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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

Il sito ha qualche problema, ci scusiamo per i disagi causati ai lettori, speriamo di risolvere presto!

 

Nel frattempo potrete essere agevolati se lo visitate con il Browser Mozilla Firefox

  GRAZIE PER LA PAZIENZA!
 

Benvenuti !
Sul nostro sito Internet

 

Il Coordinamento dei Comitati della Piana dedica questo sito a beneficio di tutti i cittadini interessati.

 
 
Questo sito è lo strumento di comunicazione del Coordinamento dei Comitati della Piana FI PO PT.
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Cromo esavalente: Come tutelano la nostra salute... PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
venerdì 15 agosto 2008

Storia di questo sequestro (che visti i precedenti forse finirà in un dissequestro e speriamo non vengano chiesti milioni di euro di risarcimento d’immagine!) e di altre segnalazioni e denunce che risalgono ormai a molti mesi fa. L’acqua in superficie, le falde, l’aria, la flora, la fauna, le persone hanno continuato per anni a essere avvelenati, eppure anche lì ci sono stati vari “Erin Brockovich” che hanno segnalato e denunciato. Segnalo dei post dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero: segue

sabato 26 aprile 2008 21.12 Cromo esavalente a Torino nella Spina 3 (ex villaggio olimpico). Area di Torino (ex villaggio olimpico) inquinata da cromo esavalente (cancerogeno), che è stato trovato in vari punti e che proviene da una fabbrica di cromatura demolita, ma non bonificata. I vecchi scarichi della fabbrica, ancora aperti, rilasciano nella Dora un liquido dal caratteristico colore giallo del cromo…

http://it.youtube.com/watch?v=TZ6yIvJYS68; http://it.youtube.com/watch?v=VhnsuJizg-w;   http://it.youtube.com/watch?v=3zZg_ZDb4-E  

P.S. ho tutte le prove: documenti, mappe, fotografie, ecc”                       

“Il video è di questa mattina (sabato 10 maggio 08 ndr).
Mentre guardavo dal ponte, dal vecchio scarico dell'acciaieria è cominciato ad uscire del liquido con il caratteristico colore giallo del cromo esavalente. Sembra il film Erin Brockovich... senza Erin Brockovich!
Mica siamo in America.
Qui non sanno nemmeno cos'è il Cromo esavalente.

http://it.youtube.com/watch?v=AR7bI_X5B64

Cromo esavalente - OV-Orlandi sotto Sequestro - TG3 12 agosto ’08

http://salutetezze.splinder.com/ http://salutetezze.splinder.com/post/18070802/Good+-+News%3A+Sequestrata+OV+Or

(guardatevi il TG 3 del 12 agosto scorso!!!!)

Good - News: Sequestrata OV Orlandi a Rosà

E` notizia di stasera sia a livello nazionale che locale che la Ex-OV Orlandi a Rosà è stata posta sotto sequestro.
Probabilmente il muoversi degli ingranaggi nel verso giusto è dovuto anche al fatto che alcuni media ultimamente si siano mossi e abbiano puntato i riflettori in questa parte del nord-est  che a causa delle sue caratteristiche risulta essere molto importante per quanto riguarda la distribuzione dell'acqua in tutto il Veneto.
Inquinando le falde acquifere di questa parte del Veneto si avvelena il territorio veneto sino ad arrivare alla già provata Laguna Veneta.
Quello che non mi stupisce (ma potrebbe essere una pura coincidenza) è che questo bubbone sia scoppiato il 12 agosto 2008, la maggior parte della gente è giustamente in Ferie e quindi ha meno occasioni di prestare attenzione ad una notizia come questa e comunque passa scuramente sotto tono.
Per coloro che seguono il blog e che ravanano su youtube sarà possibile rivedere i due servizi (nazionale e regionale), sperando di aiutare a mantenere alta l'attenzione su questa nuova/vecchia cosa.

http://it.youtube.com/watch?v=Thpt1uUxUsk http://it.youtube.com/watch?v=PTJCLXzdqAE

