L'onore e la coscienza inghiottiti da una lubrica avidità e altrettanto indecente piacere di leccare il cu.. ai potenti. Le mani imbrattate di merda, ma i soldi non puzzano... (msirca)
a
Parma.
Lo
“sblocca Italia” renziano ( art.35) consente di bruciare rifiuti da
qualunque parte provenienti
Da:
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Inviato: mercoledì 27 maggio 2015 07:35
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Oggetto: [Rete NoInc] Inceneritore di Parma, il silenzio dei colpevoli
Inceneritore di
Parma, il silenzio dei colpevoli
Quando il
potere ammutolisce
La
food valley-pattumiera non è il miglior biglietto da visita per una terra che
mostra fiera al mondo le sue creature, scolpite in qualità e gusto sopraffini.
Un
angolo di paradiso dove il cibo ha sempre accompagnato il passo dell'homo
sapiens seguendone anche l'evoluzione, fino a diventare la terra stessa del
cibo, madre fertile di sapori e saperi unici nel pianeta.
Che
altro sono altrimenti le iperboli alimentari note in tutto il mondo con il loro
nome italianissimo che già nel suono rianima i palati e stilla le acquoline?
E' una
musica alta.
Culatello
di Zibello, Salame di Felino, Spalla Cotta di San Secondo, Prosciutto di
Parma...
Possenti
sinfonie che ammaliano e fanno sedere a tavola con la gioia nel cuore.
Un
inceneritore che doveva servire a rendere autonomo il territorio provinciale,
improvvisamente cambia vestito e con un gioco svelto si trasforma con una nera
magia in un divoratore di veleni, in arrivo da mezzo mondo.
Il
patto con il territorio era chiaro: altre soluzioni non esistono, i nostri
scarti sta noi gestirceli e, mai e poi mai, verrà dato il via libera a rifiuti
stranieri.
Impegni
stracciati, vilipesi, ridicolizzati.
E un
futuro completamente cambiato, senza batter ciglio, senza nulla domandare.
Io
Golia metto i piedi sulla vostra terra minuscola e vi schiaccio e vi sfrutto
secondo i “miei” scopi ed interessi, e nulla mi importa dei patti sottoscritti.
Cancello
ogni pagina del passato per imporre il mio futuro, fatto di business e di
bilanci, per arricchire gli azionisti, che annusano solo il profumo dei soldi,
senza degnare di attenzione gli altri profumi, quelli veri e benefici.
Il
pugno di ferro sta per scagliarsi e pare trovare difese di burro.
Non
vola una mosca, non stormiscono nemmeno le fronde, tutto tace.
Tacciono
gli industriali che sullo scrigno alimentare hanno costruito la loro ricchezza,
tacciono i consorzi che difendono (?) l'unicità dei prodotti del territorio,
tacciono i poteri.
Tacciono
i sindacati, tacciono i partiti che hanno prodotto lo scempio nel 2008 e oggi
di vergognano di quanto sta accadendo per merito loro, tacciono le chiese che
ogni volta si girano dall'altra parte se l'argomento è troppo vicino ai
potentati.
E' un
silenzio surreale che questa volta pare incomprensibile ma anche inaccettabile.
Possibile
che chi produce secondo la Carta di Milano, a poche centinaia di metri dal
camino, taccia?
Possibile
che si creda davvero nella finzione “Tout va très bien madame la Marquise”?
Noi
non ci possiamo credere, perché sarebbe infantile pensarlo.
Attendiamo
il fuoco ardente dell'orgoglio ferito alzare immani, ardenti fiamme.
A meno
che sul ponte sventoli già bandiera bianca.
Aldo Caffagnini
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