Cosa ha fatto il Coordinamento dei Comitati della Piana?
- Si è fatto carico (e continua a farsi carico) di informare la popolazione attraverso assemblee pubbliche, conferenze e confronti con esperti sia per sensibilizzare l'opinione pubblica verso i problemi della Piana sia per proporre modelli alternativi all'incenerimento dei rifiuti (una delle più recenti il 25 settembre 2004 con il Prof. Paul Connett nell'ambito della "3° Conferenza Regionale sui Rifiuti"); a questi incontri raramente hanno partecipato rappresentanti delle forze politiche invitate.
- Ha raccolto e presentato agli amministratori 14.400 (quattordicimilaquattrocento) firme di cittadini che si dicono contrari alla costruzione dell'impianto.
- Ha organizzato quattro manifestazioni: il 27 ottobre 2001 su via Pistoiese da Peretola alle Piagge (l'unico giorno senza automobili!), il 1° giugno 2002 in piazza Signoria con uno striscione lungo 100 (cento) metri, il 1° ottobre 2005 all'Osmannoro e Campi a cui hanno partecipato più di 5000 persone e l'8 ottobre 2005 a Prato.
- Ha diffuso due documenti scritti da medici. Nel primo, 56 medici di base affermano che "...anche il moderno incenerimento comporta l'immissione in atmosfera di anidride carbonica e di altre sostanze tra cui assumono particolare rilievo i metalli pesanti, i furani e le diossine.
Numerosi studi evidenziano effetti nocivi delle diossine sull'apparato endocrino, sull'apparato riproduttivo e su quello immunitario.
E' stato inoltre dimostrato che la contaminazione da diossine comporta un significativo aumento delle anomalie dei neonati", affermazioni poi riprese anche dal primario di pneumologia di Careggi Prof. Lopes-Pegna. Nel secondo, nell'ottobre 2005, ben 113 medici ribadiscono la loro preoccupazione.
- Per dimostrare quante bugie vengano dette dai nostri amministratori su quella che loro chiamano "l'opportunità della termovalorizzazione" il Coordinamento ha diffuso molte migliaia di copie di un opuscolo informativo dal titolo "Rifiuti? Non respiriamoli!" corredato da citazioni da riviste scientifiche che attestano studi sulla nocività degli inceneritori.
- Nel 2001 ha richiesto all'ex Assessore alla Sanità del Comune di Firenze Sig. Billi che venisse effettuata una indagine epidemiologica sugli effetti delle emissioni del vecchio inceneritore sulla popolazione; dopo grandi promesse, nulla di fatto.
- In seguito alle pressioni del Coordinamento la Provincia di Firenze ha commissionato all'Agenzia Regionale di Sanità una Valutazione di Impatto Sanitario (V.I.S.) che è stata considerata vincolante all'approvazione del Piano stesso solo grazie alle insistenze dei cittadini e di alcuni consiglieri provinciali.
- Visto il forte impatto che l'impianto di incenerimento avrà anche sulla salute di chi lavora nella Piana, il Coordinamento ha tenuto incontri informativi con i rappresentanti dei lavoratori di alcune aziende, a seguito dei quali hanno dato la loro adesione alla lotta i consigli di fabbrica della Galileo, della Manetti & Roberts e della GKN. A tal proposito il Coordinamento ritiene profondamente ingiusto che nella seconda parte della Valutazione di Impatto Sanitario sopra citata non siano stati conteggiati e considerati le molte centinaia di lavoratori della zona che sarebbero esposti all'inquinamento aggiuntivo dell'inceneritore come e quanto gli abitanti della stessa.
- Ha presentato, insieme al WWF, un Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica impugnando il Piano Provinciale dei Rifiuti.
- Ha organizzato un workshop sui rifiuti nell'ambito del Forum Sociale Europeo del 2002 e ha partecipato a numerose iniziative che avevano per tema i consumi e gli stili di vita, come la Giornata del Non Acquisto, la settimana dell'Impronta Ecologica e altre.
- Nel 2002, il Coordinamento ha sottoscritto un protocollo comune con il Coordinamento dei Comitati cittadini di Firenze che raggruppa una ventina di comitati della città.
- Alcuni membri del Coordinamento nel 2003-2004 hanno partecipato attivamente alla stesura del programma del "Forum per Firenze" ribadendo la necessità di attuare politiche più efficaci di riduzione, riuso, riciclaggio e compostaggio dei rifiuti che rendano inutile il ricorso all'incenerimento.
- Il 1° (primo) settembre 2004 ha aderito alla terza Giornata Mondiale di Azione sui Rifiuti organizzata dall'associazione G.A.I.A. (Global Alliance for Incinerator Alternatives), alla quale hanno partecipato oltre 180 gruppi e comitati in 45 nazioni diverse, per promuovere la strategia "Rifiuti Zero".