P.S.: Qualcosa del genere succede anche a Torino, ma la censura è forte e nessuno vuole parlarne.

http://it.youtube.com/watch?v=3zZg_ZDb4-E  http://it.youtube.com/watch?v=-RGlxCSDS6c  http://it.youtube.com/watch?v=-RGlxCSDS6c http://it.youtube.com/watch?v=E11O1z9fV_0 

Commenti (7) >> feed
Cromo e ecoturisti
scritto da ***, agosto 15, 2008

USA: ECO-TURISMO E SCANDALI, ARRIVA A LOS ANGELES IL ''TOXIC TOUR''

(ASCA-AFP) - Los Angeles, 14 ago - La citta' di Los Angeles ha un tour guidato per tutti i gusti. Non ha importanza se i turisti chiedono di vedere le ville delle celebrita' multi-milionarie di Hollywood o la scena di un crimine.

Oltre ai banali tour della Walk of Fame di Beverly Hills e le lussuose strade di Hollywood, Robert Cabrales, portavoce per Communities for a Better Environment (CBECAL), ha fatto sapere di stare preparando per i turisti uno speciale tour guidato mirato a svelare i ''piccoli sporchi segreti'' della citta' californiana.

Sponsorizzato dal CBECAL, il ''toxic tour'' si prefigge di portare a Los Angeles un altro tipo di turisti (chiamati eco-turisti) attraverso i luoghi della citta' che negli anni sono stati al centro di scandali e reati frutto della sconsideratezza di alcune industrie, che hanno ospitato discariche e scorie industriali di ogni tipo a ridosso di centri abitati e che sono stati resi famosi dalla storia di ''Erin Brockovic''.

''L'obiettivo e' quello di far sapere alle persone che c'e' anche qualcos'altro qui, quei piccoli sporchi segreti che nessuno conosce'', ha dichiarato Cabrales.

''Quando parliamo del turismo e con la gente che arriva per visitare Los Angeles nessuno dice mai di andare a vedere questi luoghi sporchi'', ha aggiunto il portavoce.

Il ''Toxic Tour'', spiega Cabrales, vuole fare luce sulle ''ingiustizie ambientali'' di Los Angeles, dove chi abita nelle periferie povere vive a stretto contatto con i fumi, gli odori e i rifiuti industriali. La campagna, lanciata nel 2007, si rivolge a tutti coloro che sono sensibili al tema dell'ambiente e mira a smuovere la coscienza di chi non lo e', coinvolgendo bambini, attivisti e ufficiali governativi.

Tra le tappe del tour c'e' l'ex sito ''La Montana'', una enorme montagna di detriti eretta a Huntigton Park, poco fuori Los Angeles, che e' stata dismessa dopo il terremoto del 1994. La montagna di rifiuti, accusata di aver danneggiato fortemente la qualita' dell'aria e di aver fatto registrare nelle vicinanze numerosi casi di malattie respiratorie, e' stata rimossa dopo che un membro del consiglio municipale aveva chiesto un'ispezione e, dopo essersi recato personalmente sul posto, aveva accusato un forte attacco di asma che ha provocato poi nel collasso di un polmone.

Un'altra delle tappe del Toxic Tour e' la scuola elementare Suva della cittadina di Bell's Garden, al centro di uno scandalo sanitario esploso alla fine degli anni 80.

Tra il 1987 e il 1988 si registrarono diversi casi di aborti e malformazioni dovute a esalazioni di cromo esavalente. Gli episodi furono poi legati alle industrie vicine di lavorazione del cromo.


altra denuncia del 26 maggio 08
scritto da msirca, agosto 15, 2008

A Torino siamo arrivati a 455 microgrammi per litro.

Sappiamo tutto sul cromo esavalente, da dove arriva, dove si trova e dove viene scaricato.

Gli scarichi sono stati filmati, fotografati e pubblicati!

La Stampa tace...

Per saperne di più.

http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=798&Itemid=1

http://it.youtube.com/watch?v=-RGlxCSDS6c


Le iniziative agostane
scritto da Legambiente Ecopolis, agosto 21, 2008

Inceneritore in vista!

