Barak Obama con commento |
Scritto da msirca | |
luned́ 09 febbraio 2009 | |
dal blog del
dal blog del Commento: Forse possiamo metterla così: di fronte alla crisi evidente e pervasiva del neoliberismo e della finanziarizzazione dell' economia reale, il capitalismo cerca di ristrutturarsi, abbandonando il neoliberismo o almeno le sue facce più impresentabili.Riprende un nuovo discorso sociale, alzando intanto - e non è poco nell' ottica di un rilancio dell' egemonia del capitalismo atlantico - la bandiera spettacolare di Obama con sopra tutti gli aspetti simbolici che sappiamo. In realtà la crisi globale in atto - che è insieme crisi ecologica, economica, energetica, alimentare, tutte alimentate dalla guerra che continua ad essere preventiva e duratura, a dispetto di Obama - è crisi dei presupposti stessi del capitalismo, a principiare dalla insostenibilità ecologica e sociale di due dei suoi elementi strutturali : sfruttamento dell' uomo - e della donna - (in particolare forza lavoro migrante) con estensione planetaria delle disuguaglianze e tendenziale azzeramento delle riserve materiali e biologiche (materia-energia fossile e biodiversità) con pesantissime ripercussioni sulla salute umana e su quella del Pianeta che ci ospita. In questo quadro, e semplificando moltissimo, se Bush era il portavoce delle corporazioni petrolifere ed energetiche e dell' unilateralismo militare, Obama sembra candidarsi a essere il portavoce del capitalismo pensante che ha preso consapevolezza della gravissima situazione ecoenergetica e sociale che tende a minare l' ordine sociale attuale e il ruolo egemone degli U.S.A. Le iniziative di Obama sembrano essere in sintonia - sul piano interno - con una sorta di soluzione integrata : rilancio dell' industria automobilistica, uso di energie rinnovabili in particolare fotovoltaico, rilancio di una estesa infrastrutturazione (autostrade, ferrovie, ponti ecc.) con conseguente ennensima distruzione del territorio americano, risparmio di materia nella produzione di merci e conseguente ipotesi di avviare una strategia rifiuti zero. La durezza dei fatti - la crisi ecoenergetica - impone questo ripensamento. Non v' ha dubbio che questa nuova situazione, impone a noi di capire quali siano le mosse più utili per una inversione di rotta nell' uso della natura e nelle relazioni sociali ( nel quadro di uno stop alla guerra e ai rigurgiti del nucleare ). Ho molte speranze, ma non sono troppo ottimista, pensando al nostro modo di agire. Infatti, in qualsiasi modo leggiamo quanto sostiene il blog di Barack Obama circa rifiuti zero, non v'ha dubbio che il tema produzione-rifiuti è preso nella sua complessità: proprio quello che noi spesso ci rifiutiamo di fare, privilegiando ora l' aspetto impiantistico, ora quello sanitario, ora quello energetico, visti in modo separato (va senza doverlo dire che ciascun tema che ho citato è fondamentale, a principiare da quello nocività/salute). Proprio per rompervi i "maroni" fino in fondo, ricordate quante volte negli anni passati abbiamo sottolineato, nella Piana, il tema dei servizi e l' intreccio tra oligopolio, aziende miste privato-pubblico, servizi industriali legati agli impianti (il vero affare : la rivincita (?) dell' economia reale su quella finanziaria, prima di Obama)? ma abbiamo aspettato l'invito di “un'altracittàunaltromondo” per affrontarli pubblicamente (Valeria per l' insieme dei comitati nell' incontro l' ABC…. di mercoledì prossimo): non potevamo farlo prima? Intendiamoci: va benissimo così, né ho niente contro Ornella De Zordo: a averne.............. In ogni caso, utilizzare come argomento il blog di Obama ci torna utile; in particolare per sottolineare l' insostenibile pesantezza e arretratezza di quante/i nella piana fipopt - e non solo nella piana fipopt - pretendono di governarci. Basta non cadere nell' ennesimo imbroglio. Ci sarebbe lo spazio, anche nel campo della produzione di merci e dei prodotti post produzione e post consumo, per costruire dal basso strutture di autogestione e autorganizzazione (porta a porta e riutilizzo/riciclaggio come salario indiretto, ad esempio). In soldoni: continuare in quello che è giusto e aumentare di complessità: a partire da Napoli 18/21 febbraio, 5° colloquio internazionale di ZWIA (Zero Waste International Alliance) che cade a fagiolo: toccherà/toccherebbe fare la nostra parte come movimento Rifiuti Zero italiano. fabrizio bertini Commenti
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