E’ morto a Lione, all’età di 78 anni, l’oncologo triestino, Lorenzo
Tomatis. Medico di fama internazionale, il professor Tomatis era stato
direttore dello Iarc, l’Agenzia internazionale per le ricerche sul
cancro, e dal 2003 aveva collaborato con l’Asl di Mantova per l’analisi
conclusiva del rapporto sulla ricerca della diossina nel sangue.
(Di seguito alla triste notizia, uno dei suoi contributi sul principio di precauzione ignorato dai nostri amministratori ndr)
Gazzetta di Mantova
DOMENICA, 23 SETTEMBRE 2007
Chiamato dall’Asl nel pool dei tre saggi
E’ morto l’oncologo Tomatis: lavorava al rapporto diossina
E’ morto a Lione, all’età di 78 anni, l’oncologo triestino, Lorenzo
Tomatis. Medico di fama internazionale, il professor Tomatis era stato
direttore dello Iarc, l’Agenzia internazionale per le ricerche sul
cancro, e dal 2003 aveva collaborato con l’Asl di Mantova per l’analisi
conclusiva del rapporto sulla ricerca della diossina nel sangue. Nato
nel 1929 ad Ancona da padre torinese e madre triestina, Tomatis aveva
vissuto a Trieste fin da bambino. Laureatosi poi all’università di
Torino, aveva iniziato la sua lunga carriera negli Stati Uniti, dove
aveva lavorato fra il 1959 e il 1967. Nell’aprile di quest’anno è stato
attaccato da un male che il più delle volte non perdona, ma nonostante
questo ha sempre continuato a lavorare, anche per Mantova. Ai primi di
settembre avrebbe dovuto partecipare ad un riunione a Milano proprio sul
rapporto diossina, ma i problemi di salute non gli hanno permesso di
essere presente. Nei giorni corsi, però, aveva spedito a Mantova le sue
considerazioni finali sullo studio diossina. Tomatis era stato chiamato
a far parte del comitato tecnico composto da tre saggi per analizzare ed
approfondire la prima relazione sullo studio per la ricerca della
diossina nel sangue compiuto su un campione di mantovani. Tomatis lascia
un’ampia produzione scientifica rivolta allo studio dei rischi
ambientali, cioè a quelli potenzialmente più prevenibili. Legata al suo
nome rimane la collana “Monografie Iarc”. Ogni monografia fa il punto su
una specifica sostanza sospetta di cancerogenicità.
------------------------------------------
http://www.greenpeace.org/italy/campagne/inquinamento/rifiuti/inceneritori/tomatis
Autore
Dr. LORENZO TOMATIS
Presidente Consiglio Scientifico ISDE
[ International Society of Doctors for the Environment ]
Ex Direttore Esecutivo dello IARC
[ International Agency for Research on Cancer ]
Alcuni grandi problemi con i quali dobbiamo confrontarci, quali sono quello di valutare gli effetti avversi sulla salute degli inquinanti ambientali anche a piccole, o relativamente piccole dosi, il possibile effetto additivo fra loro, sia che agiscano contemporaneamente che a distanza di tempo, e la possibile persistenza transgenerazionale degli effetti avversi, sono stati (deliberatamente) trascurati dalle grandi linee della ricerca biomedica.
E' per questa ragione che solo da relativamente poco tempo la ricerca ha messo in evidenza gli effetti nocivi di alcuni inquinanti a concentrazioni estremamente basse. Quelli dei quali si è più parlato sinora sono gli effetti di disturbo sullo sviluppo e le funzioni del sistema endocrino. Altrettanto rilevanti sono però i dati che riguardano un metallo, come il Cadmio, che a concentrazioni che si registrano in ambienti "normalmente" inquinati inibisce il sistema di riparazione del DNA alterando la capacità di risposta cellulare ad altri insulti sia esogeni che endogeni.
Il Piombo (Pb) è stato valutato dallo IARC come probabile cancerogeno umano e incluso quindi nel gruppo 2A della sua classificazione dei cancerogeni. L'esposizione al Pb è stata associata ad un aumento di frequenza di tumori dello stomaco, del rene e dell'encefalo. Il pb causa lesioni del sistema nervoso centrale e a basse concentrazioni può deprimere lo sviluppo mentale e causare serie deficienze nell'apprendimento. Può traversare la barriera placentare e alterare lo sviluppo del sistema nervoso di bambini. Dopo l'abolizione del Pb tetraetile dalla benzina, una fra le fonti principali di emissione di Pb nell'atmosfera è la combustione di residui solidi.
Forse ancora più preoccupanti sono i dati che indicano i rischi legati all'esposizione prenatale, per via transplacentare, a piccole dosi di sostanze chimiche nocive che, senza dare apparenti disturbi alla madre, causano alterazioni permanenti nelle cellule fetali e sono all'origine di una maggiore sensibilità a effetti avversi di esposizioni postanatali, con possibili conseguenze gravi, come l'induzione di leucemie infantili.
Dati recenti hanno anche messo in evidenza che gli effetti avversi causati da esposizione a livelli bassi di sostanze nocive non si manifestano soltanto nella presente generazione, ma possono estendere i loro effetti avversi sulle generazioni a venire attraverso un meccanismo di trasmissione transgenerazionale.
Una prevenzione primaria efficace non può prescindere dalla riduzione drastica delle esposizioni a inquinanti ambientali e quindi, a monte, delle fonti di emissione di inquinanti nocivi.
Commenti () >> |
|
Scrivi commento |
Si deve essere connessi al sito per poter inserire un commento. Registratevi se non avete ancora un account. |
|