Ce ne stiamo andando in vacanza mentre si allunga sulla città l’ombra delle ruspe per costruire l’inceneritore del Gerbido per bruciare materie prime scarse utilizzando fonti energetiche non rinnovabili e perché? per mantenere gli inceneritori a temperatura, per convogliare gli imballaggi e gli scarti di cucina …………, per trasportare le scorie, pari ad un terzo di quello che entra (126.000 tonnellate all’anno), in una discarica di rifiuti speciali (… assimilabili agli urbani, si sa che in Italia è tutta questione di opinioni).

E’ empiricamente evidente che laddove c’è una bocca di fuoco le raccolte differenziate vi vengono immolate. Basta vedere la differenza di percentuale fra Vercelli (23%) e Novara (70%).

E’ intuitivo che se a monte le materie prime in plastica sono molto diversificate, in fase di riutilizzo aumenta le complessità della gestione.

E’ anche empiricamente evidente a chi fa la spesa che i discount e i supermercati usano più imballaggi del negozio e del mercato.
Così come il riuso dell’imballaggio è praticato in maniera residuale sul totale della distribuzione commerciale.

E’ noto da studi epidemiologici che intorno agli inceneritori per rifiuti la quantità di diossine e di malattie degenerative è maggiore rispetto al territorio circostante

A livello torinese
- l’impianto di compostaggio Borgaro meriterebbe un libro bianco per raccontare come esso usa soldi pubblici per dimostrare che il compostaggio non si può fare
- la raccolta porta a porta dell’organico riguarda solo un quinto della popolazione

Per il mercato produrre rifiuti, farli girare da una parte all’altro del mondo e smaltirli magari a tappe con trasporto da un passaggio all’altro, magari con danni sanitari è un’attività che fa girare denaro e dunque benemerita. Il PIL non ha coscienza morale, non conosce le leggi della termodinamica né sa di risorse non rinnovabili o di distruzione degli equilibri chimici dell’atmosfera o di biodiversità.

Per il mercato, appunto, non per il cittadino lavoratore.
Siamo l’unico animale che produce rifiuti.
Distruggere materie prime usando energie non rinnovabili, aumentare l’inquinamento dell’aria, azzerare il riciclo, non attuare alcuna politica strutturale per ridurre gli imballaggi e contribuire a tutto questo due volte, all’atto dell’acquisto e dello smaltimento dovrebbe essere impedito dal buon senso (così come la riconversione del cibo in bio diesel). Non vorremmo incenerire anche quello!

Antonella Visintin
Legambiente Ecopolis

1 agosto 2008

Cromo
scritto da msirca, agosto 30, 2008

http://www.ecosmes.net/cm/navContents?l=IT&navID=eee&subNavID=2&pagID=4&flag=1

Il cromo ed i suoi composti

Il cromo è un metallo presente in natura ed è inodore, duro e di colore grigio-acciaio. I suoi composti sono usati come coloranti nei pigmenti e nelle tinture, per le cromature, per colorare le pelli e come conservante per il legno.
Composti del cromo

Il cromo, essenzialmente, si presenta in tre modi:


cromo metallico usato per le leghe d'acciaio inossidabile o per leghe con elevate resistenze
cromo trivalente, o cromo (III), è presente naturalmente nell'ambiente ed è un nutriente dietetico essenziale, ed il
cromo esavalente, o cromo (VI), prodotto attraverso i processi industriali, come la combustione dei combustibili fossili, l'incenerimento dei rifiuti e la fabbricazione dell'acciaio. Le sue emissioni sono diminuite a partire dal 1970.
Quali danni può causare?

Il cromo ed i suoi composti possono causare danni genetici ed il cancro. Un'esposizione eccessiva può colpire il sistema digestivo, i reni, il fegato, i polmoni, l'apparato respiratorio, la pelle ed essere causa d'aborti spontanei.

