Se siete di destra.. bè, non avete certo bisogno di consigli mancando: o una coscienza civica, in realtà smarrita anche a sinistra centro sininistra ecc..., o avendone una anche troppo ferreamente orientata dai privati interessi.
In questo secondo caso ricordo che la parola "idiota" significa secondo la corretta etimologia "persona detita al proprio", nel senso di interesse privato, (quindi il tiolo lo intendo e lo attribuisco come puramente discrittivo e svincolato dall'uso valoriale corrente. Per chi avesse dubbi sul significato vedere la disquisizione in materia di Bertrand Russel ne "la saggezza dell' occidente")
Saluti
g.
attac

Il decreto Ronchi
L'ultimo grande saccheggio del patrimonio pubblico e dei beni comuni

Invito
a costituire un comitato "Beni comuni" per la raccolta delle 500.000 firme necessarie per porre il quesito referendario
Alberto Lucarelli

Il 18 novembre, mentre alla Camera dei Deputati si approvava, con l'ignobile ricorso alla fiducia, il decreto Ronchi, che all'art. 15 avvia un processo di dismissione della proprietà pubblica e delle relative infrastrutture, ovvero un percorso di smantellamento del ruolo del soggetto pubblico che non sembra avere eguali in Europa; nella Sala Nassirya di Palazzo Madama, Stefano Rodotà, presidente della Commissione per la riforma dei beni pubblici, presentava alla stampa il disegno di legge delega di riforma della disciplina codicistica dei beni comuni.
Potrei ancora aggiungere che la settimana precedente il Presidente della Regione Puglia Niki Vendola aveva nominato una commissione di studio con l'incarico di redigere un disegno di legge regionale per trasformare l'Acquedotto pugliese s.p.a. in ente pubblico regionale, affidandogli la gestione delle reti e del servizio idrico integrato.
Segnali contrastanti dunque e segnali di resistenza verso un governo che proseguendo nell'attività dei precedenti esecutivi, anche di centro-sinistra, ha in mente un progetto rozzo, ma chiaro: la svendita del patrimonio pubblico, la volontà di fare affari attraverso lo sfruttamento dei beni comuni, ovvero quei beni di appartenenza collettiva, tra i quali ovviamente spicca l'acqua. L'ultimo grande bottino, l'ultimo grande saccheggio. Cosa resterà da vendere dopo il saccheggio dei beni comuni, se non le proprie coscienze?
Mentre il testo della Commissione Rodotà finalmente inizia il suo percorso legislativo, pur fra mille ostacoli e trabocchetti, con il chiaro e trasparente obiettivo di valorizzare le ricchezze pubbliche essenziali quali le risorse naturali, l'acqua, le grandi infrastrutture, i beni funzionali all'erogazione del welfare e la proprietà pubblica immateriale, il decreto Ronchi diventa legge collocando tutti i servizi pubblici essenziali locali sul mercato, sottoponendoli alle regole della concorrenza e del profitto, espropriando il soggetto pubblico e quindi i cittadini dei propri beni faticosamente realizzati negli anni sulla base della fiscalità generale.
Mentre Vendola, guardandosi intorno, ha visto come negli ultimi anni le gestioni private dell'acqua avessero determinato un aumento delle bollette del 61% ed una riduzione drastica degli investimenti per la modernizzazione degli acquedotti, della rete fognaria, degli impianti di depurazione, il governo e la sua maggioranza di peones approva una legge che, imponendo la svendita forzata del patrimonio pubblico e l'ingresso dei privati, alimenterà anche sacche di malaffare e fenomeni malavitosi facilmente riconducibili alla camorra, alla ndrangheta, alla mafia.
La malavita già da tempo ha compreso il grande business dei sevizi pubblici locali, si pensi alla gestione dei rifiuti, e la grande possibilità di gestirli in regime di monopolio. La criminalità organizzata dispone di liquidità che come è noto ambiscono ad essere "ripulite" attraverso attività d'impresa.
Per chi conquisterà fette di mercato, l'affare è garantito. Infatti, trattandosi di monopoli naturali, l'esito della legge sarà quello di passare da monopoli-oligopoli pubblici a monopoli-oligopoli privati, assoggettando il servizio non più alle clausole di certezza dei servizi delineati dall'Unione Europea, ma alla copertura dei costi ed al raggiungimento del massimo dei profitti nel minor tempo possibile.
Le due grandi multinazionali Suez e Veolia sono pronte al grande ultimo assalto, si "leccano già i baffi", ma anche per le utility di derivazione comunale oggi quotate a piazza Affari, il decreto Ronchi potrà rappresentare a danno dei cittadini, ma io aggiungerei dell'ambiente, della salute e non da ultimo dell'occupazione, una grande occasione da non perdere.
