Con una percentuale di differenziazione che ormai ha stabilmente superato
l'80%, nei comuni dei consorzi Priula e Tv3 (Veneto) la produzione di rifiuto
secco non riciclabile, il più inquinante e il più costoso da smaltire, è ormai
ai minimi storici.
A Treviso cittadini
ricicloni e tariffa congelata
Diminuisce la spazzatura e diminuisce, di pari passo, il numero di ritiri per
la raccolta.
Di conseguenza calano i costi per i comuni, che congelano le tariffe.
Con una percentuale di differenziazione che ormai ha stabilmente superato
l'80%, nei comuni dei consorzi Priula e Tv3 (Veneto) la produzione di rifiuto
secco non riciclabile, il più inquinante e il più costoso da smaltire, è ormai
ai minimi storici.
Tanto che da marzo 2013 verrà raccolto porta a porta ogni quindici giorni e
non più una volta alla settimana. La decisione è stata ratificata dalle due
assemblee dei sindaci a seguito della presentazione di uno studio sul servizio
degli ultimi due anni.
I numeri parlano chiaro: la produzione pro capite di rifiuto secco non
riciclabile è scesa sino a 51 chilogrammi per abitante nel territorio del Priula
(-11% rispetto al 2009) e sino a 47 chilogrammi in quello del Tv3 (-32% sul
2009).
“Di conseguenza la quasi la totalità delle utenze domestiche, precisamente il
99% delle 5.527 famiglie per Tv3 e il 98% per Priula, espone il contenitore del
secco meno di 26 volte all'anno; per i due consorzi ben il 77% e il 65% meno di
5 volte l'anno - snocciolano Giuliano Pavanetto e Franco Bonesso,
rispettivamente presidenti del Priula e del Tv3 - guardando più da vicino i dati
sono 5.295 i contenitori da 120 litri mediamente esposti per ogni giro di
raccolta ordinaria sui 61.088 in uso alle utenze domestiche nel territorio del
Tv3 e 9.466 sugli 82.703 in uso nel territorio del Priula. In particolare, sono
i Comuni Tv3 di Caerano, Pederobba e Cavaso del Tomba che hanno la media più
bassa registrata nel 2011, mentre per quanto riguarda i Comuni del Priula i
livelli più bassi si registrano a Monastier, Volpago e Preganziol”.
I dati veneti ci portano a fare un semplice calcolo matematico.
Se applicassimo al nostro territorio i “numeri” raggiungi dal consorzio
Priula, l'ammontare del rifiuto residuo da gestire nel nostro territorio
ammonterebbe a 50 kg pro capite per 440 mila abitanti: il risultato di questa
moltiplicazione è 21mila tonnellate di residuo, a monte di un ulteriore
trattamento che potrebbe subire con il Tmb.
Mal si accompagna un dato del genere, 20 mila tonnellate circa di rifiuto
residuo con un inceneritore che ne deve trattare all'anno 130 mila.
I numeri sono evidenti anche ai cittadini meno attrezzati sull'argomento.
Non si costruisce un inceneritore per 20 mila tonnellate di rifiuto secco
residuo.
Non ha alcun senso economico.
A Parma invece lo stiamo ultimando: un mostro enorme che non sappiamo cosa
mangerà.
O meglio lo intuiamo, i rifiuti di tutta la regione.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 24 ottobre 2012
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