L'inalazione di cromo esavalente colpisce, in particolare, le vie respiratorie. Anche una breve esposizione può essere causa di difficoltà respiratorie, tosse ed affanno, mentre un'esposizione prolungata può causare ulteriori effetti sull'apparato respiratorio come bronchiti, polmoniti e danni alle narici. In definitiva il cromo esavalente è da considerarsi, per l'uomo, un agente cancerogeno e d'essere causa, nel caso d'esposizioni durature, del cancro ai polmoni.

Alcuni derivati del cromo, per determinate specie della fauna selvatica, sono tossici e cancerogeni. Certune specie acquatiche lo bio-accumulano, anche se sembra che per i pesci non corrisponda al vero. I derivati del cromo VI sono i più tossici e sono, anche, quelli che più facilmente vengono assorbiti dai biosistemi.

Legislazione ed accordi internazionali

La Direttiva 76/464, Inquinamento dell'ambiente acquatico e sostanze pericolose (più le direttive derivate), tratta dell'emissioni del cromo negli ambienti acquatici. Dal punto di vista internazionale, la Convenzione OSPAR è indirizzata al problema del rilascio del cromo nel Nord Est Atlantico, sempre ai fini della protezione dell'ambiente marino.

La bozza di Direttiva sulla Restrizione delle sostanze pericolose (ROHS) dovrebbe prevenire, dal luglio 2006, l'uso del cromo esavalente nelle nuove apparecchiature elettriche ed elettroniche. L'unica eccezione, indicata nell'Annesso alla Direttiva, è l'uso del cromo VI come agente anticorrosione nel sistema di raffreddamento dell'acciaio al carbonio.

Alternative

Sono disponibili diverse alternative all'uso del cromo VI per le placcature. Tra esse sono comprese:


bagno di zinco, come la zincatura
bagno di nichel
rame
argento
variazioni al metodo di verniciatura.
Il cromo trivalente può, anche, essere sostituito con una lega nichel/ferro/cobalto.

Il nitruro di cromo, il diamante carbonio, il bisolfuro di molibdeno ed il nitruro di titanio possono essere usati per rivestimenti ad alta resistenza. Tutte questi offrono, però, prestazioni diverse dal cromo esavalente; il loro impiego, quindi, deve essere valutato volta per volta.

Altre fonti d'informazioni

Questa pagina è stata redatta usando le indicazioni ricavate dalle sottocitate fonti:

Inventario delle sostanze inquinanti - Il cromo ed i suoi composti
Agenzia dell'Ambiente

Informazioni sul cromo
Agenzia US sulle sostanze tossiche e registro delle malattie

Informazioni sul cromo
Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro

Informazioni sul cromo esavalente
USEPA

Rassegna tossicologica sul cromo esavalente
USEPA

Alternative al cromo esavalente e alla cromatura
Automotive Finishing, 2000 by Beverly A. Graves

Informazioni sul cromo e sui suoi composti
SEEBA (accessibile ai soli membri)

Design sostenibile dei EEE per il controllo dei costi e l'adeguamento alle norme
Envirowise


Pubblicato: 2004-12-09 14:58:22
(Roberto Topino

Cromo e cemento, attenzione a parlare di cemento verde!
scritto da ***, agosto 31, 2008

(...)
Comunque riguardo al Cemento verde, dato che io vivo in mezzo a due cemetifici che insieme producono oltre il 9% del cemento nazionale posso die devo dire qualcosa. Magari i cementifici utilizzasero "solo" argille e marna per fare cemento (anche se le montagne distrutte dalle cave, come gli alberi, non ricrescono!), sapete quanta roba va nel clinker? avete mai sentito parlare dell'intossicazione da cromo esavalente (cancerogeno) nei 5000 muratori che hanno lavorato nel Tunnel della Manica? Cromo esavalente finito nel cemento in quanto i venmmentifici, con tanto di autorizzazione naturalmente, aggiungevano nel clinker i rifiuti della lavorazione delle cartiere che contengono cromo.
Per cuocere il cemento viene usato un sacco di di Pet-Coke (fino al 2002 rifiuto tossico) non solo carbone! sapete che le cementerie hanno l'autorizzazione per smaltire rifiuti? una delle due della mia città (Gubbio) 43 e l'altra 12. Ed una delle proposte del precedente piano regionale era quello di bruciare il CDR direttamente nei cementifici. Ma la popolazione questa volta ha fatto sentire la sua voce/anche se con molta, molta difficoltà, dato che Potere (!!!!) politico-amministrativo e Potere economico usano molto il "do ut des" ( a buon intenditore poche parole, preciso: non mi riferisco a bustarelle o a corruzione ) e naturtalmente tutta la informazione locale/regionale: quotidiani, settimanali e TV sono nelle mani delle due aziende.
Attenzione quindi a parlare di cemento verde!

