Barak Obama con commento
Scritto da msirca   
luned́ 09 febbraio 2009

dal blog del
Presidente degli Stati Uniti d’ America che parla di rifiuti zero…

http://my.barackobama.com/page/group/ReduceReuseRecycle

“Reduce the amount and toxicity of trash you discard....
“Ridurre quantità e tossicità dei rifiuti che produciamo.
Riusare contenitori e prodotti; Riparare ciò che si è rotto o donarlo a qualcuno che sia in grado di ripararlo. Riciclare il più possibile, includendo l’acquisto di beni prodotti con materiali riciclati....

dal blog del
Presidente degli Stati Uniti d’ America che parla di rifiuti zero…

http://my.barackobama.com/page/group/ReduceReuseRecycle

“Reduce the amount and toxicity of trash you discard.
Reuse containers and products; repair what is broken or give it tosomeone who can repair it. Recycle as much as possible, which includes buying products with recycled content. I think we, as a nation, should
set federal standards with achievable target dates requiring all states to recycle plastic, aluminium, paper, et cetera, incrementally working toward a goal of zero waste. Come on! All non-human animals do it every
day.
Are we not supposedly the smartest animals? “

“Ridurre quantità e tossicità dei rifiuti che produciamo.
Riusare contenitori e prodotti; Riparare ciò che si è rotto o donarlo a qualcuno che sia in grado di ripararlo. Riciclare il più possibile, includendo l’acquisto di beni prodotti con materiali riciclati. Io penso che, come nazione, dobbiamo approvare norme federali, con scadenze reali, che impongano a tutti gli
stati di riciclare plastica,alluminio,carta, ecc. lavorando ad un processo incrementale che ci porti al traguardo rifiuti zero. Avanti! Tutti gli animali eccetto l’uomo lo fanno ogni giorno. Non pensiamo noi
di essere la specie più evoluta?”

 

Commento:

Forse possiamo metterla così:  di fronte alla crisi evidente e pervasiva del neoliberismo e della finanziarizzazione  dell' economia reale, il capitalismo cerca di ristrutturarsi, abbandonando il  neoliberismo o almeno le sue  facce più impresentabili.
Riprende un nuovo discorso sociale, alzando intanto  - e non è poco nell' ottica di un rilancio  dell'  egemonia del capitalismo atlantico - la bandiera  spettacolare  di Obama con sopra tutti gli aspetti simbolici che sappiamo.
In realtà  la crisi globale in atto - che è insieme crisi ecologica, economica, energetica, alimentare,  tutte alimentate dalla guerra che continua ad essere preventiva e duratura, a dispetto di Obama -  è crisi dei presupposti stessi del capitalismo, a principiare  dalla insostenibilità ecologica e sociale di due  dei suoi elementi strutturali : sfruttamento dell' uomo - e della donna - (in particolare forza lavoro migrante) con estensione planetaria delle disuguaglianze e  tendenziale azzeramento delle riserve materiali e biologiche (materia-energia fossile e biodiversità)  con  pesantissime  ripercussioni sulla salute umana e su quella del Pianeta che ci ospita.

In questo quadro, e semplificando moltissimo, se Bush era il portavoce delle corporazioni  petrolifere ed energetiche e dell' unilateralismo militare, Obama sembra  candidarsi a essere il portavoce  del capitalismo pensante  che ha preso consapevolezza della gravissima situazione  ecoenergetica e sociale che tende a minare l' ordine sociale attuale e il ruolo egemone degli U.S.A.

Le iniziative  di Obama sembrano essere  in sintonia - sul piano interno - con una sorta di soluzione integrata : rilancio dell' industria automobilistica, uso di  energie rinnovabili in particolare fotovoltaico, rilancio di una estesa   infrastrutturazione (autostrade, ferrovie, ponti ecc.) con conseguente
ennensima distruzione del territorio americano, risparmio di materia nella produzione di merci e  conseguente  ipotesi di avviare una strategia rifiuti zero.
La durezza dei fatti - la crisi ecoenergetica -  impone questo ripensamento.

Non v' ha dubbio che questa nuova situazione, impone a noi di capire quali siano le mosse più  utili per una inversione di rotta nell' uso della natura e nelle relazioni sociali ( nel quadro di uno stop alla guerra e
ai rigurgiti del nucleare ).
Ho molte speranze, ma non sono troppo ottimista, pensando al nostro modo di agire.
Infatti, in qualsiasi modo leggiamo quanto sostiene il blog di Barack Obama circa rifiuti zero, non v'ha dubbio che il tema produzione-rifiuti è preso nella sua complessità: proprio quello che noi spesso ci rifiutiamo di  fare, privilegiando ora l' aspetto impiantistico, ora quello sanitario, ora quello energetico, visti in modo separato (va senza doverlo dire che ciascun tema che ho citato è fondamentale, a principiare da
quello nocività/salute).

Proprio per rompervi i "maroni" fino in fondo, ricordate quante volte negli anni passati abbiamo  sottolineato, nella Piana,  il tema dei servizi e l' intreccio tra oligopolio, aziende miste privato-pubblico, servizi industriali legati agli impianti (il vero affare : la rivincita (?) dell' economia reale su quella finanziaria, prima di Obama)? ma abbiamo aspettato l'invito di “un'altracittàunaltromondo” per affrontarli pubblicamente (Valeria per l' insieme dei comitati nell' incontro l' ABC…. di mercoledì prossimo): non potevamo farlo prima?
Intendiamoci: va benissimo così, né ho niente contro Ornella De Zordo: a averne..............

In ogni caso, utilizzare come argomento il blog di Obama ci torna utile; in particolare per sottolineare l' insostenibile pesantezza e arretratezza di quante/i nella piana fipopt - e non solo nella piana fipopt - pretendono di governarci.  Basta non cadere nell' ennesimo imbroglio. Ci sarebbe lo spazio, anche nel campo della produzione di merci e dei prodotti post produzione e post consumo, per  costruire dal basso  strutture di autogestione e autorganizzazione (porta a porta e riutilizzo/riciclaggio come salario indiretto, ad esempio).
In soldoni: continuare in quello che è giusto e aumentare di complessità: a partire da Napoli  18/21 febbraio, 5° colloquio internazionale di ZWIA (Zero Waste International Alliance) che cade a fagiolo:  toccherà/toccherebbe fare la nostra parte come movimento Rifiuti Zero italiano.
fabrizio bertini


Commenti
come si era detto...
scritto da msirca, febbraio 09, 2009

invito a commentare, sulla scia della puntuale analisi di F. Bertini


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