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E' nata la "Rete ambientale della Versilia" |
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Scritto da Redazione
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domenica 22 aprile 2012 |
«L’obiettivo è il numero
zero — ha rilevato Massimo Mencarini di Medicina democratica — : zero
rifiuti, zero inquinamento, zero cancro. Le associazioni della Rete possono
marciare separati ma colpire insieme»
La Nazione
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Edizione di
VIAREGGIO
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(dom, 22
apr 2012)
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«Elettrosmog, quattro le morti sospette»
La denuncia del comitato di Pedona durante la
presentazione della Rete ambientale
«VOGLIAMO essere per le istituzioni un valore aggiunto e non un
nemico da combattere».
E’ decisa a dare battaglia per la difesa dell’ambiente e della salute
dei cittadini, la neonata “Rete ambientale della Versilia”, presentata
ufficialmente ieri mattina nei locali del Dopolavoro ferroviario. «Obiettivo
della Rete — spiegano — è quello di unire le forze dei vari
comitati-associazioni per affrontare al meglio i tanti problemi che
affliggono il nostro territorio. La Versilia è la zona della Toscana con il
più alto tasso di mortalità per cancro. Questo significa che le politiche
ambientali non sono state affrontate con il giusto impegno. La Rete è
costituita da persone che hanno a cuore il proprio territorio e vogliono
collaborare con le istituzioni per risolvere i problemi da troppi anni
lasciati a se stessi. Non siamo affetti da sindrome di “Nimby” (Not In My
Back Yard, letteralmente “Non nel mio cortile”), ma per ogni problema
riscontrato proponiamo sempre una alternativa. La Rete è aperta a tutti i
comitati-associazioni e cittadini di buona volontà».
MOLTI sono stati gli interventi. «Tutta la Versilia dovrebbe essere inserita
fra i Sin (Siti di interesse nazionale) per le condizioni di degrado del
territorio e l’elevata mortalità — ha esordito Antonio Dalle
Mura di Italia Nostra — . L’intera Viareggio si avvia a diventare un
ecomostro. Il lago è una pattumiera e il Parco non interviene, l’amianto
viene bruciato a cielo aperto e non ci sono politiche per l’energia pulita».
«L’obiettivo è il numero zero — ha rilevato Massimo Mencarini di
Medicina democratica — : zero rifiuti, zero inquinamento, zero cancro. Le
associazioni della Rete possono marciare separati ma colpire insieme». «Siamo
tutti volontari che dedicano il tempo libero al loro impegno — ha
detto Daniela Bertolucci dell’Associazione per la Tutela Ambientale
della Versilia — . Siamo riusciti a fare chiudere un inceneritore mentre
nessun amministratore ha fatto nulla: con la Rete staremo ancora di più col
fiato sul collo degli enti». Andrea Cecchini di Capezzano Vive ha
annunciato invece che sarà inviata una lettera di risposta all’assessore
regionale Daniela Scaramuccia che aveva affermato che la causa dell’elevata
mortalità da tumori in Versilia era da attribuirsi allo stile di vita
godereccio: la Rete contesta il fatto che ancora non si conoscono i risultati
dell’indagine epidemiologica commissionata dalla Regione. «Già nel 2010 — ha
affermato Jacopo Simonetta degli Amici della terra — avevamo
lanciato l’allarme per l’approvvigionamento idrico e i fatti ci stanno dando
ragione. Ora ci occupiamo del lapideo: sta crescendo l’attività di cava mentre
diminuisce l’attività manifatturiera che compensava gli svantaggi. Abbiamo
presentato i nostri dati ma nessuno ci ha risposto: la cosa più snervante è
proprio questa». Ma la denuncia più pesante è stata fatta da Luca
Coluccini di Pedona Ambiente e Salute: «Su invito del prefetto abbiamo
raccolto dati epidemiologici sugli abitanti della zona per accertare i danni
da elettrosmog: dal 1991 ad oggi un giovane è morto di leucemia e ci sono
state altri tre decessi sospetti in paese, fra cui quello di una bambina di
tre anni. Come si spiega un simile picco di tumori? I dati Arpat sono
lacunosi, si doveva fare una bonifica e invece le antenne sono aumentate, il
Comune era obbligato a fare un monitoraggio ma non lo ha eseguito: chiediamo
che siano trovati siti isolati alternativi per installare i ripetitori e di
essere esonerati dal pagamento dell’Imu per i danni che subiamo».
«Incontriamo sempre un muro di gomma quando ci confrontiamo con Comune,
Provincia o Arpat», ha rimarcato Emilio Cecchini di Salviamo Viareggio,
che ha portato ad esempio il caso delle polveri Pm10: «I dati sono
preccupanti ma non si fa nulla: si pensa che vengano da Milano? E poi: perché
non si controllano le emissioni delle serre?».
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