Giovanni Vantaggi
Referente per l'Umbria
medici per l'ambiente

Per favore attenzione a parlare di cemento verde.

Ecco dove si parlava di cemento "verde"
scritto da ***, agosto 31, 2008

----- Original Message -----
From: greenreport
To: Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
Sent: Friday, August 29, 2008 5:10 PM
Subject: [Rete NoInc] Cemento "verde" ed equo contro gas serra

In una delle iniziative collaterali dei Climate change talks conclusosi il 27 agosto ad Accra, EcoFys, una società svizzera che opera nel campo dello sviluppo delle energie rinnovabili, ha presentato i risultati di uno studio che mette in evidenza una possibile applicazione dell´approccio settoriale e del trasferimento delle tecnologie per combattere il cambiamento climatico riguardante l´industria del cemento. Si tratta di un vero e proprio studio indipendente, che niente ha a che vedere con le posizioni del governo svizzero, e che illustra le modalità di messa in opera di un approccio più sostenibile in un settore definito «relativamente semplice, quello della produzione del cemento». Un modello che può essere applicato anche ad altre industrie attraverso adattamenti che tengano conto delle varie specificità, come quelle della siderurgia o dell´industria chimica che presentano problemi più complessi. La produzione di clinker (il prodotto ottenuto dalla cottura di calcare e argille che, essiccato, da il cemento), la sua trasformazione in cemento ed il trasporto sono le tappe cruciali di un´industria a forte consumo di energia. Lo studio di EcoFys propone tre opzioni per ridurre le emissioni di gas serra nella produzione del cemento: miglioramento dell´efficienza nella produzione di clinker; ricorso a fonti di energia alternative durante la produzione di clinker e per la sua trasformazione, optando per le energie rinnovabili a detrimento di quelle fossili, come il carbone utilizzato massicciamente come fonte energetica nei cementifici di molti; utilizzo di alcuni additivi sostitutivi per ridurre la quantità di clinker necessaria alla produzione di cemento. Secondo lo studio la maggior parte della produzione di cemento avviene ormai nei Paesi in via di sviluppo: la Cina da sola ne produce il 46% a livello mondiale, l´Europa il 10%, è dunque all´interno di quei Paesi che bisogna intervenire al più presto con approcci settoriali, ma occorre farlo tenendo conto di quattro parametri ben precisi: efficacia sul piano ambientale, costi, equità nella distribuzione delle risorse e percorribilità tecnica e istituzionale. Tutto bene, ma anche il cemento "verde" poi andrà comunque ad occupare territorio con nuovi edifici e nuove infrastrutture. Un ultimo anello della catena che rimane senza risposta, davanti alla popolazione che cresce nei Paesi poveri, all´urbanizzazione, alla crescita asiatica, alla rendita europea che si nasconde sotto il solido cemento.


Sindacato, cromo e altro, la salute si vende e per un piatto di lenticchie!
scritto da msirca, settembre 07, 2008

