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 https://www.lagazzettadilucca.it/cultura/ercolini-ospite-del-pianeta-terra-festival

Ercolini ospite del "Pianeta Terra Festival"

 

 

Sabato 8 ottobre alle ore 19 presso la sala sala convegni di Confindustria toscana nord sita a Lucca in piazza Bernardini, 41 Rossano Ercolini, goldman environmental prize 2013, sarà ospite del Pianeta Terra festival, che vede studiosi nazionali e internazionali confrontarsi per costruire una visione nuova per il futuro del nostro Pianeta.

All’evento, dal titolo “Dall’ego-logia all’eco-logia: quando i cittadini possono fare la differenza”, sarà presente con Ercolini anche Samir de Chadarevian, advisor, storyteller ed editorialista.

Entrambi dialogheranno con Irene Ivoi sull’importanza di ripensare ad un modello economico, antropologico e culturale del tutto ego-logico e inadeguato a risolvere le grandi sfide dei nostri tempi.

Dall’ego-logia all’eco-logia, un gioco di parole che fa appello ad una sfida:  il passaggio dal “modello lineare” (estrazione, produzione, consumo, smaltimento) centrato sullo sfruttamento sconsiderato della natura al “modello circolare” basato sul rispetto dei tempi e dei modi della rigenerazione ambientale.

L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti.

 

 

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Il diritto di poter dire la verità senza fare due calcoli prima PDF Stampa E-mail
Scritto da Stefano Montanari   
venerdì 28 settembre 2007

 (Sembra ci sia una sorta di ostracismo più o meno strisciante anche nei confronti del Dr. Montanari; caro dottore, non emigri per favore, se è vero come sembra che nessuno è profeta in patria, le coscienze si stanno svegliando....ndr)

Il saluto di Patrizia Gentilini e Stefano Montanari a  Lorenzo Tomatis

 

Ciao, Lorenzo       
Scritto da Stefano Montanari    
giovedì 27 settembre 2007 
Lasciate che io pianga qui un amico e un maestro che se n'è andato. Parlo di Lorenzo Tomatis, uomo e scienziato vero e, dunque, senza compromessi, costretto a tanti anni di esilio per non aver voluto chiudere gli occhi davanti alle truffe cui la nostra salute è sottoposta e per non aver mai accettato di entrare nella cosca degli "scienziati" in doppio petto con un conto in banca a tanti zeri, ansiosi solo di gonfiare ulteriormente quei numeri, costi quel che costi. Agli altri, naturalmente. Oncologo di livello mondiale, direttore dal 1982 al 1993 dello IARC di Lione, l'ente internazionale per le ricerche sul cancro, era persona gentile che sapeva dire le cose senza mai alzare la voce. Però le cose le diceva, e tutte. Chi lo ascoltava? In pochi, perché a volte la gentilezza, l'educazione, l'understatement non pagano, specie quando si dicono cose scomode. Già malato, partecipava ancora a qualche riunione in cui aveva modo di sedere a fianco di troppo spesso sedicenti scienziati (forse qualcuno che mi legge era a Mantova qualche mese fa, quando si mise in scena un avvilente avanspettacolo di regime sull'inquinamento di quella città così ignobilmente devastata) e lui non mancava di far notare le sciocchezze e le incongruenze in cui si cadeva, spesso deliberatamente. In quelle occasioni, lo si lodava come si fa con tutti i vecchi e si continuava a fare gli affari propri, dove la parola affari conserva tutto il suo significato mercantile. Eppure Lorenzo era una miniera inesauribile di scienza e di saggezza. L'ultima volta che ebbi occasione di vederlo fu poco prima delle vacanze estive quando, con tutta la modestia dell'uomo che vive per sapere, venne fin da Trieste a trovarmi in laboratorio per approfondire alcuni aspetti di certe nostre indagini

nell'ambito di un lavoro che condividevamo. Accommitandoci - e io non potevo immaginare che sarebbe stato per sempre - parlammo per un attimo anche dell'oncologo del basilico, della polenta e del carbone "pulito". Lui sorrise scuotendo la testa e mi disse: "Beh, ci sa fare con la gente." "Ma dal punto di vista scientifico?" gli chiesi io. Fu un altro sorriso malinconico e  un altro scrollare di testa. Lorenzo studiò i nostri studi, ci incoraggiò a proseguire nonostante tutto (era al corrente anche lui delle idiozie di certi blog) e ci confermò la sua opinione secondo cui le polveri che noi troviamo nei tessuti malati sono compatibili con l'insorgenza del cancro. Del resto, Lorenzo Tomatis non aveva posizioni di potere o d'interesse economico da difendere, le aveva sempre respinte come se respingerle fosse cosa dovuta e naturale, e così aveva acquistato il diritto di poter dire la verità senza fare due calcoli prima. Ora se n'è andato, portato via proprio dalla malattia che aveva combattuto con rispetto per tutta la sua vita. Ciao, Lorenzo. Se puoi, fa che chi può si ricordi di te. Da soli, noi quaggiù siamo tutti più poveri.