Francamente, viene da sorridere quando si leggono alcune affermazioni di c.d. "tecnici terzisti" , quali quelle espresse da Roberto Passino, attuale Presidente del Co.vi.ri. (commissione per la vigilanza delle risorse idriche) il quale, in merito all'acqua, al Sole 24 ore di giovedì 19 novembre, ha dichiarato che poca conta se il gestore sia una spa controllata dal pubblico o dal privato, conta che tutte le leggi confermino da anni l'acqua come bene pubblico, che gli impianti idrici sono tutti di proprietà pubblica, che l'organismo di controllo è pubblico e che la formazione delle tariffe è in mano pubbliche.
O chi parla vive sulla Luna, o le sue frasi sono impregnate di ipocrisia.. Anche studenti del primo anno di economia sanno bene che tra proprietà formale del bene e delle infrastrutture e gestione effettiva del servizio vi è una tale asimmetria d'informazioni, al punto da far parlare di proprietà formale e proprietà sostanziale, ovvero il proprietario reale è colui che gestisce il bene ed eroga il servizio.
Sappiamo bene qual'e la debolezza dei controlli e la loro pressocchè inesistenza ad incidere sulla governance della società, sappiamo bene quanto è debole e ricattabile politicamente, e non solo, tutta la dimensione tecnocratica delle autorità di regolazione. Ma soprattutto sappiamo bene che il governo e il controllo pubblico diventano pressocché nulli nel momento in cui ci si trova dinanzi a forme giuridiche societarie di diritto privato, regolate dal diritto commerciale.
Si abbandonino dunque una volta per tutte queste ipocrisie che ruotano intorno alle false dicotomie pubblico-privato, proprietà-gestione e si affermi una volta per tutte che un bene è pubblico se è gestito da un soggetto pubblico nell'interesse esclusivo della collettività, e che gli eventuali utili devono essere rinvestiti nel servizio pubblico o eventualmente in altre attività dal forte impatto sociale, ricadenti nel territorio.
E allora diciamolo chiaramente le false liberalizzazioni determineranno una crescita dei prezzi delle commodities e dei beni e servizi annessi, così come un aumento dei prezzi finali dei servizi di pubblica utilità. Si configurerà un governo iniquo dei servizi pubblici essenziali, che inibirà la sua fruizione proprio a quella parte dei cittadini che ne avrebbe più bisogno. Una legge che colpisce al cuore dunque la nostra Costituzione ed in particolare i principi di eguaglianza e solidarietà.
E allora diciamolo senza falsi pudori, questa legge, attraverso la svendita di proprietà pubbliche, serve al governo "per far cassa", serve al governo per compensare i comuni dei tagli di risorse delineati in finanziaria.
È veramente triste pensare che i grandi principi ispiratori della nostra Carta costituzionale, che avevano negli anni posto le basi e legittimato il governo pubblico dell'economia, secondo una logica ed una prospettiva di tutela effettiva dei diritti fondamentali, finiscano mortificati da parte di un manipolo di pseudo-politici che per far cassa e per favorire qualche gruppo industriale straniero ed italiano gioca a fare il liberista, introducendo al contrario posizioni di rendita che saranno poi molto difficili da sradicare.
Si riparta dunque dalla commissione Rodotà dal suo preciso obiettivo di governare i beni pubblici e i beni comuni nell'interesse dei diritti fondamentali della persona e soprattutto nel rispetto dei principi costituzionali.
Parta subito la raccolta di firme per un referendum abrogativo di tale saccheggio, di tale progetto delinquenziale, partano subito tutte quelle iniziative che possano portare ad una sentenza di illegittimità costituzionale.
Si porti la questione nelle aule del Parlamento Europeo, nella precisa consapevolezza che nenche la Tatcher aveva osato arrivare a tanto, nel disprezzo dello Stato, dei beni comuni, dei diritti dei cittadini.

il post qua sopra...
scritto da msirca, novembre 24, 2009

Ho inserito il post qua sopra perchè gli ecodem (Ecologisti democratici, PD) di Siena in un Forum fiorentino "provocano" seriosamente i movimenti attivi sui beni comuni e l'ambiente, stuzzicandoli a preoccuparsi delle cose "per risolverle", si deduce che li preoccupi specialmente il loro personale particolare problema dell'Acqua a Siena.
Si dimenticano che in questi anni di battaglie per salvare l'acqua di tutti, l'aria di tutti, la terra di tutti, loro non c'erano, anzi forse erano dall'altre parte, sul fronte di Attila specialmente sui temi della gestione dei materiali post consumo, dell'uso del suolo, etc. e anche in parecchi, della privatizzazione dell'acqua. Seguirà questo comunicato degli ecodem (condivisibile ovviamente nelle linee generali se fosse una preoccupazione estesa a tutte le realtà e praticata coerentemente e non fosse invece una fullimmersion in NIMBY)

EcoDem Siena
scritto da msirca, novembre 24, 2009

Ricevo ed inoltro per verificare se queste ideee hanno spazio nel dibattito del FSF che a volte mi pare si chiuda in un parlare a se stessi, senza incidere sulla realtà.
Prendetelo come un contributo, senza preconcetti.

