Meno
Rifiuti Piu' Benessere in 10 mosse ritorna con la seconda
edizione per sollecitare il mondo della produzione e della
distribuzione a compiere 10 azioni nel breve e medio termine per
ridurre l'impatto ambientale di imballaggi, promuovere soluzioni
adatte all'uso multiplo ma soprattutto ad innovare attraverso la
progettazione di beni e servizi in un'ottica di economia
circolare.
L'iniziativa partecipa alla Settimana
Europea per la Riduzione dei Rifiuti che si terrà dal 16
al 24 novembre.
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Meno
rifiuti, più benessere: 10 mosse per un uso efficiente delle risorse
e per una società del riciclo
Meno Rifiuti Piu' Benessere ritorna per sollecitare il
mondo della produzione e della distribuzione a compiere 10 azioniper
ridurre l'impatto ambientale di imballaggi, promuovere soluzioni
adatte all'uso multiplo ma soprattutto ad innovare attraverso la
progettazione di beni e servizi in un'ottica di economia circolare.
Meno
Rifiuti Piu' Benessere in 10 mosse ritorna con la seconda
edizione per sollecitare il mondo della produzione e della
distribuzione a compiere 10 azioni nel breve e medio termine per
ridurre l'impatto ambientale di imballaggi, promuovere soluzioni
adatte all'uso multiplo ma soprattutto ad innovare attraverso la
progettazione di beni e servizi in un'ottica di economia
circolare.
L'iniziativa partecipa alla Settimana
Europea per la Riduzione dei Rifiuti che si terrà dal 16
al 24 novembre.
Per coinvolgere e informare anche i
consumatori l'iniziativa focalizza gli imballaggi dei beni di largo
consumo che, insieme agli articoli usa e getta, diventano quel genere
di rifiuto con cui si deve fare i conti quotidianamente e li invita a
firmare la petizione collegata all'appello.
La novità della
seconda edizione consiste nella partenza di una comunicazione
personalizzata alle maggiori aziende dei prodotti di largo consumo
del settore alimentare, della cosmetica e detergenza, nonché le
principali insegne della Distribuzione Organizzata, che
continuerà con il 2014. Ai responsabili delle Aziende, più o meno
virtuose sotto l'aspetto ambientale, verrà chiesto di rendere noto
il proprio impegno rispetto alle 10 mosse, sia per i progetti attuati
che per quelli in fase di pianificazione. Le adesioni ed i relativi
dettagli verranno pubblicati in una pagina dedicata del
sito.
"L'invito
all'azione che Meno Rifiuti più Benessere rappresenta nei confronti
delle aziende, va oltre ai contenuti delle 10 mosse , sia sotto
l'aspetto ambientale che partecipativo. Sotto l'aspetto ambientale
poiché l'impatto complessivo di un prodotto non è limitato al solo
packaging, come la prima mossa evidenzia. Sotto l'aspetto
partecipativo perché riuscire a coinvolgere le aziende a comunicare
pubblicamente il proprio impegno, come avviene all'estero, non è una
modalità alla quale le aziende italiane sono avvezze" afferma
Silvia Ricci, Responsabile Campagne dell'ACV,
Associazione
Comuni Virtuosi.
"Come ACV abbiamo però coinvolto con
successo un buon numero di gruppi della Grande Distribuzione con la
campagna Porta la Sporta. Quest'ultima iniziativa, pensata per
ridurre l'impatto ambientale ma anche economico che i rifiuti da
imballaggio e articoli usa e getta hanno per le casse comunali,
dovrebbe essere una palla che le aziende colgono al balzo per
dimostrare che quanto pubblicato nel bilancio di sostenibilità si
riflette nella prassi aziendale.
Questa iniziativa
rappresenta oltre 3000 cittadini che hanno firmato la petizione, 300
enti locali e diverse associazioni. L'ascolto del cliente , la
collaborazione con le organizzazioni non profit e con gli enti locali
(a favore di obiettivi comuni e a beneficio dei territori ) sono
argomenti che sono di casa nei bilanci di sostenibilità. Pertanto
non possiamo che essere fiduciosi di ricevere prima o poi un cenno di
riscontro alle comunicazioni che stiamo inviando alle aziende e che
proseguiranno anche nel prossimo anno" conclude Silvia Ricci.
LE DIECI MOSSE
1) Ripensare e
innovare i prodotti del domani con una visione di design
sistemico;
2) Minimizzare l'impiego di imballaggi,
ridurre all'essenziale quelli primari
(peso/spessore/dimensioni) ed eliminare il sovra imballaggio
e alcune tipologie di componenti accessorie che impediscono un
riciclo ecoefficiente;
3) Sostituire o eliminare negli
imballaggi quelle componenti che ne impediscono o complicano il
riciclaggio come le etichette sleeves e l’uso di
additivi, coloranti e composti esterni o l'utilizzo di materiali
teoricamente compostabili e riciclabili ma per i
quali non esistono circuiti di raccolta dedicati e impianti di
riciclo diffusi su tutto il territorio nazionale;
4)
Promuovere l’uso di contenitori a rendere (anche in plastica
infrangibile) e progetti di vuoto a rendere come
Vetro
Indietro;
5) Utilizzare ove possibile materiale riciclato
per realizzare il packaging al posto di materia vergine;
6)
Adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli
imballaggi che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al
consumatore il grado di riciclabilità dell’imballaggio
stesso;
7) Nei punti vendita della GDO:
introdurre nel proprio assortimento prodotti a basso
impatto ambientale comunicandone nei punti vendita il valore aggiunto
per orientare il mercato in senso ecologico;
8
) Nei punti vendita della GDO: eliminare
l'overpackaging, e gli imballaggi non o
difficilmente riciclabili nel confezionamento in house e adottare
soluzioni riutilizzabili ad uso interno e per la
logistica dei rifornimenti;
9) Nei punti vendita della GDO:
favorire un cambio di abitudini che spinga i
cittadini consumatori al riutilizzo di contenitori portati da
casa dal settore della detergenza, all'ortofrutta
all'alimentare;
10) Nei punti vendita della GDO: inserire e
valorizzare nell'assortimento prodotti adatti all'uso
multiplo provvisti di ricambi o parti
intercambiabili partendo da oggetti usati quotidianamente come lo
spazzolino da denti e il rasoio.
