Sappiamo tutti quanto sia difficile garantire tecnicamente uno smaltimento dei rifiuti veramente sicuro ed efficace, soprattutto perché è enorme la quantità di rifiuti che la nostra società produce.
Per questo chi è chiamato a gestire il problema dei rifiuti dovrebbe innanzitutto definire come obiettivo primario la riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte, attraverso interventi coordinati sui produttori, sui consumatori e sul commercio, partendo dalle realtà locali.
I produttori dovrebbero essere stimolati a migliorare i loro cicli produttivi in modo da minimizzare la produzione di ciò che non può essere riusato, riciclato o compostato e i cittadini potrebbero essere educati alla scelta di prodotti con imballaggi meno voluminosi, riciclabili e non inquinanti, cosicché la responsabilità della ricaduta ambientale dei prodotti sarebbe una responsabilità condivisa. Per gli imballaggi sarebbe opportuno che i Comuni trovassero accordi con il CONAI (Consorzio Nazionale per gli Imballaggi) per definire le modalità di raccolta dei materiali anche per quanto riguarda laboratori e industrie.
E' importante sapere che su 1 kg di rifiuti solo 120gr sono rappresentati da materiale non riciclabile, perché in media 280gr sono scarti vegetali, 250gr carta e cartone, 140gr plastica, 80gr vetro, 80gr legno e 50gr metallo. Tutti questi sono materiali che possono essere riutilizzati più volte attraverso una raccolta differenziata seria.
Se ciò avvenisse non ci sarebbe bisogno di costruire nessun nuovo impianto di incenerimento. In alcuni centri italiani e soprattutto all'estero si è adottata la raccolta "porta a porta" con operatori che ritirano i sacchi direttamente a casa, con i rifiuti già separati, e si è passati dalla tassazione alla tariffazione: si creano posti di lavoro e si paga in proporzione ai rifiuti prodotti e non in base alle dimensioni dell'abitazione o al numero dei componenti il nucleo familiare.
In questo modo il cittadino è invogliato a produrre meno rifiuti e a differenziarli correttamente. Inoltre dovrebbero essere create molte "isole ecologiche", ovvero dei centri controllati di raccolta di materiali vegetali, inerti, elettronici, ingombranti domestici e dagli uffici, da selezionare, riparare, recuperare in appositi centri di raccolta, trattamento e valorizzazione.
Tutte queste sono valide, possibili e già praticabili alternative all'incenerimento e all'introduzione nella nostra zona (ma anche altrove!) di un'altra pericolosa fonte d'inquinamento.
Siamo consapevoli che la strada in questo senso non è facile e che è necessario uno sforzo da parte di tutti, ma non si venga a dire che le alternative non sono possibili; forse il problema è che manca il coraggio politico di operare una scelta di buon senso e di vero ascolto delle esigenze dei cittadini, che chiedono soltanto la tutela della salute e il miglioramento della qualità della vita loro e delle generazioni future.
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