Lottiamo per il giardino di tutti |
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Scritto da Redazione
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domenica 14 settembre 2008 |
http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=8993 Illegalità e veleni
Nicola Atalmi, 13 settembre 2008, 13:46 Controinformazione
Così si spiegano, in Veneto le discariche piene di rifiuti pericolosi che sversano veleni inquinando terra e acqua.
Avete presente il Puffo antipatico, quello sapientino?
Con un paio di giovani giornalisti facciamo una inchiesta sui rifiuti speciali in Veneto a partire dal dato che la nostra regione è la seconda in Italia (dopo la Campania) per reati di ambientali secondo il rapporto Ecomafie di Legambiente. Scava e scava viene fuori un dato incontrovertibile: la nostra Regione non ha un piano per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti speciali. Del resto l'assessore regionale all'ambiente Conta alle mie sollecitazioni risponde che non ci sono obblighi in materia e che non serve un piano perché il trattamento di tali rifiuti è a libero mercato. Allora faccio due cose.Recapito all'assessore le prove che altre regioni tale piano lo hanno redatto.
E contatto l'eurodeputato Guidoni (un comunista nello spazio) perché presenti una interpellanza urgente alla Commissione Europea per violazione delle norme europee in materia. E infatti?Il 22 luglio in Giunta regionale si decide in fretta e furia un incarico per aggiornare i dati del piano rifiuti (approvato solo dalla Giunta ed ancora in attesa dell'esame del Consiglio) che è fermo al 2000. L'altro ieri il Commissario europeo all'ambiente Stravos Dimas ha risposto a Guidoni dicendosi allarmato per la segnalazione e riferendo che ha chiesto al nostro Ministero per l'ambiente una relazione scritta in materia. Bene. Così si spiegano le discariche piene di rifiuti pericolosi nella nostra Regione che sversano veleni inquinando terra e acqua. Così si spiega la battuta del film Gomorra su dove vanno a finire gli scarti di Porto Marghera.
p.s. questa notizia la scrivo qui perché la stampa local non lha pubblicata. Troppo presi dal gossip, le ombrelonghe ed il ramadan.
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http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it//L_inquinamento_degli_ altri__il_ Carso_e_la__bassa__friulana__1925912.shtml
Riceviamo dall'associazione ambientalista transnazionale Greenaction International e pubblichiamo volentieri. Riportiamo inoltre una notizia relativa ad un intervento dei Carabinieri del N.O.E. su un caso di inquinamento nella pianura friulana, presso la zona delle risorgive, che potrebbe avere ripercussioni gravissime sugli ecosistemi e sulla salute pubblica.Gruppo d'Intervento GiuridicoCARSO TRIESTINO: INQUINAMENTO IPOGEOUNA GROTTA INQUINATA OGNI 1,65 CHILOMETRI QUADRATIIl Carso si trova a pagare un pesante tributo al disastro ambientale con cui negli ultimi decenni è stata devastata la piccola provincia di Trieste. Oltre alle tante ancora occultate discariche in superfice il lascito delle ecomafie, che in questo lembo dell'estremo nord est italiano hanno operato con forti coperture istituzionali, ha compromesso pesantemente l'ambiente ipogeo con le sue stupende grotte. Centoventotto (128) cavità carsiche risultano inquinate in quella che con i suoi 212 chilometri quadrati è la più piccola provincia italiana. Un rapporto impressionante: 1 grotta inquinata ogni 1,65 chilometri quadrati. Un vero record mondiale.
Le grotte sul Carso sono state utilizzate come comode discariche da quel vasto sistema di illegalità che ha agito impunito per decenni utilizzando Trieste come crocevia di ogni traffico illecito. Tra i rifiuti che sono stati fatti sparire nelle viscere della terra si annoverano, fanghi industriali, esplosivi, idrocarburi. E vista la presenza nella provincia di Trieste di misteriose società (sotto controllo dei "servizi speciali" di stato?) che negli anni ‘80 e ‘90 gestivano anche i rifiuti radioattivi non si può escludere che alcune cavità carsiche siano state impiegate per questi scopi.
Alcune grotte erano già utilizzate dagli anni ‘60 come discariche per olii esausti, nafte, idrocarburi. A seguito dell'attentato dell'organizzazione terroristica "Settembre Nero" alle cisterne dell'oleodotto transalpino nel 1972, in certe grotte vennero scaricati i residui tossici del petrolio fuoriuscito dalle cisterne e parte dei terreni contaminati. Queste operazioni avvenivano normalmente con l'avallo delle amministrazioni pubbliche e per le operazioni più delicate, come accaduto in altre grandi discariche realizzate a Trieste, con scorta delle forze dell'ordine.
Le dimensioni del disastro ambientale di Trieste sono tuttora sottovalutate come il ruolo che lo Stato italiano ha avuto in questa vicenda. In un certo periodo storico (quello della cortina di ferro) quando il Friuli Venezia Giulia rappresentava il confine della NATO con i paesi del Patto di Varsavia (la Jugoslavia anche se non allineata veniva considerata come avversario) portare il proprio inquinamento oltre confine era un modo per condurre una guerra non dichiarata. E' in questo brodo di coltura che a Trieste si è sviluppato lo speciale rapporto tra istituzioni e società particolari per la gestione dello smaltimento illecito dei rifiuti.
Ragione di Stato contro i diritti dell'ambiente e della salute pubblica quindi, ma ora chi ne pagherà le conseguenze?
Greenaction International
IL CENSIMENTO DELLE GROTTE inquinate della provincia di Trieste
http://www.greenaction-planet.org/download/cavita_inquinate.pdf
A.N.S.A., 11 settembre 2008 Cc Noe sequestrano mega impianto chimico Torviscosa.Per avvelenamento acque, alimenti e disastro.UDINE, 11 SET - I Carabinieri del Noe di Udine stanno eseguendo il sequestro di uno dei piu' grandi impianti di produzione di cloro soda a Torviscosa. Il provvedimento e' stato disposto dopo indagini che hanno accertato responsabilita' a carico di dirigenti e tecnici della Caffaro addetti al funzionamento dell'impianto. Ipotizzati delitti colposi contro la salute pubblica: avvelenamento delle acque e di sostanze alimentari, emissioni in atmosfera e disastro innominato.
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Ultimo aggiornamento ( domenica 14 settembre 2008 )
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