Oggetto:
Interrogazione orale
urgente “In merito agli impatti ambientali
e sulla salute dell’attività dell’impianto di depurazione di fanghi di
Baciacavallo, nel Comune di Prato”
Gruppo Consiliare Federazione della Sinistra-Verdi
Firenze,
4 aprile 2013
Al
Presidente del
Consiglio
Regionale Toscano
SEDE
Oggetto: Interrogazione orale
urgente “In merito agli impatti ambientali
e sulla salute dell’attività dell’impianto di depurazione di fanghi di
Baciacavallo, nel Comune di Prato”
Ricordato
Che
nell’area di Baciacavallo, nel Comune di Prato – area sud ovest – opera ormai
da molti anni un impianto di depurazione e incenerimento di fanghi civili e
industriali gestito dalla società G.I.D.A a capitale pubblico privato
Che
nelle scorse settimane è stato presentato uno studio – realizzato
dall’Università di Mestre – su commissione di associazioni ambientaliste e
cittadini – su un campione di tre esemplari di pollame allevati nell’area
limitrofa all’impianto in questione. Studio che avrebbe evidenziato – secondo
anche quanto riportato dalla stampa – la presenza di sostanze altamente
tossiche, fra cui diossine, policolorobifenili ed esaclorobenzene. Valori che,
per quanto riguarda le diossine, sarebbero ben al di sopra dei limiti massimi
consentiti dalle norme
Considerato
Che
tali sostanze impattano pesantemente sull’insorgenza di gravissime numerose
malattie, sulla flora, terreni e fauna locale e hanno inoltre potenziali gravi
conseguenze quando – come nel caso – riguardano animali da cibo che quindi
entrano nella catena alimentare
Che
– a quanto riportato dalla stampa – i dati riguardanti le suddette sostanze, in
riferimento alle emissioni dell’impianto in questione nel periodo 2007 – 2012
certificati da Arpat sarebbero invece ben al di sotto dei limiti di legge e che
le analisi sarebbero state effettuate secondo i dettami di legge.
Che
tale discrepanza - secondo quanto riportato dalla stampa relativamente alle
contestazioni avanzate fra l’altro anche da comitati di cittadini e associazioni
ambientaliste – risiederebbe nella metodologia usata per i rilevamenti,
segnatamente in quanto per i dati Arpat si sarebbero prese in esame le
emissioni e quindi non sarebbe possibile stabilire invece l’incidenza delle
ricadute sul territorio circostante.
Che
precedenti studi sull’incidenza di alcune patologie per l’uomo nell’area
circostante l’impianto – svolte negli anni scorsi – avrebbero evidenziato
significative anomalie rispetto alle medie di insorgenza delle patologie
medesime, ma che la ristrettezza delle indagini svolte – secondo alcuni dei
soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda - avrebbe altresì reso poco
attendibili tali studi.
Che,
in occasione di studi dall’Asl di Pistoia effettuati nel 2007 relativi agli
impatti dell’inceneritore di Montale – ma che ha preso in considerazione un
area su cui ricadeva anche i fumi dell’impianto di Baciacavallo – avrebbero
rilevato superamenti dei limiti di legge, fra cui in pollame, delle
concentrazioni di sostanze quali le diossine
Considerato quindi
Che
lo svolgersi della vicenda in questione richieda – al fine di verificare
attentamente lo stato della situazione in merito ai reali impatti ambientali e
sulla salute dell’attività dell’impianto di Baciacavallo – in nome al principio
di precauzione per quanto riguarda la tutela di salute ed ambiente – che si
svolga finalmente una approfondita e completa analisi epidemiologica per quanto
riguarda l’area dove insiste l’impianto in questione
Sono ad interrogare la Giunta Regionale
Per
sapere:
Quali
informazioni abbia in merito ai risultati dello studio sul pollame tenuto
dall’università di Mestre e quali azioni, conseguentemente,– per quanto di
competenza – intenda mettere in atto in
nome del principio di precauzione a tutela di salute e ambiente.
Se
non ritiene di attivarsi in ogni sede – per quanto di competenza – affinché
venga realizzata una approfondita e completa indagine epidemiologica nell’area
dove insiste l’impianto di Baciacavallo
Se
non ritiene che – in nome del già richiamato principio di precauzione – si
debba procedere, in vista e fino alla conclusione dell’indagine epidemiologica,
alla chiusura dell’impianto di Baciacavallo e, qualora le risultanze
dell’indagine facessero emergere un quadro negativo per quanto riguarda la
tutela di salute ed ambiente, di adoperarsi per la chiusura definitiva
dell’impianto stesso.
La Consigliera
Monica
Sgherri
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