(il mostruoso Bruciarisorse degli incapaci. ndr noinceneritori)
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Eco delle città
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Inceneritore Roma, le dichiarazioni di Rete Tutela Roma Sud in attesa della sentenza Tar
Il 5
luglio si è tenuta l'udienza al Tar dopo i 5 ricorsi mossi da sindaci e
associazioni locali contro l'inceneritore di Roma. "Due dei ricorsi sono
patrocinati dai legali Claudio Tamburini e Marco Rossi insieme ai
rappresentanti dei ricorrenti tra cui il sindaco Massimiliano Borelli
per il Comune di Albano e il Forum Ambientalista, che rappresenta le
associazioni del territorio riunite nella Rete Tutela Roma Sud", ha
fatto sapere la Rete. La stessa, in attesa della sentenza che dovrebbe
essere pubblicata entro 45 giorni, ha dichiarato come: "Il ricorso può
salvare la Città di Roma da un errore gravissimo, che rischia di
giustificare l’inciviltà della mancata raccolta differenziata e rovinare
un territorio di pregio per sempre"
(segue)
Nella mattinata del 5 luglio si è tenuta l’udienza di merito dei cinque ricorsi sull’inceneritore: “due dei quali patrocinati dai legali Claudio Tamburini e Marco Rossi, insieme ai rappresentanti dei ricorrenti: il sindaco Massimiliano Borelli per il Comune di Albano, il Forum Ambientalista, che rappresenta le associazioni del territorio riunite nella Rete Tutela Roma Sud e le Aziende agricole“, fa sapere la Rete.
In attesa della sentenza, che dovrebbe essere emessa entro 45 giorni: “i ricorrenti sono preoccupati per il perdurare dell’emergenza,
provocata dalla disorganizzazione dell’AMA e da una
deresponsabilizzazione collettiva, che vede conferire nei cassonetti
stradali qualsiasi cosa, dai materassi all’eternit, e rischia di
aggravarsi con l’inceneritore, che farà credere ai cittadini che la
differenziata sia inutile perché “tanto bruciano tutto”, continua Rete Tutela Roma Sud al fine dell’udienza.
“L’inceneritore – proseguono le dichiarazioni della Rete dopo l’udienza – vicino o lontano che sia, non risolve il problema rifiuti,
che va affrontato adesso e non nel 2026, estendendo le pratiche
virtuose della raccolta differenziata porta a porta, se necessario anche
con il supporto dell’esercito, dotando la città di impianti di recupero
materia coerenti con il Piano rifiuti regionale, e riorganizzando
radicalmente l’AMA, con il supporto di aziende innovative e moderne”.
“L’incompatibilità del cronoprogramma con l’emergenza rifiuti e soprattutto con l’evento Giubileo,
utilizzato per giustificare i poteri speciali del Commissario, è
infatti una delle motivazioni del ricorso dibattute oggi in aula.
Sono state inoltre evidenziate le violazioni della normativa europea relativa alla valutazione ambientale,
in base alla quale il Commissario avrebbe dovuto prendere in
considerazione più soluzioni alternative per scegliere la migliore,
analisi totalmente assente nel Piano Rifiuti di Roma, che addirittura
non localizza il termovalorizzatore per impedire le osservazioni dei
cittadini, nonostante fosse già deciso”.
“Il ricorso può salvare la Città di Roma da un errore gravissimo, che
rischia di giustificare l’inciviltà della mancata raccolta
differenziata e rovinare un territorio di pregio per sempre,
che ha adottato un modello di gestione dei rifiuti improntato alla vera
economia circolare, avviando a riciclo fino all’80% degli scarti.
Desta preoccupazione anche il sistema dei controlli per
gli inceneritori esistenti, l’ultimo caso è quello di Livorno dove
ancora una volta è la cittadinanza attiva a costringere le istituzioni
competenti a effettuare controlli, che puntualmente fanno emergere
irregolarità. Nel 2022, ad esempio, l’Agenzia sanitaria regionale
francese ha imposto il divieto di consumo di uova provenienti da
allevamenti a terra nell’area dell’inceneritore d’Ivry-Parigi a causa
dei livelli di diossina riscontrati”.
“Nel 2018 l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha stabilito
che i limiti di diossina negli alimenti sono insufficienti a tutelare
la salute umana e vanno ridotti di 7 volte. A distanza di 5 anni, mentre
gli Stati membri cercano un accordo per recepire tale indicazione nei
Regolamenti, l’indicazione scientifica resta: i limiti di emissioni inquinanti non tutelano la salute delle persone“, conclude Rete Tutela Roma Sud.
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