SCANDALOSO INTERVENTO DEL SINDACATO SUL DISASTRO SPINETTA MARENGO (AL)
Lotte Unitarie è l’organo ufficiale della Camera del lavoro di Alessandria (CGIL). Non ha la pretesa di essere più di un bollettino sindacale ma addirittura si nega l’apparenza di pluralità e democrazia. E’ stampato in migliaia di copie, recapitato ovviamente gratis a domicilio dei tesserati (nessuno lo acquisterebbe in edicola). Recentemente Lotte Unitarie ha ospitato con grande rilievo un articolo a firma di un segretario della Filcem, cioè dei chimici della CGIL. Vi invitiamo a leggere, qui appresso, tale intervento perché misura -soprattutto per quello che non dice- quanto in basso può cadere un sindacato.
Non vi leggerete un disastro ecologico nazionale che da mesi sta allarmando l’opinione pubblica, né una gigantesca emergenza ambientale che vede impegnati tutti gli organi istituzionali dal comune al governo passando per la magistratura. Non vi leggerete parole che campeggiano su tutti i giornali, come “bomba ecologica”, “falde inquinate”, “emergenza pozzi”, “cromo killer”.
Non vi leggerete che dal sottosuolo dentro e attorno alla titanica fabbrica ex Montedison (ora Solvay, Edison e Arkema) stanno colando giù nelle falde più profonde una ventina di veleni versati per anni (non solo cromo esavalente, ma altri pigmenti, solventi clorurati, clorofluorocarburi ecc.) e già riscontrati in una area di ben 10 chilometri quadrati della Fraschetta.
Non vi leggerete che sono stati commessi reati gravissimi di avvelenamento pubblico. Neppure i nomi dei responsabili, che il sindacato conosce benissimo. Né dei risarcimenti che la Solvay dovrebbe pagare per i danni privati e pubblici arrecati. Né dei danni alla salute, che non hanno prezzo.
Non vi leggerete che la bonifica di migliaia di tonnellate di veleni, se bonifica seria, costerà miliardi e che questi miliardi dovrà pagarli Solvay e non Pantalone.
Non vi leggerete che il sindacato è impegnato (perché impegnato non è) a risarcire i morti e gli ammalati dell’inquinamento, anche tramite indagini epidemiologiche sui lavoratori e i cittadini (sempre a spese della Solvay).
Non vi leggerete che il sindacato è impegnato (perché impegnato non è) alla realizzazione dell’Osservatorio ambientale della Fraschetta che noi rivendichiamo da venti anni non come delega agli enti pubblici bensì come strumento di democrazia diretta, unica garanzia per la popolazione a rischio.
Non vi leggerete che il polo spinettese resta a tutt’oggi ad alto rischio chimico e di catastrofe industriale, oggetto anche di recente di esposti in magistratura per inquinamenti atmosferici, esposti addirittura ad opera di dipendenti Solvay e nell’omertoso silenzio dei sindacati.
Non leggerete nulla di tutto ciò sull’ineffabile Lotte Unitarie.
Leggerete, invece, la sorpresa del sindacato per tutto questo can-can che si starebbe facendo sull’emergenza cromo a Spinetta Marengo, anzi la sua indignazione verso il complotto di movimenti ambientalisti e partiti politici e commercianti (sic) e giornali che si sono lanciati come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Perché, secondo il sindacato, sono tutti mulini a vento allarmi ed emergenze, non era successo nulla, tutto era sotto controllo: la Solvay sapeva benissimo dello svariato inquinamento che fuoriusciva da tutte le parti, del cromo che trasudava dai pavimenti e scendeva dai rubinetti. Normali, secondo il sindacato, i livelli di cromo a migliaia di microgrammi/litro (per legge: 5 microgrammi). Normale che lavoratori e cittadini e animali bevano acqua al cromo. Perché, secondo il sindacato, il cromo tossico e cancerogeno (a quei livelli stratosferici!) era già sotto controllo dell’azienda che lo stava già succhiando e risputando, e -udite, udite- “alla fine gli interventi sono stati conclusi nei tempi richiesti dalla Conferenza dei servizi”. Insomma, secondo il sindacato, gli interventi sono già stati conclusi, alla data del bollettino Lotte Unitarie (luglio 200smilies/cool.gif: l’emergenza è finita. E’ finita? E le falde inquinate? E le migliaia di tonnellate di veleni sotterrati? Chi fa la bonifica, asportando i veleni per chilometri e a grandi profondità? E i miliardi per farla? Paga Pantalone o la Solvay?
Leggerete, invece, su Lotte Unitarie che, secondo il sindacato, non ci sono responsabilità civili e penali per l’azienda, perché non è successo nulla di rilevante ma mulini a vento: ci siamo qua noi, sindacato e azienda, noi per il passato il presente e il futuro a garantire “l’equilibrio tra le produzioni di
ricchezza e la sostenibilità aziendale”. Il massimo di salute per lavoratori e cittadini è quello che noi, sindacato e azienda, vi stiamo dando.
Non ci stupisce questo sindacato dei chimici. Non a caso, sull’esposto che come Medicina democratica abbiamo trasmesso alla Procura della Repubblica con la richiesta di costituzione a parte civile, abbiamo scritto: “I sindacati collusi, che come le tre scimmiette, una con le mani sugli occhi, una sulle orecchie e una sulla bocca, mettono a rischio i posti di lavoro facendo gli interessi dell’azienda invece che dei lavoratori”.
Lino Balza

