Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero
COSTI ESTERNI DELL’ENERGIA E LORO INTERNALIZZAZIONE IN EUROPA. DIALOGO CON L’INDUSTRIA, CON ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE E CON CHI PRENDE LE DECISIONI POLITICHE
a cura di Nadia Simonini
....la traduzione dei primi tre paragrafi del Seminario ExternE, "Costi esterni dell'energia e loro internalizzazione in Europa" segnalato recentemente su Noinc
(vedere anche il documento di Roberto Pirani postato a commento
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)
[Ho avuto difficoltà a tradurre alcuni termini (amenity losses, utilitarian building, avoidance costs) non avendo trovato la traduzione italiana precisa ho messo una parola simile, aggiungendo fra parentesi la definizione inglese per avvicinare di più la traduzione corretta. Se qualcuno le sa e le segnala sarebbe utile]
Quelli che fanno le leggi sul CIP 6 e simili farebbero bene a documentarsi su questi "costi esterni"
Il Seminario conclusivo su:
COSTI ESTERNI DELL’ENERGIA E LORO INTERNALIZZAZIONE IN EUROPA. DIALOGO CON L’INDUSTRIA, CON ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE E CON CHI PRENDE LE DECISIONI POLITICHE
ha avuto luogo venerdì 8 dicembre 2005 a Bruxelles.
INTRODUZIONE
Attività antropiche come la produzione di energia elettrica e i trasporti causano danni sostanziali all’ambiente e alla salute umana, che in gran parte dipendono da come e da dove viene prodotta l’elettricità.. Nella maggior parte dei casi i danni causati non sono integrati nel sistema di determinazione dei prezzi. Prendendo in prestito un concetto preso dall’economia del benessere, la politica ambientale chiama questi danni esternalità dei costi o costi esterni. In base ai principi del benessere della società, la politica dovrebbe mirare a garantire che i prezzi riflettano i costi totali di un’attività, incorporando i costi dei danni causati usando tasse, sussidi o altri strumenti economici. Questa internalizzazione dei costi esterni va vista come una strategia per riequilibrare la dimensione sociale e ambientale con quella puramente economica, il che dovrebbe portare ad una maggiore sostenibilità ambientale. Realizzare questo è un obiettivo chiaro dell’Unione Europea, come viene espresso, ad esempio nel Quinto Programma Strutturale della Commissione Europea e nel Protocollo di Göteborg del 2001.
Per dare sostegno a questa internalizzazione, prima i danni socio – ambientali vanno stimati e monetizzati. Negli ultimi 15 anni ci sono stati notevoli progressi nell’analisi dei costi dei danni ambientali, in particolare grazie alla Rete di Ricerca Europea “ExternE” (Costi esterni dell’energia). Dal 1991, il progetto ExternE ha coinvolto più di 50 gruppi di ricerca in 20 paesi. Gli effetti della produzione di energia sono fisicamente, ambientalmente e socialmente complessi e difficili da stimare ed implicano un gran numero di incertezze, di cose imprevedibili e differenze di opinione talvolta in ultima analisi non risolvibili. Nonostante queste difficoltà, ExternE è diventata una fonte riconosciuta per i metodi e i risultati nella stima dei costi esterni.
DEFINIZIONE DEI COSTI ESTERNI
Lo scopo del Progetto ExternE è di valutare i costi esterni, cioè i più importanti impatti delle attività economiche, riferendosi sia alla produzione, sia al consumo. Fino ad ora, le valutazioni dei costi esterni sono state principalmente applicate ad attività connesse con l’energia, quali il ciclo dei carburanti e attività connesse al trasporto di persone o merci, ma ora l’interesse si sta ampliando e i metodi vengono estesi ad attività quali diversi processi industriali.
Un costo esterno, anche detto ‘esternalità’, si ha quando le attività sociali o economiche di un gruppo di persone ha un impatto su un altro gruppo e quando quel impatto non è interamente riconosciuto o compensato dal primo gruppo. Ad esempio, un impianto di produzione di energia che genera emissioni di SO2, causando danni a materiali di costruzione o alla salute umana, impone un costo esterno. Questo avviene perché il produttore di elettricità non tiene conto dell’impatto sui proprietari degli edifici o su coloro che riportano danni alla salute quando decide sulle attività che causano il danno. In questo esempio, i costi ambientali sono “esterni” perché, sebbene siano costi reali per quei membri della società, il proprietario dell’impianto di produzione di energia non ne tiene conto quando prende le sue decisioni. Da notare che i costi esterni sono non intenzionali e risultano dal fatto che non ci sono diritti di proprietà o mercati per questi effetti ambientali. Il valore potenziale del Progetto ExternE sta quindi nel valutare i costi esterni affinché tali valori siano inclusi nella progettazione di politiche per correggere l’attuale mancanza di questi diritti di proprietà e mercati.
Ci sono parecchi modi per tener conto dei costi per l’ambiente e la salute, cioè per “internalizzare” i costi esterni. Un modo potrebbe essere mediante eco – tasse, cioè mettendo delle tasse sui combustibili e sulle tecnologie dannose, in base ai costi esterni che causano. Ad esempio, se il costo esterno per la produzione di elettricità dal carbone venisse conteggiato nelle bollette per l’elettricità, andrebbero aggiunti da 2 a 7 centesimi per kWh agli attuali prezzi dell’elettricità nella maggior parte degli stati membri dell’Unione Europea. Un’altra soluzione sarebbe di incoraggiare o dare sussidi alle tecnologie più pulite, evitando in questo modo i costi socio-ambientali. Le linee guida della Comunità sugli aiuti statali per la protezione ambientale esplicitamente prevedono che gli stati membri dell’Unione Europea possano concedere aiuti per la gestione, calcolati sulla base dei costi esterni evitati, agli impianti nuovi che producono energia da fonti rinnovabili. Oltre a questo, in molti altri metodi di valutazione ampiamente accettati quali la contabilità ambientale, l’analisi dei cicli di vita ed il confronto di tecnologie, i risultati quantitativi dei costi esterni sono un contributo importante ai risultati globali.
