Dissociatore/disgregatore molecolare = inceneritore
Scritto da Redazione   
lunedė 21 giugno 2010
La Chiarezza: Se infatti il Coordinamento non ha avuto nessuna difficoltà a reperire i dati del monitoraggio relativi a un impianto simile costruito in Scozia, la stessa cosa non si può dire per quelli dell'impianto sperimentale costruito a Peccioli dallaBelvedere Spa. "L'Arpat ci ha negato le informazioni - spiegano dal Coordinamento - spiegandoci che l'impianto è di proprietà privata e che dunque loro non erano autorizzati a rivelare i risultati del monitoraggio. Ma l'Arpat è una società regionale, dunque pubblica, e l'aria monitorata viene respirata da tutti, non solo dai legittimi proprietari dell'impianto".

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I Comitati chiedono chiarezza e tutele. Giovedì la conferenza dei servizi

Il Coordinamento ottiene l'istituzione di un tavolo tecnico a cui siederanno il Comune di Pontedera e la Ecofor Service: "Fondamentale - spiegano dal Coordinamento - il blocco delle procedure avviate". Alla vigilia della Conferenza dei Servizi, prevista per giovedì 24 giugno, in cui si deciderà la sorte del progetto dell'impianto di disgregazione molecolare per rifiuti industrialipresentato dallaEcofor Service Spa, il Coordinamento gestione corretta rifiuti Valdera, annuncia battaglia e quello che potrebbe esser un primo risultato. Dopo l'incontro del 4 giugno con il sindaco di Pontedera Simone Milozzi, il Coordinamento, formato da associazioni, pariti, movimenti, comitati e singoli cittadini, ha ottenuto l'istituzione di un tavolo tecnico a cui siederanno insieme al Comune di Pontedera e alla Ecofor Service. Se ancora una data non è stata fissata certo è che i preparativi per la sua convocazione sono già iniziati, tanto che su richiesta del Sindaco il Coordinamento ha già fornito i nomi di coloro che parteciperanno in sua rappresentanza, fra i quali un ingegnere chimico e un chimico industriale. Un tavolo tecnico che nelle intenzioni del Coordinamento gestione corretta rifiuti Valdera dovrà avere le caratteristiche di "trasparenza, chiarezza e istituzionalità", come ha spiegato Michele Campana. E che contemporaneamente, proprio per avere un senso, dovrà essere accompagnato dal blocco delle procedure già avviate.
Dunque, a meno che la convocazione del tavolo non sia fissata prima di giovedì, possibilità quanto meno remota visti i temi ormai ristretti, si dovrà attendere la riunione della Conferenza dei Servizi per capire la "sincerità" delle intenzioni dell'amministrazione pontederese ( che nella precedente riunione, rinviata a questa settimana, non aveva ancora depositato il suo parere) e diEcofor Service dall'altro. "Mancata informazione ai cittadini e una gestione dei rifiuti che non si cura dei danni alla salute, di quelli ambientali e dell'eccessivo consumo del territorio". Questo è ciò che denuncia ilCoordinamento gestione corretta rifiuti Valdera nella sua azione contro la costruzione di un dissociatore molecolare a Gello. Andiamo per punti. La Chiarezza: Se infatti il Coordinamento non ha avuto nessuna difficoltà a reperire i dati del monitoraggio relativi a un impianto simile costruito in Scozia, la stessa cosa non si può dire per quelli dell'impianto sperimentale costruito a Peccioli dalla Belvedere Spa. "L'Arpat ci ha negato le informazioni - spiegano dal Coordinamento - spiegandoci che l'impianto è di proprietà privata e che dunque loro non erano autorizzati a rivelare i risultati del monitoraggio. Ma l'Arpat è una società regionale, dunque pubblica, e l'aria monitorata viene respirata da tutti, non solo dai legittimi proprietari dell'impianto". La Salute: Definito commercialmente "disgregatore molecolare" l'impianto è definito dalla normativa europea come inceneritore e come tale produrrà emissioni in atmosfera che preoccupano i membri dei comitati e delle associazioni. Una preoccupazione a cui si aggiunge quella legata ai meccanismi di funzionamento dell'impianto. I rifiuti verranno caricati e scaricati in celle stagne che, dopo la prima attivazione, saranno già calde, come spiega Alessio Tempesti, ingegnere chimico: "Ciò vuol dire che quando si comincerà a caricare nuovamente le celle i primi rifiuti inseriti inizieranno probabilmente a riscaldarsi e ad emettere gas, mettendo a rischio la salute dei lavoratori". L'altro passaggio che genera timori è quello relativo allo scarico della cenere che deriva dal processo di combustione dei rifiuti. "Per esperienza - spiega l'ing. Tempesti - posso dire che in questa fase una parte delle ceneri estratte attraverso una motopala che le carica su un nastro viene dispersa e dunque trasportata dall'aria".L'Ambiente: Non pochi, inoltre, sono i dubbi sulle ripercussioni ambientali che tale impianto avrà sul territorio. Dall'aumento del flusso dei tir impiegati per trasportare i rifiuti industriali a quelli che condurranno i reagenti chimici necessari al fine di depurare i gas prodotti dal processo di disgregazione molecolare: una parte dei quali servirà a generare energia elettrica (il rendimento è previsto al 16%), mentre la rimanente una volta trattata finirà in atmosfera. "Per non parlare poi della necessità di smaltire le ceneri derivate dalla combustione di rifiuti, che - come tengono a sottolineare dal Coordinamento- saranno introdotti nell'impianto in maniera indifferenziata". Sarà proprio la diversificazione dei rifiuti industriali sottoposti al trattamento, secondo il chimico Stefano Pinoli, insieme al funzionamento in discontinuità dell'impianto, a produrre un gas dalle caratteristiche variabili. Di fronte "a una scelta che dunque rischia di provocare danni alla salute e all'ambiente" la richiesta del Coordinamento è dunque quella di trovare strade alternative, rispettose di coloro che sul territorio vivono e che siano coerenti con gli indirizzi in materia della Comunità Europea che orienta la gestione dei rifiuti in direzione del riciclaggio e del riutilizzo.

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Ultimo aggiornamento ( lunedė 21 giugno 2010 )