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Sinistra Democratica e il "grande inganno" in Campania |
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Scritto da Redazione
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sabato 30 agosto 2008 |
(Si potrebbe dire “meglio tardi…”, si potrebbe dire che le stesse considerazioni valgono anche per la Toscana, l’Umbria, il Lazio e tutto il territorio nazionale, si potrebbe dire chiamateli sempre con il nome appropriato di inceneritori spiegando la farsa del neologismo accattivante, si potrebbe dire che il rifiuto esplicito dell’incenerimento in ogni caso, sarebbe una logica conclusione etc etc ma speriamo sia solo un inizio, questa analisi in gran parte condivisibile)
http://www.sinistra-democratica.it/campania-va-scena-un-grande-inganno
In Campania va in scena un grande ingannoIl concerto tenuto da Vinicio Capossela lo scorso 18 agosto ad Andretta è stato l’occasione per una straordinaria mobilitazione contro la realizzazione di un’altra discarica, la terza, in provincia di Avellino. Ed infatti si è registrata una diffusa adesione di sindaci e di amministratori dell’area interessata e una grande partecipazione, oltre cinquemila, di cittadini. Soprattutto il concerto è servito a richiamare sulla vicenda l’attenzione della stampa e dei grandi mezzi di informazione facendo sì che il “no” dell’Irpinia alla discarica abbia varcato il muro del silenzio e, attraverso la presenza sulle prime pagine dei grandi giornali nazionali e all’interno dei principali telegiornali, sia giunto all’opinione pubblica.
Ma per vincere la battaglia fino alla cancellazione della costruzione in località Pero Spaccone di Andretta della “piattaforma polifunzionale per il trattamento dei rifiuti” - di quella che è stata chiamata la “discarica delle discariche”, del mega impianto di due milioni di metri cubi a servizio dell’intero sistema regionale del trattamento dei rifiuti e come tale destinato ad accogliere ogni tipo di rifiuti, compreso quelli speciali e pericolosi, e finanche le ceneri prodotte dai termovalorizzatori - una giornata di riuscita mobilitazione e di grande comunicazione mediatica non è sufficiente. Può essere il primo atto di una lotta che dovrà articolarsi in ulteriori momenti e dovrà prevedere tempi necessariamente più lunghi. Bisogna attrezzarsi allora e bisogna allargare il fronte di opposizione fino a realizzare una grande unità tra le espressioni politiche, le rappresentanze istituzionali, le forze sociali e sindacali, le organizzazioni agricole ed ambientaliste e l’insieme della popolazione dell’Irpinia. Soprattutto è necessario lavorare per unificare i diversi fronti di lotta attivi in questi mesi in difesa dell’ambiente e del territorio: Ariano e Pustarza, Vallata, Pianodardine e la valle del Sabato. L’esperienza insegna che la linea del “ciascuno per conto suo” non produce risultati positivi ma solo una serie di sconfitte. Solo con una larga unità di popolo si possono limitare i danni già in atto e si può evitare la discarica preservando così le prospettive future dell’altipiano del Formicoso.
Questo potrà concretizzarsi solo se si sgombra il campo dai pregiudizi ideologici e da ogni atteggiamento improntato alla ambiguità ed alla furbizia.
Per questo serve andare alla sostanza delle cose.
La grave emergenza dei rifiuti a Napoli ed in Campania è stata risolta scaricandone per intero il peso sui territori deboli dell’interno e principalmente sull’Irpinia, localizzando qui le discariche che servono per l’immediato e nel futuro gli impianti a servizio dei quattro termovalorizzatori. L’abbandono del principio della provincializzazione ha consegnato a questo territorio la definitiva funzione di pattumiera della regione. Il modello “impiantistico”, discariche e termovalorizzatori, ha prevalso sul modello “ecologico”, riduzione a monte della quantità dei rifiuti e a valle raccolta differenziata spinta con recupero e riciclaggio dei materiali.
Vince FIBE e la lobby degli inceneritori, vincono gli interessi che si muovono attorno al trasporto dei rifiuti e alle discariche e perde Andretta e il Formicoso.
Per rendere compiutamente funzionale il modello “impiantistico” hanno dovuto rimuovere gli ostacoli derivanti dalla normativa sui rifiuti imponendo per la Campania, a differenza di quel che avviene nel resto del territorio nazionale, una diversa classificazione e conseguentemente la possibilità di conferimento in discarica di tutte le tipologie di rifiuti compreso quelli speciali. Una diversa catalogazione è stata definita anche per il CdR (combustibile da rifiuti) sicchè nei termovalorizzatori sarà possibile bruciare anche quello non a norma ed i milioni di ecoballe con scarso potere calorifico accatastate nel territorio regionale. Un grande affare, non solo perché i gestori potranno lucrare sulla elettricità prodotta, ma soprattutto perché potranno usufruire degli incentivi statali previsti per la produzione di energia da fonti alternative (Cip 6) che sono stati ripristinati a favore dei realizzandi termovalorizzatori della Campania.
Ma non basta. Il piano può funzionare se si spegne il protagonismo dei territori, si impediscono le opposizioni e le proteste e si azzerano le possibilità di intervento e di controllo della magistratura. Ed ecco che il modello “impiantistico” si trasforma in un modello istituzionale di semplificazione autoritaria che sospende nella nostra regione il normale esercizio delle prerogative democratiche ed istituzionali e realizza, con la superprocura, un ulteriore tassello nel sistema di poteri speciali e commissariali di cui è pieno il mezzogiorno.
Su questi contenuti si è prodotta “l’intesa istituzionale” tra governo e regione, tra Berlusconi e Bassolino. Ciascuno ha ottenuto il suo: Berlusconi il successo mediatico per aver risolto l’emergenza con annessi spot con il premier spazzino nel ruolo di protagonista, Bassolino la possibilità di tenersi a galla e di allontanare la “monnezza” da Napoli. Ed infatti deboli, per non dire inesistenti, sono state le opposizioni perché in parlamento il voto del PD è stato di astensione e suo è stato l’emendamento per dare i benefici dei Cip 6 ai termovalorizzatori.
Per questo non ci si può opporre alla discarica di Andretta senza opporsi alla filosofia complessiva del modello che è stato messo in campo. Non si può essere contro la discarica ed essere a favore dei Cip 6 e della superprocura, non si può pensare di tenersi il piano e di sostituire le discariche con la disseminazione dei rifiuti nelle tante cave dismesse di cui è ricca la regione.
Opporsi alla “discarica delle discariche“ è una battaglia territoriale, per l’Alta irpinia e per il Formicoso, ma è soprattutto una lotta per la sostenibilità ambientale, per la raccolta differenziata e per il recupero e il riciclaggio, per un diverso modello di sviluppo. In essa possono convergere tutti quelli che si sono battuti e si battono a Pustarza, a Vallata, a Pianodardine e tutti coloro che hanno a cuore uno sviluppo dell’Irpinia e della Campania rispettoso dell’ambiente e dei cittadini.
In questo senso la sinistra sarà in campo con il proposito di diradare le nebbie e con l’impegno a realizzare la più alta convergenza unitaria.
* Direzione Nazionale Sinistra Democratica
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