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Taranto, tra ILVA e veleni...
[Caro Vendola, non è che la diossina a piccole dosi fa bene (riferito al fatto che con grande solerzia, veramente degna di miglior causa, ti sei offerto di costruire 4 o 5 “termovalorizzatori” (lo sai vero che è l’inizio della beffa a danno dei cittadini, se non della truffa, chiamarli termovalorizzatori anziché correttamente inceneritori?) inceneritori che magari di diossina ne emettono molta meno di ILVA e magari avvelenano meno persone nel breve raggio essendo necessarie pochissime persone per mandare avanti un inceneritore MA OGNI DOSE DI DIOSSINA E’ UNA OVERDOSE e uccide alla lunga o alla breve come l’abnorme quantità che è stato concesso all’ILVA di emettere in atmosfera finora. Ben venga quindi ogni iniziativa e mobilitazione per costringere ILVA a rispettare la vita di operai e abitanti e mettere in atto subito ogni accorgimento tecnico e di organizzazione del lavoro che permetta questo, senza ricatto occupazionale e senza mai più monetizzare la salute. Ma dai tu per primo il buon esempio, la tua “omeopatia” in questo caso è malefica quanto l’inondazione di ILVA, daresti il buon esempio anche a molti altri governatori in giro per l'Italia...]
Caro Presidente del Consiglio, Taranto è una città splendida ma sofferente. La fabbrica - la grande fabbrica che doveva essere il suo polmone produttivo, simbolo e vita della città - sembra essersi rovesciata contro le attese e le speranze di una intera comunità. Inquinamento, malattie tumorali, distruzione del territorio, lo sfregio di interi quartieri condannati a vivere senza poter aprire le finestre: queste sono le immagini che compaiono nelle lettere e nei disegni che i bambini tarantini ogni giorno mi inviano. ( Lettere e disegni che ho voluto raccogliere in un libro che Le invio come un promemoria oltre che come un dono ). Talmente alta è la soglia di allarme fra i cittadini che oggi qualsiasi tipo di attività e di impresa viene considerata ( e contrastata ) come se fosse un colpo di grazia alla tempia di una città allo stremo. In questo contesto la Regione Puglia è intervenuta per modificare, per riequilibrare, per provare a coniugare le ragioni della salute e quelle del lavoro. E' stato sottoscritto un protocollo di intesa che ha coinvolto ILVA e tutte le parti sociali, un accordo di programma con il Ministero dell'Ambiente ha indirizzato le procedure di AIA ( autorizzazione integrata ambientale ). Il tutto per modificare in concreto le condizioni ambientali, per ridurre l'inquinamento, per far respirare la gente e dare una speranza di futuro.Alcuni obiettivi sono stati raggiunti: 72 progetti di risanamento ambientale in ILVA sono già stati realizzati, un'altra sessantina sono in corso o programmati, è stato rimosso l'amianto, dismesse le apparecchiature al PCB, ridotto il cumulo di olivina, applicata una sperimentazione sulle diossine per ridurne la carica distruttiva, migliorate le emissioni in atmosfera, ma tutto questo non basta. Altre città, come Genova, si sono semplicemente liberate della fabbrica e hanno visto repentinamente cambiare la loro vita e riscoperto il colore del cielo. A Taranto questo non è possibile ma non è possibile neanche continuare così, con piccoli miglioramenti segnati su un calendario troppo lungo. La città non ne può più. Il management dell'Ilva sa che abbiamo perseguito con realismo e rispetto l'obiettivo di una radicale ambientalizzazione delle strutture produttive del colosso siderurgico. E quel management non può replicare alle spasmodiche attese della città minacciando, sia pure velatamente, il ricorso al ricatto occupazionale.Occorre fare scelte coraggiose, scelte non più procrastinabili, scelte di vita. Ecco perché la Regione intende chiedere ed ottenere da ILVA interventi efficaci, ecco perché non possiamo accontentarci di spalmare in 5 anni una riduzione significativa delle diossine, ecco perche Le chiedo di aiutarci cambiando quella norma che stabilisce un limite così alto a questo veleno che vi rientra tutto. E' la stessa richiesta che ho avanzato al precedente Governo e che Le rinnovo per conto di tutti i pugliesi. In attesa di un gentile riscontro, La saluto cordialmente. NICHI VENDOLA
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BARI 26 marzo 2008 - " Caro Presidente, noi bambini siamo molto preoccupati per la nostra salute. Qui tanti bambini muoiono a causa dell'inquinamento. Faccia qualcosa ": quella di Francesca, seconda elementare della scuola XXV Luglio di Taranto è una delle circa 2000 lettere che oggi un gruppo di bambini appartenenti all'Associazione di volontariato contro l'inquinamento di Taranto ha consegnato al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per chiedere più attenzione da parte dei politici alle tematiche ambientali. Vendola, intrattenendosi a lungo a parlare con i bambini, spiegando che fabbriche grandi come l'Ilva, devono diventare quanto più possibile " ecologiche ", ha annunciato che le lettere saranno raccolte in un libro che verrà pubblicato dalla Regione. E proprio la Regione - ha spiegato - " è impegnata, cosa mai fatta in passato " in controlli costanti dell'aria e del territorio tarantino, e in incontri per giungere ad accordi con il governo per la bonifica del terreno, e in confronti con l'Ilva per intese finalizzate a ridurre l'inquinamento prodotto ( la diossina emessa oggi è di 4,9 nanogrammi su un metro cubo, e la regione vuole giungere ad un abbassamento di 1 nanogrammo )- " .Vogliamo trasformare - ha detto Vendola - i luoghi che ora sono simboli della morte in simboli della vita ", e tutto questo - ha aggiunto - deve accadere a Brindisi e a Taranto che sono due città tra le più inquinate d'Europa. Quindi una promessa ai bambini e un impegno preciso: " il 21 marzo del prossimo anno, il primo giorno di primavera, o brinderò con voi perché abbiamo raggiunto obiettivi significativi o sarò con voi a fare barricate ". Il presidente dell'Associazione di volontariato, un medico pediatra, Pino Merico, accompagnato da genitori, nel corso dell'incontro ha sottolineato: " La politica deve guardare negli occhi idi Taranto ".... fonte: Gazzetta del Mezzogiorno.
(Nota: le lettere sono state reperite su: http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=8746 non siamo riusciti a trovare l’originale, la fonte è attendibile ndr)
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