Allegato:
lotteunitarie LUGLIO 2008
La vicenda del cromo esavalente nel territorio tra Spinetta e il capoluogo ha riempito i giornali locali, sia cartacei che ordine, nell'ultimo periodo. Qui cerchiamo di fare chiarezza per portare un'informazione efficace ai nostri lettori, scremata di quanto fumoso o poco rilevante.
Molti gli interessi in gioco
Premesso che nella vicenda si riconoscono, e forse sono alla base di tutto, interessi molteplici e opposti: non solo la legittima esigenza della popolazione di risiedere e lavorare in un ambiente sano, o quello dei dipendenti del polo chimico (Solvay, Arkema, Edison, ma anche le molteplici ditte d'appalto) che vogliono continuare a produrre e a percepire reddito per sé e per la propria famiglia, prestando la dovuta attenzione alla sicurezza e alla propria ed altrui salute, o anche alle attività commerciali e artigianali dei dintorni che traggono guadagno dalla presenza del sito, o ancora gli interessi delle multinazionali e dei relativi azionisti che ogni giorno calcolano la convenienza di mantenere le produzioni in loco o trasferirle in altre zone, e a questi si aggiungono gli interessi ma anche i doveri delle istituzioni e degli enti coinvolti. Tutto giusto e certamente legittimo. Si tratta del lavoro quotidiano di chi si interessa di lavoro, di ambiente e di amministrare la cosa pubblica. Ma a questi si aggiungono gli
interessi di taluni movimenti ambientalisti, ormai orfani di riferimenti, e di alcuni partiti politici che si lanciano in battaglie donchiscottesche per attingere a un po' di visibilità politica, sempre utile nelle occasioni elettorali. Ma nella faccenda si possono anche intravedere gli interessi delle due fazioni (anche politiche) che da anni si contrappongono: quella che punta alla grande distribuzione e quella che invece si pone con i piccoli commercianti. Infatti il caso che ha determinato l'evento è riconducibile alle analisi del terreno e delle acque in un'area ove alcuni intendono realizzare un grande ipermercato mentre altri si oppongono all'iniziativa.
Fatti e antefatti
Il sito industriale di Spinetta ha più di un secolo di storia. In questo periodo tante e diverse produzioni si sono succedute e le regole di comportamento, che attualmente sono "sacre", una volta non erano neanche immaginabili come "norme di buona tecnica" e tanto meno contemplate dalla legislazione. Rimane facile immaginare che mezzo secolo fa i rifiuti industriali fossero messi da parte in attesa della decisione su che farne. Nell'anno 2002 la Solvay, che vanta una storia ancora più antica rispetto al sito di Spinetta e che non è affatto un'azienda sprovveduta, ha acquistato il gruppo Ausimont e, sapendo benissimo che nel sottosuolo !avrebbe trovato svariate sostanze chimiche, si è premurata, a propria totale tutela, diche ha richiamato molto l'attenzione dell'opinione pubblica Ida cromo a Spinetta Marengo
informare le istituzioni e gli enti competenti della situazione in cui ha trovato il sito. Il cromo esavalente, insieme ad altri metalli pesanti, è la sostanza che subito ha suscitato le maggiori preoccupazioni: riconoscibili tracce del tipico colore giallognolo risultavano nelle cantine di un edificio adibito a laboratorio e anche le analisi delle acque sotterranee più superficiali denunciavano presenza di cromo esavalente.
Il confronto col sindacato
