A cosa, a chi, servono gli inceneritori
Scritto da msirca   
giovedì 06 novembre 2008

Il Sole 24 ore sabato 01/112008 pg 23

Rifiuti e sprechi Piani faraonici

...Con questo sistema, è l'accusa contenuta nel dossier, «sono stati pagati, sotto forma di lavoro straordinario o di consulenze, una pletora sconfinata di persone, erogati fiumi di denaro pubblico e garantiti scambi di commesse». Senza parlare degli interessi mafiosi, su cui ha lanciato l'allarme la Corte dei conti.

Comunico, a chi fosse interessato, che sta per uscire con il sole 24 ore (giovedì 6 novembre)
la seconda parte dell'articolo allegato.
 
per approfondire sugli ultimi eventi siciliani:  www.eccetera.org

Il Sole 24 ore sabato 01/112008 pg 23

Rifiuti e sprechi Piani faraonici

Emergenza rifiuti in Sicilia: l'inceneritore non c'è
ma brucia soldi comunque

Un dossier anonimo al vaglio della Procura di Palermo, di cui Il Sole 24 Ore è in possesso, svela i retroscena della gara per l'inceneritore palermitano di Bellolampo, uno dei quattro che dovranno essere costruiti in Sicilia. E denuncia la speculazione sull'emergenza rifiuti nell'Isola: «Una trovata inventata ad hoc - la definisce l'estensore del documento - per poter attribuire gli appalti in deroga alle leggi esistenti».
Con questo sistema, è l'accusa contenuta nel dossier, «sono stati pagati, sotto forma di lavoro straordinario o di consulenze, una pletora sconfinata di persone, erogati fiumi di denaro pubblico e garantiti scambi di commesse». Senza parlare degli interessi mafiosi, su cui ha lanciato l'allarme la Corte dei conti.
Le denunce dell'anonimo, sulla cui fondatezza dovrà pronunciarsi la magistratura, si sommano a quelle espresse in modo esplicito da un dirigente dell'assessorato regionale per il Territorio e l'ambiente, Gioacchino Genchi, responsabile del servizio per la tutela e l'inquinamento atmosferico.
Genchi è stato rimosso e poi reintegrato nell'incarico per non avere concesso le autorizzazioni alle emissioni dei termovalorizzatori. Ha subito ogni forma di mobbing. È stato aggredito fisicamente dal suo diretto superiore (il filmato è su YouTube). Ed è stato attaccato verbalmente, durante un'audizione alla Commissione bicamerale sui rifiuti, dall'ex governatore Totò Cuffaro. Adesso l'ufficio legislativo e legale della Regione, cui s'era appellato, ha giudicato illegittimi i provvedimenti che erano stati emessi contro di lui. Resta il danno alla persona.
Quella di Bellolampo è una delle quattro gare annullate dalla Commissione europea, che avrebbero dovuto portare alla realizzazione di quattro termovalorizzatori: a Palermo, Augusta, Casteltermini-Campofranco e Paternò. Le gare sono state ritenute nulle dall'Unione per la mancata pubblicazione dei bandi sulla Gazzetta europea proprio mentre a Bellolampo erano in corso i lavori di sbancamento.
Il ben documentato anonimo riferisce espisodi gravi e non smentiti. Per esempio, sostiene che due dei tre «componenti della commissione che si era pronunciata sui progetti erano incompatibili perché avevano avuto rapporti di lavoro-consulenze con alcune ditte che si erano aggiudicate l'appalto». Stranamente, di questo conflitto d'interessi nessuno sa o ricorda niente: né Felice Crosta, presidente dell'Arra (Agenzia Regionale Rifiuti e Acque), né il direttore dell'Osservatorio sui rifiuti, Salvatore Raciti. L'anomino, inoltre, denuncia che le imprese aggiudicatarie non avevano ancora, al momento della presentazione dell'offerta, la disponibilità fisica dell'area su cui edificare l'impianto. Tra queste spiccano l'Actelios, della famiglia Falck, e l'Amia, del Comune di Palermo.
La vera emergenza siciliana non sono tanto i rifiuti, che pure nessuno sa più dove mettere, quanto le gare per i quattro inceneritori che avrebbero dovuto garantire la quadratura del cerchio. Il nuovo bando, allo studio dell'Arra, dovrebbe essere presentato entro novembre. Ma la questione che scotta è il risarcimento che dovrà essere riconosciuto alle società aggiudicatarie della gara annullata. Per aggirare l'ostacolo, nel nuovo bando è stata inserita una clausola che obbligherà l'aggiudicatario subentrante a rilevare i progetti di quello uscente. Ma essa suscita perplessità e rischia di mandare deserta la nuova gara. In tal caso, dice Crosta, «i lavori potrebbero ritornare nelle mani dei vecchi aggiudicatari oppure i progetti potrebbero essere rilevati dal pubblico».
Nel frattempo è scoppiata la grana del Cip 6, gli aiuti di Stato che consentono a chi produce elettricità da fonti rinnovabili o "assimilate" di vendere l'energia al gestore della rete elettrica nazionale a prezzi particolarmente remunerativi. Per gli impianti di incenerimento, la norma era stata soppressa dal Governo Prodi a causa di una procedura d'infrazione dell'Unione Europea. La Ue ha ritenuto che l'elettricità generata da un termovalorizzatore, che brucia plastica e carta, non possa essere assimilata a quella di un impianto eolico o a gas.
Il problema è che, per un inceneritore, la produzione e vendita di energia rappresentano la fetta più consistente dell'utile. Senza questa norma, dunque, il piano siciliano sui rifiuti rischia di saltare. Chi può essere interessato a un'impresa che non consenta una remunerazione adeguata del capitale investito? Nessuno. Tant'è vero che il Governo regionale, ora presieduto da Raffaele Lombardo, preme su quello nazionale perché il Cip 6, uscita dalla porta, rientri dalla finestra. Su questa contropartita occulta si gioca la gestione dei rifiuti in Sicilia: si drammatizza l'emergenza, che pure c'è, per offrire al Governo un appiglio per reintrodurre la vecchia norma.
Spiega Angelo Palmieri, presidente del Wwf Sicilia: «I termovalorizzatori siciliani potranno bruciare circa il 65% dei rifiuti, a cui va sommato il 20% di frazione organica stabilizzata che dovrà essere portato in discarica. In totale si arriverà all'85%, un piano che non ha confronti in altre parti del mondo. In Danimarca, dove si bruciano più rifiuti, la quota di incenerimento è del 38%, in Germania del 22%, in Austria del 10 per cento. È assurdo: l'impianto di Bellolampo avrà una capacità di 546mila tonnellate, mentre Vienna, una città che è il doppio di Palermo, ha un impianto da 250mila tonnellate e una raccolta differenziata del 60%, contro il 3,4% di Palermo».
 
Commenti
la mafia vuole gli inceneritori e i governi glieli regalano
scritto da msirca, novembre 08, 2008

http://www.noinceneritori.org/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=22&dir=DESC&order=name&Itemid=28&limit=5&limitstart=10

07/11/08 il Sole24H, Patto di Cosa Nostra sugli inceneritori


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Ultimo aggiornamento ( martedì 11 novembre 2008 )