Erano
stati accusati di aver messo in piedi un sistema inattaccabile in grado di
smaltire illegalmente tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Nord nelle
campagne dell’agro nolano e casertano. Ed erano stati accusati pure di essersi
accordati con esponenti della pubblica amministrazione (preposti al controllo
degli impianti di trattamento e recupero rifiuti o preposti al rilascio delle
autorizzazioni) o con esponenti delle forze dell’ordine per aggirare l’ostacolo
dei controlli e delle denunce.
Erano
stati accusati di aver messo in piedi un sistema inattaccabile in grado di
smaltire illegalmente tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Nord nelle
campagne dell’agro nolano e casertano. Ed erano stati accusati pure di essersi
accordati con esponenti della pubblica amministrazione (preposti al controllo
degli impianti di trattamento e recupero rifiuti o preposti al rilascio delle
autorizzazioni) o con esponenti delle forze dell’ordine per aggirare l’ostacolo
dei controlli e delle denunce. I fratelli Pellini, noti imprenditori di Acerra,
erano finiti sotto inchiesta col pesante sospetto di aver avvelenato per anni
le terre dell’hinterland a nord di Napoli, in particolare quelle di Acerra,
Bacoli, Giugliano e Qualiano. Una corposa inchiesta articolata in tre tranche
aveva tratteggiato un inquietante scenario di disastro ambientale: in
quell’indagine la collettività, con a capo alcuni agricoltori, aveva riposto
grandi speranze. Invece ieri pomeriggio l’indagine è caduta sotto i colpi di
piccone di una sentenza che ha quasi raso al suolo l’impostazione accusatoria:
il reato di disastro ambientale non ha superato il vaglio dibattimentale; la
contestazione di traffico illecito di rifiuti è stata assorbita dalla
prescrizione o dall’assoluzione a seconda delle posizioni. Cancellata con un
tratto di penna pure l’aggravante della matrice camorristica per aver agito al
fine di agevolare la camorra, nello specifico il clan Buttone di Marcianise. In
piedi sono rimaste solo le accuse di associazione per delinquere e di falso in
relazione alla posizione di sei imputati su 22: i tre fratelli Pellini (Cuono,
Giovanni, Salvatore), i carabinieri Vincenzo Addonisio e Giuseppe Curcio,
nonché Giuseppe Buttone (di Marcianise) hanno rimediato complessivamente 27
anni e 6 mesi di reclusione; gli altri 16 imputati sono invece usciti indenni
dal processo. Ma non è tutto: tra pochi mesi la prescrizione divorerà in
maniera inesorabile anche le due uniche accuse per le quali è intervenuta la
condanna, azzerando così le poche pene. Nel dettaglio il tribunale ha inflitto
4 anni a Curcio e 3 anni e 6 mesi ad Addonosio per una contestazione di falso;
4 anni a Buttone; 6 anni ai fratelli Cuono e Giovanni Pellini, e a quattro anni
a Salvatore Pellini (i tre sono difesi dagli avvocati Marco Bassetta a Lucio
Majorano). I Pellini sono stati condannati per un’ipote- si di falso in
concorso con i due carabinieri e per il reato di associazione per delinquere.
E’ una sentenza che brucia quella disposta ieri: tutti quelli che avevano
avanzato richiesta di costituzione di parte civile sono stati estromessi; il
tribunale non ha riconosciuto il loro diritto ad alcun risarcimento danni. Non
resta adesso che attendere il deposito delle motivazioni della sentenza per
capire il perché di un esito tanto impietoso di un’inchiesta sulla quale
procura e forze dell’ordine avevano speso tante energie. Nella sua requisitoria
il pm aveva difeso strenuamente le risultanze dell’inchiesta (era stata
proposta, infatti, la condanna di tutti e 22 gli imputati a complessivi 230
anni di galera) ed aveva pure cercato di convincere il tribunale che la
prescrizione non era applicabile al processo: “Non decorre la prescrizione
perché il pericolo è tuttora presente”, aveva detto il magistrato tra gli
applausi di cittadini e i rappresentanti di comitati e associazioni che sono
sempre stati presenti alle udienze. Il tribunale però l’ha pensata in un altro
modo. (fonte: Manuela Galletta - Cronache di Napoli)
Il giorno
29/mar/2013, alle ore 20.33, marì ha scritto:
insomma
SMETTETELA DI ROMPERE GLI ZEBEDEI
voi l'inquinamento dei suoli
le falde acquifere avvelenate
le pecore morte
la diossina!!!
BASTA
mettetevi il cuore in pace
oggi
dopo aver trascorso quasi 8 ore in un 'aula dove c'era scritto
LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI
l'ho saputo in maniera inequivocabile :
non c'è avvelenamento!
e se c'è stato è prescritto,
è tutto ok
mangiate le verdure di acerra
mangiate la frutta di acerra
napoletani e campani
tranquilli
accendete un po' di tv.....
Commenti () >> |
|
Scrivi commento |
Si deve essere connessi al sito per poter inserire un commento. Registratevi se non avete ancora un account. |
|