Nel dettaglio...
La
prima mossa chiede di ripensare e innovare i prodotti verso una
maggiore sostenibilità partendo da un diverso approccio nella fase
di progettazione. Ovvero di utilizzare una metodologia di
progettazione chiamata Design Sistemico che
concepisce un prodotto come parte di un sistema con cui interagisce,
e per tutto il suo ciclo di vita. I sistemi a cui ispirarsi sono
quelli della natura dove il concetto di rifiuto non esiste perché
ogni output di un processo diventa un input, o una risorsa, per nuove
attività. Una sua applicazione eliminerebbe la necessità di dover
intervenire successivamente per risolvere effetti collaterali
negativi per uomo e ambiente.
Già dalla fase di progettazione
di un bene o di un imballaggio la scelta di un materiale
piuttosto che un altro inciderà su tutte le fasi a monte del
processo: dall'estrazione delle materie prime, alla produzione di
energia utilizzata per estrarle e lavorarle, ai trasporti,
etc.
Questa scelta sarà allo stesso tempo determinante quando il
prodotto dovrà essere smaltito. L'azienda che
studia un nuovo prodotto non può quindi esimersi dal considerare
come lo stesso potrà essere recuperato, riciclato o riutilizzato una
volta che terminerà la sua funzione primaria.
Le mosse
successive chiedono non solamente una prevenzione
quantitativa degli imballaggi ma anche una prevenzione del
loro impatto ambientale. E quindi la progettazione di imballaggi
ridotti all'essenziale, totalmente riciclabili e privi di quelle
componenti che ne impediscono un riciclaggio eco efficiente
(etichette sleeve, additivi, opacizzanti e altri abbinamenti di
materiali eterogenei difficilmente separabili).
E ancora
l'utilizzo di materie prime seconde provenienti dal
riciclo per realizzare nuovi imballaggi, l'applicazione di sistemi di
etichettatura che comunichino il grado di riciclabilità degli stessi
e l'introduzione di sistemi di vuoto a rendere per le
bevande.
Infine una maggiore presenza
nell'assortimento di prodotti ecologici adatti all'uso multiplo e
possibilità di acquisto sfuso e alla spina nei punti
vendita della Grande Distribuzione con diffusione capillare su tutto
il territorio promossi da una comunicazione abbinata che ne comunichi
il vantaggio ambientale.
Hanno sottoscritto il
documento circa 300 enti locali e aderito associazioni
nazionali come Greenaccord, Fare Verde, MDF- Movimento Decrescita
Felice, Slow Food Italia , Cittadinanza Attiva, Altroconsumo e
l'Associazione Borghi Autentici d'Italia. Enti locali e
associazioni nazionali e locali vengono inviate a sottoscrivere
l'appello inviando una mail ai riferimenti presenti sulla pagina
dell'iniziativa dove si trovano anche le indicazioni utili alle
Aziende che vorranno aderire.
Anche i singoli cittadini vengono
inviati a firmare la petizione di supporto che ha raggiunto oltre
3000 firme e a diffonderla attraverso i loro contatti e social
media.
L'unica economia possibile è quella che
preserva l'ambiente
Che sia improponibile mantenere per i
prossimi cinquant’anni un andamento di sviluppo economico e di
consumo di risorse come quello attuale, incompatibile con i limiti
fisici del pianeta stesso, è un dato di fatto con cui fare i conti
per progettare il futuro. Anche le conferme emerse recentemente
sull'origine e l'evolversi del riscaldamento climatico contenute nel
Quinto rapporto di valutazione dei cambiamenti climatici dell’Ipcc
esigono urgenti e significative azioni come risposta da parte dei
Governi per ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra. L'Italia,
come si legge nel “riassunto per i decisori politici”, insieme ai
paesi del mediterraneo, dovrà fare i conti con periodi di forte
siccità e piogge violente tra circa 20 anni.
Approvvigionamento
e produzione realmente sostenibile, uso efficace dell'energia e dei
materiali, riorganizzazione dei valori e del tessuto sociale,
culturale ed economico, sono gli strumenti che Governi e Mondo
Economico hanno a disposizione per affrontare le incombenti sfide
ambientali di un pianeta che presto conterà 3 milioni di nuovi
consumatori della classe media.
Lo stesso Commissario Europeo
all'Ambiente Potocnik ha precisato che un mero
miglioramento di efficienza dei processi per ottenere di più con
meno non basta. Serve un'economia capace di progettare per la
riciclabilità, la riparazione e il riutilizzo. Capace di
sviluppare sistemi produttivi aperti, nuovi modelli di business
basati sulla condivisione dei beni e mercati per le materie prime
seconde che permettano un approvvigionamento
sostenibile.
Approfondimento: Profilo del Consumatore
sostenibile
L'indagine che maggiormente ha messo in luce
l'atteggiamento dei consumatori rispetto ai contenuti delle 10 mosse,
risulta quella realizzata dal Dott. Stefano Spillare del Ces.Co.Com
(Centro Studi Avanzati sul Consumo e la Comunicazione)
dell’Università di Bologna, "Che consumatore
sostenibile sei?" per Acquisti
VERDI.it.
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