La "torta" di Veolia |
Scritto da msirca | |
luned́ 25 gennaio 2010 | |
Sarà certamente un errore in buona fede ma può essere una spia della poca attenzione in un tema così cruciale....
Sesto F.no 25 gennaio 2010 Comitato contro gli inceneritori, Sesto Fiorentino Veolia: “SCIVOLARE SU UNA TORTA”
Sui numeri non si dovrebbe discutere, difficile che la matematica possa essere una opinione, di Veolia conosciamo episodi controversi nella conduzione di impianti di incenerimento (questa potrebbe essere una analisi fatta da soggetti in conflitto di interessi, che costruiscono o gestiscono inceneritori quindi potrebbero agire “pro domo sua”), la diffidenza è motivata.Risulta che Veolia abbia tra l’altro presentato domanda di partecipazione alla procedura di gara relativa alla scelta di un socio privato di minoranza per Newco -costituenda società mista- cui verrebbe affidata la progettazione, costruzione e gestione dell’impianto di Case Passerini, nel comune di Sesto Fiorentino Nota: Un curatore dello studio in questione accredita in parti di complemento dello studio stesso, gli USA di incenerire il 13,5% circa anziché il 36% attribuito nella “torta”. Il gigante americano: il più grande produttore di rifiuti Gli Stati Uniti sono il produttore di rifiuti più grande del mondo con oltre 226 milioni di tonnellate di rifiuti urbani raccolte nel 2006.Dal punto di vista normativo la materia è disciplinata da una legge del 1975 più volte soggetta ad emendamenti, nello stile legislativo statunitense, il più importante dei quali risale al 1984.Il soggetto più importante di attuazione della politica ambientale americana è l’EPA che nel 1989 ha adottato una strategia di intervento sui rifiuti del tutto simile a quelle disegnate dai Piani di intervento comunitari con la strategie delle 4 R (riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero energetico). In termini generali salta alla vista il ruolo ancora predominante delle discariche che accolgono ancora oggi oltre il 50% dei rifiuti urbani, anche se si assiste ad una progressiva e drastica riduzione dei siti (dai 6.300 degli anni ’90 ai 1754 del 2006). Si stima che la capacità di stoccaggio residua sia di 19 anni anche se varia molto da luogo a luogo, conmaggiori difficoltà nelle grandi città.Questo ha portato, anche sulla base di considerazioni economiche, a stimolare le attività di riciclaggio. È il caso di New York che, forte di uno studio che ha determinato il costo del riciclaggio per tonnellata raccolta inferiore a quello per la messa in discarica (50 dollari contro 70 per quanto riguarda il vetro), ha lanciato dal 2004 una forte campagnadi sostegno alla raccolta differenziata. Sempre in termini di sostegno al mercato delle materie prime seconde si deve segnalare il programma, voluto dall’EPA, di coinvolgimento degli enti pubblici nell’acquisto di materiali riciclati. Il forte potere di acquisto dell’amministrazione americana, che vale circa 8 punti di PIL, ha determinato uno spiccato orientamento del mercato verso il recupero e la commercializzazione delle materie prime seconde e dei manufatti apartire da materiali riciclati.A livello nazionale la situazione in termini di sistemi di trattamento e smaltimento è piuttosto semplice, come evidenzia il grafico sottostante:
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Ultimo aggiornamento ( luned́ 25 gennaio 2010 ) |