Associazione ecologisti democratici

CIRCOLO DI SIENA

COMUNICATO STAMPA


LA PREOCCUPAZIONE DEGLI ECODEM PER LE RICADUTE DELLE SCELTE DEL GOVERNO SUL TEMA DELL’ACQUA NELLA NOSTRA PROVINCIA


Il tema dell’acqua in provincia di Siena non è certo marginale.
Nel Chianti e in Val di Chiana la scarsità d’acqua nel periodo estivo è ormai una costante.
In varie zone pessima è la qualità di questo bene essenziale (si pensi a Rapolano)
Del resto la stessa città capoluogo è alimentata per l’80% dalle acque del Luco molto calcaree. Fortunatamente il restante 20% arriva dall’Amiata dalla sorgente del Vivo: un’acqua molto dolce questa che mescolata all’altra a Montarioso consente di migliorare leggermente le caratteristiche dell’acqua che beviamo in città.
Il progetto di collegamento, in parte già avviato, con l’invaso del Montedoglio (680 milioni di metri cubi, in provincia di Arezzo sul fiume Tevere) con tubature interamente nuove tra il depuratore di Foiano della Chiana e Montarioso, passando da Rapolano. dovrebbe risolvere il problema della qualità dell’acqua e di certe carenze idriche, anche se per il Chianti appare essenziale la creazioni di piccoli invasi, come quello ipotizzato sul torrente Arbia a Castelnuovo Berardenga.
In questa situazione gli Ecologisti Democratici si domandano:che succederà con la decisione del governo e del parlamento italiano che di fatto impone agli enti locali di affidare la gestione delle acque interamente in mano dei privati?
Chi farà gli investimenti necessari a risolvere i problemi del senese? Continueranno ad investire il pubblico e la Fondazione per poi lasciare a terzi il compito di una gestione fatta seguendo solo i criteri del profitto?
Il risultato quale sarà? Che i costi se li sobbarcherà il pubblico e i profitti andranno ai privati? Non ci sembra un buon criterio
Non vogliamo fare la difesa acritica degli Enti Pubblici di cui spesso le inefficienze sono sotto gli occhi di tutti, ma ancora una volta il governo da un lato si lancia ogni giorno in proclami di federalismo spinto e poi nella pratica, come già accaduto con la legge per il rilancio del nucleare, fa approvare norme al Parlamento in cui si espropriano Regioni ed enti locali di qualsiasi autonomia.
Si arriverà infatti all’assurdo, nell’ottica del federalismo, che le ATO (in sostanza i comuni) non saranno libere di scegliere a quale gestore affidare il servizio di erogazione dell’acqua, ma potranno mettere in gara solo imprese a capitale di maggioranza privato.
Ci domandiamo che fine farà quell’Acquedotto Pugliese società interamente pubblica e tra le prime in Italia esempio di efficienza in una regione tra l’altro dove di acqua non ce n’è.
E quando la maggioranza azionaria dell’Acquedotto del Fiora diventerà privata, potremo ancora ”indignarci” per un deposito cauzionale?
Nella fase poi in cui la Regione Toscana è impegnata nell’elaborazione di un “Patto per l’acqua” che dovrà definire le strategie per il futuro della nostra regione, riteniamo che ben più importante sia un altro problema più generale e squisitamente ambientale.
Si dovrebbe infatti finalmente passare dalla ‘gestione della domanda’ alla ‘pianificazione dell'offerta’, cioè superare l'attuale approccio per cui si sommano le richieste idriche (industriali, agricole, civili, spesso ampliate da scriteriate politiche edificative) e poi si cerca disperatamente di soddisfarle. Si dovrebbe invece partire dalla disponibilità idrica, bacino per bacino, e pianificare conseguentemente le attività, dando rilevanza a due aspetti quello del risparmio idrico e della manutenzione delle reti (perdite del 35 - 40% in provincia di Siena)
Ma anche rispetto a questo orientamento temiamo che la privatizzazione non potrà offrire alcuna garanzia, anzi quasi certamente aggraverà il problema.


Umberto Trezzi
Coordinatore Provinciale Ecologisti Democratici


Siena 21 novembre 2009


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Ultimo aggiornamento ( martedì 24 novembre 2009 )
 
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