Quanto costa un cancro al polmone?
Scritto da Redazione   
giovedì 04 dicembre 2008

Uno dei forni della morte, cancrovalorizzatori, pervicacemente voluti da una amministrazione di sinistra per sfruttare il 7% della bolletta ENEL, “estorto” e destinato a inceneritoristi cancristi e petrolieri inquinatori, anziché essere destinato alla produzione di energia da fonti rinnovabili, come dovrebbe essere. Per ottenere questo finanziamento miliardario a fondo perduto, il cancrista Chiamaparino non ha esitato a allearsi con Alleanza Nazionale. Pecunia non olet. La salute delle popolazioni non conta, un cancro al polmone è valutato da questi signori 7.854€, e un cancro non fatale 127€ (centoventisette euro)… es. linfoma Hodgkin: un anno fra chemio e radioterapia e altri anni di angoscia per esami ogni qualche mese…se va bene...

 
----- Original Message -----
From: Topino Roberto
Sent: Tuesday, December 02, 2008 7:50 AM
Subject: [Rete NoInc] Quanto costa un cancro al polmone?

Il forno (il cancrovalorizzatore, ndr)
di Roberto Topino

L'inizio dei lavori per la realizzazione dell'inceneritore del Gerbido ha richiamato la nostra attenzione sui danni alla salute causati dalle emissioni dell'impianto.
Un documento realizzato dal costruttore in collaborazione con il Politecnico ha anche stimato il costo in euro delle varie malattie provocate.
Si tratta di un documento che potete trovare [http://www.stefanomontanari.net/images/pdf/danno_inceneritore.pdf], (vedi anche tabella in “Documenti” sezione “quello che vi hanno mai detto”) e che ha suscitato non poche perplessità tra coloro che lo hanno letto.
I danni presi in considerazione sono quelli normalmente descritti dalla letteratura scientifica internazionale: malattie respiratorie, infarti, trombosi e tumori causati da cadmio, cromo, arsenico, idrocarburi policiclici aromatici, nichel, diossine.
E' stata realizzata una tabella e nell'ultima colonna è stato riportato il danno in euro per ogni anno di esercizio dell'impianto.
Due esempi: il cancro da cromo costa 58.178 euro e il cancro al polmone da idrocarburi policiclici aromatici costa 7.854 euro.
Mi sembra agghiacciante che si parli in termini monetari di malattie, che possono colpire tutti noi e mi chiedo come sia possibile che qualcuno cerchi ancora di dire che non esiste nessuna evidenza di effetti negativi sulla salute umana nelle città dove è attivo un inceneritore.
E' anche vero che c'è chi nega l'Olocausto.

Se qualcuno mi dimostrerà che sto sbagliando sarà il benvenuto, perché sono molto preoccupato per la nostra salute.
   http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=93 27/11/2008 - Sondaggio dell'Università di Torino: si riduce la diffidenza verso l'impiantoL'inceneritore unisce Pd e Pdl
Commenti
errore economico e sociale... (oltee che disastro sanitario)
scritto da D. Bono e G. Drogo, dicembre 04, 2008

Questa sera ci siamo recati al Coordinamento dei comitati no tav, in quel di Condove (Val di Susa) a nome della Rete Nazionale Rifiuti Zero.
Il Coordinamento ha collettivamente deliberato di affidare alla Rete Nazionale uno spazio dal palco della
grande manifestazione NO TAV (che si terrà dal 6 all'8 di
dicembre tra Susa e il presidio di Venaus), per propugnare la causa "rifiuti zero", oltre che aggiornare sulle vicende torinesi del Gerbido (la cui fase di "incantieramento" cioè di bonifica del sito
destinato all'impianto, è iniziata da oltre 20 giorni) e di Settimo Torinese.
Il momento è sicuramente bollente, con la Provincia che ha da poco rifiutato con sterili argomentazioni gli esiti dello studio del Politecnico di Torino,
che riconosce il sovraddimensionamento del Gerbido qualora la Provincia stessa si prefiggesse di raggiungere i livelli di RD previsti per legge,
livelli che il Piano Provinciale Generale dei Rifiuti ovviamente disattende (previsioni di poco superiori al 50% al 2012). Non contenti, l'Ass. all'Ambiente della città di Torino, Mangone, ha recentemente presentato le
difficoltà economiche che gli impediranno di estendere il "porta a porta" a tutta la città (ad ora ne usufruiscono solo 1/3 degli abitanti) vista la
situazione di collasso finanziario delle casse comunali (oltre 3 miliardi di euro di debiti)...peccato che i soldi per l'inceneritore e i 40 milioni di euro di compensazioni ai comuni confinanti col Gerbido invece siano sempre a disposizione.

Speriamo che insieme ad un nuovo vigore per la battaglia NO TAV, volta a preservare l'identità e la salubrità di un'intera valle, da questo momento nasca una forte consapevolezza a Torino così come in tutta Italia e nel
mondo, che gli inceneritori sono un errore economico e sociale, ancorchè ambientale, e che non solo un'alternativa plausibile e realistica
all'incenerimento dei rifiuti esiste, ma che i cittadini la esigono e la chiedono fortemente, affinchè sia possibile preservare un futuro vivibile alle generazioni che verranno...

In ogni caso A SARA' DURA, ma ci proveremo...!!

Davide Bono e Gianfranco Drogo
Rete Nazionale Rifiuti Zero
Torino



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