INFORMAZIONE DI SERVIZIO
Re_SET Firenze 1.2.2019
A Firenze si è costituito il nucleo
locale della Rete SET – Sud Europa di fronte alla Turistificazione, una rete di
numerose città e di numerose esperienze di base che dalle Canarie, alla Spagna,
all’Italia, a Malta e alla Grecia, si oppongono all’attuale modello di
sfruttamento dei territori e delle comunità locali da parte dell’industria
turistica.
La Rete SET si pone l’obiettivo di
affrontare gli effetti dell’estensione dell’industria turistica sui territori
coinvolti: diritto all’abitare, proliferazione di locazioni turistiche,
svendita del patrimonio storico e del patrimonio pubblico, saturazione del
trasporto pubblico, infrastrutturazione pesante delle aree, espulsione degli
abitanti dei centri storici, diffusione del lavoro precario nella filiera del
turismo. Questi sono alcuni dei temi al centro del dibattito e dell’azione
della Rete.
Le città
italiane che
attualmente aderiscono a SET Italia sono: Bergamo, Bologna, Firenze, Genova,
Napoli, Rimini, Roma, Venezia.
Venerdì 1
febbraio, ore 18, presso La Polveriera Spazio Comune verrà presentato il progetto di rete
SET in Europa e il neonato nucleo fiorentino, per raccontare come ci si sta
muovendo per studiare e affrontare un fenomeno tanto vasto e impattante.
Sarà
occasione per presentare l’incontro nazionale della rete a cui il gruppo sta
lavorando. Evento che si terrà proprio a Firenze nei primi tre giorni di marzo
e darà l’opportunità di condividere con altre realtà analisi e pratiche ma
anche di mostrare alla città stessa la fabbrica che è divenuta e i nuovi
padroni a cui chiedere conto.
info: https://setfirenze.noblogs.org/
–
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*SET-Firenze
Vedi anche: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/25/firenze-dallaeroporto-ai-nuovi-mercati-generali-pronta-una-spaventosa-colata-di-cemento/4441706/
di
Antonio Fiorentino
L’annosa partita dell’espansione edificatoria
dell’area a nord ovest di Firenze è giunta a uno degli snodi cruciali:
l’approvazione del nuovo
piano urbanistico di Castello (PUE), variante di quello
del 2005 sottoscritto da
Ligresti, Domenici e Biagi, che
prevedeva la cementificazione di 440.000 mq di
superficie e che è poi naufragato
tra mille polemiche e inchieste della magistratura.
Questa variante è diventata la condizione
necessaria per sbloccare
tutti gli altri progetti che interessano l’area, dalla
cosiddetta Cittadella
viola, al nuovo aeroporto intercontinentale, alla terza corsia
dell’autostrada, alla nuova sede della Mercafir
(mercati generali). Un mosaico di interventi di 536 ettari, pari alla Firenze entro i
viali. Una spaventosa
colata di cemento, che renderebbe vani i propositi di
riqualificazione ambientale così tanto sbandierati con l’approvazione del Parco
Agricolo della Piana. Un eco-mostro tentacolare contro il quale l’area
metropolitana dovrebbe insorgere
Non è un caso quindi che la Giunta
Nardella stia forzando le procedure per accelerarne i tempi
dell’approvazione, prevedendola in Giunta ed escludendo il Consiglio Comunale.
Inascoltate le reiterate richieste di approfondimento della discussione
presentate dalla consigliera Miriam
Amato. A giustificazione di queste disinvolte procedure viene
indicata la riduzione delle superfici edificabili e il fatto che si tratta di
un’area già pianificata.
In realtà, la Variante modifica profondamente
le destinazioni previste, cambiando radicalmente il progetto di piano, il
carico urbanistico sull’area, le relazioni con il contesto, oggi profondamente
mutato. La Variante fa riferimento ad un atto
delle Regione Toscana annullato dal TAR
(1310/2016) per la parte relativa all‘ampliamento
dello scalo secondo lo schema della pista parallela all’autostrada e non
si capisce come il Documento
della Valutazione Ambientale Strategica faccia costante
riferimento a questa.
Evidenti i caratteri di illegittimità anche in
capo alla tutela di alcune funzioni previste: lo Studentato e la Mercafir ricadono
nella “zona di tutela A”
dell’attuale aeroporto, mentre lo Studentato ricade anche nell’
“Ambito di salvaguardia B” del Piano
Regionale, aree in cui non sono ammesse nuove costruzioni se non finalizzate al
nuovo aeroporto. Il Parco di Castello dovrebbe ospitare i nuovi piazzali degli
aerei e il nuovo terminal passeggeri.
Delle due l’una, o il parco o i servizi aeroportuali.
La nuova Variante si rivela per quello che è, un tentativo maldestro di
soddisfare gli interessi dei vari soggetti coinvolti cercando di inserire
funzioni e volumetrie laddove i numerosi vincoli presenti e futuri lo impedirebbero,
un guazzabuglio infarcito di errori e contraddizioni tali da compromettere le
future possibilità di riqualificazione ambientale dell’area.
Ambiente & Veleni | 25 Giugno 2018
“Ambito di salvaguardia B” del Piano
Regionale, aree in cui non sono ammesse nuove costruzioni se non finalizzate al
nuovo aeroporto. Il Parco di Castello dovrebbe ospitare i nuovi piazzali degli
aerei e il nuovo terminal passeggeri.
Delle due l’una, o il parco o i servizi aeroportuali.
La nuova Variante si rivela per quello che è, un tentativo maldestro di
soddisfare gli interessi dei vari soggetti coinvolti cercando di inserire
funzioni e volumetrie laddove i numerosi vincoli presenti e futuri lo impedirebbero,
un guazzabuglio infarcito di errori e contraddizioni tali da compromettere le
future possibilità di riqualificazione ambientale dell’area.
Ambiente & Veleni | 25 Giugno 2018
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