Il 7 settembre 2005 ha aderito alla quarta edizione, alla quale quest'anno hanno partecipato più di 200 gruppi di 50 paesi. A proposito della Valutazione di Impatto Sanitario citata precedentemente, va specificato che nella prima fase di questo studio (pag. 85) si parla di dati sconcertanti relativamente alla fascia di popolazione presa in esame (Sesto, Campi Bisenzio, la zona che va da Novoli a Brozzi):
"... emergono alcuni segnali che non permettono di escludere che, relativamente ad alcune patologie, la situazione locale sia peggiore della media provinciale, in una o più subaree e in uno dei due sessi, configurando una ‘baseline' alla quale occorre prestare particolare attenzione. Tali dati potrebbero risultare rilevanti rispetto ad un eventuale aggravamento della situazione ambientale e costituiscono quindi ‘punti di attenzione'. Questi risultati si possono riassumere in:
- eccesso di tumori del polmone nei maschi a ampi
- eccesso di malformazioni dell'orecchio nell'area e urogenitali a Sesto
- un possibile eccesso di malformazione dell'occhio a Campi
- un eccesso di linfomi non Hodgkin nelle femmine a Campi
- un eccesso di ricoveri per patologie dell'apparato respiratorio, prevalentemente neoplasiche
- un eccesso di silicosi a Campi e a Sesto ..."
Occorre notare subito che i dati qui sopra riportati coincidono in modo preoccupante con le patologie rilevate negli studi epidemiologici relativi al rapporto fra emissioni da inceneritori e salute in tutta la letteratura scientifica internazionale.
Il Piano Provinciale dei Rifiuti è stato comunque approvato sebbene manchino dati sui danni che le emissioni dell'inceneritore di S. Donnino (in funzione dal 1973 al 1986) hanno provocato nella popolazione, e nonostante che nella V.I.S. si dica (pag. 31):
"...l'aggiunta (nella zona) di un processo di combustione quale la termovalorizzazione incrementa il bilancio di produzione sull'area degli ossidi di azoto in maniera maggiore rispetto agli altri elementi del Piano Rifiuti" e che (pag. 47) "...l'emissione di diossine aumenta notevolmente negli scenari futuri in ragione dell'inserimento del termodistruttore".
e che (pag. 47) "...l'emissione di diossine aumenta notevolmente negli scenari futuri in ragione dell'inserimento del termodistruttore".
Inoltre in questa prima parte della V.I.S. non viene citata la Ditta Faggi, situata in via E. Majorana, in prossimità del centro abitato di Brozzi e al confine con l'Osmannoro. Si tratta di un vero e proprio inceneritore privato che utilizza la combustione per il recupero dei materiali preziosi da filamenti, amalgame, ecc. Questa Ditta è stata segnalata nel Rapporto Regionale su termovalorizzatori e discariche (1999-2000) perché emetteva diossine in quantità 32 (trentadue) volte superiori al limite consentito e della quale a oggi non sappiamo ancora se sia stata messa a norma oppure no.
Per quanto riguarda i controlli effettuati sugli inceneritori poi, bisogna ricordare che i dati forniti da costruttori ed enti di controllo (ARPAT) non sono rappresentativi del loro effettivo inquinamento giornaliero in quanto rilevati in condizioni ideali di funzionamento.
Non esiste alcuna possibilità di monitoraggio continuo di diossine, furani, metalli pesanti. La legge attuale, inoltre, prevede almeno 2 controlli l'anno e, visti gli elevati costi di tali controlli, non si ha notizia di impianti in cui questi vengano effettuati più spesso. Anche le esperienze dell'estero dovrebbero indurci ad una riflessione più approfondita.
Prima di tutto è bene sottolineare che in Europa si brucia in media solo il 17% dei rifiuti prodotti, il che significa che è possibile intercettare circa l'80% dei rifiuti con una raccolta differenziata "spinta" e adeguata, e non come in Italia dove nel 2003 non si è arrivati al 35%.
Esempi dall'estero: in Irlanda non esistono inceneritori, in Francia si sta riconsiderando la politica di smaltimento dei rifiuti urbani, da decenni basata sull'incenerimento, sottoponendo gli inceneritori che fino a ieri erano vantati come sicuri e non inquinanti, a verifiche approfondite con conseguente chiusura di molti degli stessi, negli Stati Uniti non si costruiscono inceneritori da 7 anni e in molti stati come il Canada, la California, l'Australia e la Nuova Zelanda si stanno portando avanti programmi "RIFIUTI ZERO" che attuano cioè soprattutto politiche di riduzione, riuso, riciclaggio, compostaggio dei rifiuti tali da arrivare (in un tempo prestabilito) a non conferire più rifiuti tal quali in discarica e a non utilizzare più impianti di incenerimento.
Ci sono comunque buoni esempi da seguire anche in Italia, anche se purtroppo sono ancora casi isolati. Nella raccolta differenziata, per esempio, abbiamo realtà comparabili con quella fiorentina come Padova (bacino di 218.000 abitanti) che è al 60,8% mentre il consorzio Milano Est (bacino di 368.279 abitanti) è al 61,7%.
Recentemente nel sestriere Dorso Duro di Venezia, realtà simile per molti aspetti a Firenze, è stata introdotta sperimentalmente la raccolta porta a porta e si è giunti in pochi mesi al 70%. Vi sono esempi ancora più virtuosi, questo perché esistono già delle ALTERNATIVE POSSIBILI.
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