Per il primo problema, l'intervento congiunto delle organizzazioni sindacali, dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) e dello Spresal, ha convinto l'azienda ad accelerare i tempi per la chiusura dell'edificio e per lo spostamento del personale e delle attrezzature in un altro fabbricato. Nel secondo caso la Solvay ha realizzato un impianto di strippaggio che, mediante quattro pompe idrovore pesca l'acqua dalla falda superficiale inquinata, la tratta chimicamente trasformando il cromo esavalente (molto pericoloso) in trivalente, e rilancia l'acqua verso le utenze. Sempre per la riduzione del pericolo cromo, la Solvay ha da qualche mese avviato un programma di eliminazione delle perdite della rete dell'acqua industriale dello stabilimento e i lavori erano già avviati quando la vicenda del cromo è apparsa sulla stampa locale. Benché nessuno attribuisce a sé o ad altri specifiche responsabilità, la "Conferenza dei servizi" ha chiesto alla Solvay di accelerare l'esecuzione dell'intervento sulla rete idrica interna e questo, a detta della Solvay, comporta una serie di disagi tra cui la sospensione della produzione di un reparto per il tempo dell'intervento e la gestione del relativo personale.Per costoro si è parlato anche di cassa integrazione.Si è quindi aperto un confronto tra l'azienda e le organizzazioni sindacali che ha portato l'azienda stessa a recedere dalla richiesta di cassa integrazione e a trovare sistemazioni interne del personale coinvolto per il tempo necessario.Alla fine gli interventi sono stati conclusi nei tempi richiesti dalla Conferenza dei servizi e i lavoratori non hanno subito conseguenze.
L'equilibrio da ricercare tra produzione di ricchezza e sostenibilità ambientale
Nel frattempo, durante un'assemblea indirizzata a tutti i lavoratori del polo chimico in cui i membri delle segreterie territoriali dei sindacati dell'industria chimica hanno esposto la situazione, da alcuni lavoratori sono emersi, oltre alla dovuta attenzione per la propria salute, rabbia e disagio nei confronti di chi, dietro una posticcia bandiera ambientalista, cura i propri interessi di visibilità atteggiando posizioni drastiche ed inconciliabili con la realtà del paese. Posizioni che hanno preoccupato non solo i dipendenti Solvay, quanto i lavoratori dell'Arkema che hanno recenfémente subìto una drastica riduzione di personale.
Rivendicando invece la presenza di imprese socialmente responsabili sul territorio, che nel contempo siano in grado di rispettare gli interessi produttivi, coniugandoli con i costi di bonifica e di salute pubblica, come si sta dimostrando essere la discussione in atto nel polo chimico con gli interventi di controllo e di bonifica che noi come delegati, Rls e organizzazioni sindacali stiamo perseguendo da tempo.
Le organizzazioni sindacali, e la Filcem-Cgil in particolare, si rendono conto che nessuno desidera un'industria chimica accanto alla propria abitazione, ma sanno anche che si può e si deve ricercare l'equilibrio tra produzione di ricchezza e sostenibilità ambientale, ed è questo che i delegati e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza perseguono ogni giorno in ogni industria chimica, convinti che, come insegna la vicenda Eternit, se una fabbrica uccide e non può essere riconvertita deve essere chiusa, ma se non è così, come nel nostro caso, bisogna lavorare alacremente perché si produca e si ridistribuisca la ricchezza garantendo ai lavoratori, alle loro famiglie, alla popolazione tutta e all'ambiente la massima salute e salubrità. Nel contempo sproniamo le istituzioni a continuare nell'obiettivo di garantire un costante controllo che accresca sempre di più la tutela della salute pubblica.
Mauro Gambetta segreteria Filcem Alessandria


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Ultimo aggiornamento ( sabato 16 agosto 2008 )
 
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