Un’altra applicazione è l’uso delle stime dei costi esterni nelle analisi costi – benefici. In queste analisi i costi per instaurare misure per ridurre un certo carico ambientale vengono confrontati con i benefici, cioè i danni evitati dovuti a questa riduzione. A questo punto si possono calcolare i costi evitati con i metodo qui descritti.
I DANNI VALUTATI
La seguente tabella dà una panoramica degli effetti sanitari e ambientali attualmente inclusi nell’analisi (NB, le ricerche attuali mirano al costante ampliamento di questo elenco). Le categorie principali sono la salute umana (sia gli effetti letali che quelli non letali), gli effetti sulle coltivazioni e sui materiali. Inoltre, i danni causati dal riscaldamento globale, causati dai gas serra sono stati valutati a livello mondiale con ExternE: tuttavia il grado di incertezza per gli impatti da riscaldamento globale è molto più grande che per gli altri danni.
In aggiunta alle stime dei costi dei danni dovuti agli impatti del riscaldamento globale sugli ecosistemi, dove le stime dei costi dei danni hanno gradi di incertezza elevati, si calcolano, come secondo migliore approccio alternativo, i costi marginali o totali di “avoidance” ndt(=elusione; avoidance costs = sono costi effettivi o attribuiti per impedire il deterioramento ambientale mediante processi alternativi di produzione o consumo, o riducendo o astenendosi da attività economiche) per raggiungere degli obiettivi ambientali concordati. I costi per gli ecosistemi sono basati sull’obiettivo politico di ridurre l’area nell’UE dove i carichi critici vengono superati del 50%. Per il riscaldamento globale si usa un prezzo ombra per raggiungere gli obiettivi di riduzione di Kyoto.
I costi esterni per l’energia e i trasporti:
nell’analisi sono incluse le vie di impatto sulla salute e gli effetti ambientali
1)- Categoria di impatto: Salute umana – mortalità Inquinante/carico: PM10a), SO2, NOx, O3
Effetti: Riduzione nella speranza di vita
Inquinante/carico: As, Cd, Cr, Ni, benzene, benzo-[a]-pirene, 1,3-butadiene, particelle diesel
Effetti: Tumori
Inquinante/carico: Rischio di incidente
Effetti: Rischio di mortalità per incidenti stradali e sul lavoro
Inquinante/carico: PM10, O3, SO2
Effetti: Ricoveri in ospedale per patologie respiratorie
Inquinante/carico: PM10, O3
Effetti: giorni di riduzione di attività
Inquinante/carico: PM10, CO
Effetti: Insufficienza cardiaca congestizia
Inquinante/carico: Benzene, benzo-[a]-pirene, 1,3-butadiene
Effetti: Rischio di cancro (non –letale)
Inquinante/carico: PM10
Effetti: Ricoveri ospedalieri per patologie cerebro-vascolariCasi di bronchite cronicaCasi di tosse cronica nei bambiniTosse negli asmaticiSintomi delle basse vie respiratorieI
Inquinante/carico: Pb
Effetti: Neurotossicità (riduzione del quoziente d’intelligenza)
Inquinante/carico: O3
Effetti: Attacchi d’asmaGiorni con sintomi
Inquinante/carico: Rumore
Effetti: Infarto del miocardioAngina pectorisIpertensioneDisturbi del sonno
Inquinante/carico: Rischio d’incidente
Effetti: Rischio di ferite per incidenti stradali e sul lavoro
2)- Categoria di impatto: Materiali da costruzione Inquinante/carico: SO2,sedimentazione di acidi
Effetti: Invecchiamento di acciaio galvanizzato, calcare, malta, arenaria, pittura, rinzaffatura, e zinco per edifici pubblici (utilitarian buildings = edifici pubblici non aperti al pubblico, ma importanti come infrastruttura ad esempio stazione di pompaggio dell’acqua)
Inquinante/carico: Particelle da combustioni
Effetti: Edifici sporchi
3)- Categoria di impatto: Coltivazioni Inquinante/carico: NOx, SO2
Effetti: Differenze nelle rendimento del raccolto di grano, orzo, segale, avena, patate, barbabietola da zucchero
Inquinante/carico: O3
Effetti: Differenze nel rendimento del raccolto di grano, orzo, segale, avena, patata, riso, tabacco, semi di girasoli
Inquinante/carico: Deposito di acidi
Effetti: Aumento della necessità di calcinare
4)- Categoria di impatto: Riscaldamento globale
Inquinante/carico: CO2, CH4, N2O, N, S
Effetti: Effetti a livello mondiale sulla mortalità, morbosità, impatti sulle coste, agricoltura, richiesta energetica ed impatti economici dovuti a cambiamenti nelle temperature ed all’aumento del livello del mare
5)- Categoria di impatto: Perdita di attrattive (amenity losses)
Inquinante/carico: Rumore
Effetti: Perdita di attrattive dovute all’esposizione al rumore
6)- Categoria di impatto: Ecosistemi
Inquinante/carico: Deposito di acidi, deposito di azoto
Effetti: Acidità ed eutrofizzazione (costi di elusione “avoidance costs” per ridurre le aree dove vengono superati i carichi critici
(.......)
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