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Il saluto di Patrizia Gentilini a Lorenzo Tomatis

RICORDANDO LORENZO

La notizia della scomparsa a 78 anni, a Lione, di Lorenzo Tomatis ci ha lasciato desolati e sgomenti: siamo tutti più soli, vorrei dire orfani. Questa morte era attesa, da tempo Lorenzo combatteva con coraggio e dignità contro quella malattia a cui aveva dedicato tutta la sua vita di ricercatore e medico, ma non per questo il vuoto che lascia è meno grande. Fino all’ultimo momento di vita la sua voce pacata, il suo silenzio paziente, la sua lucida intelligenza, era lì, per noi, per ascoltarci innanzi tutto, per correggere il nostro lavoro, per scrivere un commento, per rispondere ai nostri dubbi, per darci un consiglio sempre discreto e puntuale, per indicarci ancora una volta la strada. E la strada che Lorenzo per tutta la vita, non solo a noi, ha indicato era quella di una Ricerca e di una Medicina che mai, e per nessuna ragione, poteva essere disgiunta dal suo fine ultimo: quello di essere sempre e comunque al servizio dell’ uomo, della sua salute, della sua dignità.
Lorenzo Tomatis è stato un ricercatore in campo oncologico di fama mondiale, negli anni in cui ha diretto la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha posto le basi scientifiche e metodologiche della cancerogenesi, identificando e classificando gli agenti inquinanti e le loro conseguenze per la salute umana. Lorenzo ha sempre strenuamente difeso e posto l’accento sul ruolo della Prevenzione Primaria, ovvero sulla tutela della salute attraverso la riduzione dell’esposizione alle sostanze nocive che - come lui diceva - non smettono di essere tali una volta che escono dalle fabbriche o sotto latitudini diverse …
Purtroppo non è stato ascoltato; certamente oggi, anche per questo, il mondo è più iniquo, sofferente, avvelenato. Tutto sembra ormai ineluttabile, così Lorenzo chiamava quella sorta di oblio, quella rassegnazione, quello stringersi nelle spalle che sembra avere contagiato tutti, che ci porta ad accettare ogni compromesso, ogni sopruso, che ci porta a pensare che niente e nessuno possa ormai arrestare la deriva del nostro mondo, come se non fossimo più essere capaci di progettare il nostro destino, di pensare, di sognare, di ricercare salute equità, pace.
In questo mondo malato lui vedeva una medicina parimenti malata, sempre più tecnologica ed orientata esclusivamente alla cura, ma sempre più lontana dalla ricerca delle vere cause delle malattie. La chiamava: “la Grande Distrazione” … “una follia riduzionista sembrava essersi impossessata della mente di gran parte dei ricercatori”… “ogni laboratorio doveva scegliersi … il suo gene”; il ricercatore andava a caccia della proteina alterata, senza più domandarsi il perché di quel danno.
Nel corso del suo lavoro, Tomatis ha dovuto assistere all’acquiescenza di ricercatori e scienziati che, condizionati sempre più dagli interessi economici delle grandi corporation, producono risultati ambigui e confondenti in modo da rimandare ogni misura di prevenzione, molto più attenti a non ridurre i profitti di chi comanda piuttosto che a proteggere la salute pubblica. “Quando mi sono lasciato comprare? Quando ho capito che la ricerca è al servizio del potere e che il ricercatore è un’oca che produce uova d’oro e che quell’ oro andava tutto sulla tavola di chi comanda” : queste sono le parole di un suo collega riportate nell’ultimo libro autobiografico di Lorenzo, Il Fuoriuscito, in cui già il titolo bene esprime la sua volontà di porsi fuori da questo sistema malato, un sistema in cui non è stato per lui più possibile riconoscersi.
L’attività letteraria di Lorenzo è l’altra grande espressione della sua personalità: Tomatis infatti non è stato solo un grande medico ed un grande ricercatore, ma anche un grande scrittore e proprio nei suoi romanzi egli rivela la sua umanità più profonda. Nelle anamnesi alle vecchiette che si protraevano oltre misura o nell’abbraccio di Giannino che gli butta i suoi i braccini attorno al collo quando Lorenzo lascia il suo primo lavoro in un sanatorio c’è tutto lo struggimento di un Medico di fronte al dolore ed alla sofferenza, specie a quella innocente di un bambino. Lorenzo non era religioso ed ancor più, proprio per questo, la sua pietas ci commuove. Quanto rammarico, nei suoi occhi e nelle sue pagine, per i malati, i morti, per le sofferenze evitabili ed inutili, specie quelle dei bambini sacrificati sull’altare degli interessi e del profitto!
L’infanzia! Lorenzo aveva ben chiaro lo scenario che si va preparando ed il prezzo che pagherà chi verrà dopo di noi per il degrado e l’inquinamento generalizzato dell’ambiente. Non potrò mai dimenticare le parole da lui pronunciate il 24 novembre 2005, all’inizio dell’audizione in Comune a Forlì: “le generazioni a venire non ci perdoneranno il danno che noi stiamo loro facendo”. Mi piace anche ricordare le altre parole che, sempre in quell’occasione, Tomatis ci disse: “a Forlì ho visto la scintilla del cambiamento e da una scintilla può nascere anche un grande incendio ….è il momento della Resistenza ”.
Lorenzo, potrei continuare a riempire pagine e pagine pensando a te, certa che non arriverei mai ad esprimere compiutamente tutto ciò che sento, in particolare l’amicizia, l’affetto, la gratitudine …
Sono sicura di esprimere in questo momento anche i sentimenti di tanti e tanti cittadini di Forlì che hanno avuto la grande opportunità di conoscerti, di ascoltarti, di stimarti.
Lorenzo, nel Giardino dei Giusti che c’è dentro il mio cuore, l’albero che in tuo onore ho piantato non si seccherà mai.

Patrizia Gentilini
Forlì 25 settembre 2007

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Ultimo aggiornamento ( venerdì 28 settembre 2007 )
 
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