... Si chiuda il braccio di ferro con i cittadini e si chiudano gli inceneritori “residui” in Toscana, dando inizio ad una stagione di attuazione delle buone pratiche verso rifiuti zero...
Mentre per il 2 e 3 dicembre è previsto a Pistoia, presso la provincia addirittura un incontro nazionale sugli impianti di incenerimento promosso da ARPAT e mentre la Regione sta approntando una nuova normativa di gestione dei rifiuti PROCEDE A RITMO INCALZANTE LA CHIUSURA DEGLI INCENERITORI.
Dopo “il venir meno” di quelli di Pietrasanta (dove per lungo tempo, alla faccia delle rassicuranti dichiarazioni di ARPAT, i dati emissivi sono stati “taroccati”) e di Castelnuovo Garfagnana (inceneritori che accogliendo anni di battaglie anche per le alternative la provincia di Lucca non vuole riaprire assolutamente) è toccato a quello vetusto di Pisa di essere chiuso per sversamento di diossina. Poi, è stata la volta di quello di Scarlino che su sentenza del TAR ha seguito la stessa sorte. Se chi governa in regione avesse un briciolo di buon senso e non fosse sdraiato sull’ideologia dell’incenerimento dovrebbe trarre delle conclusioni molto negative circa gli impatti e la problematicità di questi impianti.
QUESTI INFATTI PRODUCONO UNA INFINITA’ DI PROBLEMI che ormai sono sotto gli occhi di tutti. Continuare a volerli tenere in vita, come nel caso dell’inceneritore di Montale, è SOLO “ACCANIMENTO TERAPEUTICO” che blocca tra l’altro lo sviluppo delle “buone pratiche” non a caso partite in Toscana solo laddove gli inceneritori sono stati bloccati o spenti. Infatti vi è una “correlazione” stretta tra bassi livelli di Raccolta Differenziata ed incenerimento resi evidenti dai casi di Pisa, Livorno, Arezzo (ben lungi dal raggiungere i minimi di RD previsti dalla vigente normativa) nonché da quelli di Montale, Agliana e Quarrata dove la raccolta differenziata supera a stento (vergogna!) il 20%.
Se poi ARPAT volesse essere coerente, a partire dal caso clamoroso dell’inceneritore di Pietrasanta, in cui attraverso il dottor Pellegrini ha sempre rassicurato scagliandosi sempre contro il supposto “terrorismo” dei comitati a dispetto di quello che è accaduto (il taroccamento dei dati) DOVREBBE PRIMA DI TUTTO CHIEDERE SCUSA.
Avevano ragione i cittadini “terroristi” e non gli “avvocati” dell’incenerimento!
Si chiuda il braccio di ferro con i cittadini e si chiudano gli inceneritori “residui” in Toscana, dando inizio ad una stagione di attuazione delle buone pratiche verso rifiuti zero.
Ormai le esperienze internazionali e nazionali dicono che tutto è pronto anche in Toscana per poter evitare l’incenerimento. La provincia di Lucca sta andando in questa direzione e lo stesso possono fare le altre province a partire da quella di Firenze.
Attardarsi ed incaponirsi a sostenere che per Firenze entro il 2015 occorre bruciare oltre 250.000 tonnellate di rifiuti significa non aver letto nemmeno la vigente normativa 205/2010 che antepone la riduzione/riparazione-riuso/riciclaggio a tutto il resto.
Al contrario di perder tempo in estenuanti “giri di parole” per giustificare l’impossibile (e cioè che ci vogliono gli inceneritori) si promuovano i “distretti del riciclaggio” incontrando le ragioni di una nuova economia in grado di tutelare i territori da tutti i punti di vista.
Pertanto attendiamo un solo esito dal convegno in oggetto: LA IMMEDIATA CHIUSURA DELL’INCENERITORE DI MONTALE!P. Ambiente e Futuro
Rossano Ercolini
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