Pro memoria per chi vuole bitumare le strade con i residui dell'incenerimento
scritto da Cirano, luglio 29, 2008
RIFIUTI: UE, NUOVE REGOLE SU INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI
(ANSA) - ROMA, 28 LUG - Via libera anche dal Consiglio Ue al regolamento proposto dalla Commissione in materia di ''persistent organic pollutants'', cioe' i Pop, inquinanti organici persistenti, ossia sostanze pericolose per l'ambiente rilasciate dai processi industriali. Il provvedimento mira a aggiornare le norme vigenti che stabiliscono le modalita' attraverso le quali devono essere trattati e distrutti i rifiuti costituiti o che contengano Pop, in modo che queste sostanze particolarmente dannose per l'ambiente siano distrutte o trasformate in modo irreversibile. Le nuove regole modificano il regolamento quadro in materia, il n. 850/2004 applicando anche il dettato dell'ottava conferenza delle Parti cella Convenzione di Basilea che ha adottato le linee guida tecniche generali per la gestione ecosostenibile dei rifiuti costituiti da inquinanti organici persistenti, che li contengano o ne siano contaminati. Il regolamento proposto definisce quindi anche i livelli di distruzione e trasformazione irreversibile, necessari per assicurare che non sia presente alcuna caratteristica di pericolosita' propria di tali inquinanti e identifica i metodi per l'abbassamento delle emissioni in atmosfera e delle diossine. (ANSA). XLO
28/07/2008 10:27
da NO Inc Nazionale
scritto da msirca, agosto 05, 2008
Vi giro
Ciao
S. T.
SEVESO
Effetto diossina, trent'anni dopo
Lincidente che avvenne nella bassa Brianza nel 1976 ha continuato a causare ipotiroidismo nei nuovi nati a decenni di distanza dallesposizione delle madri
I bambini subiscono ancora gli effetti della nube di diossina che, nel 1976, investì un'area densamente popolata del comune di Seveso, in seguito a un incidente negli impianti chimici della Icmesa. Lo documenta, su Plos Medicine, lo studio di un gruppo internazionale di ricercatori guidati da Andrea Baccarelli dell'Università di Milano e della Harvard School of Public Health.
Secondo gli autori infatti, a tuttoggi il numero di bambini con disfunzioni alla tiroide (ipotiroidismo neonatale) è circa sei volte maggiore tra i figli di donne che sono state esposte alla diossina (in particolare alla Tccd o 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, uno dei tipi più tossici), che non tra gli altri bambini.
La diossina è un agente chimico che persiste nellambiente e si accumula nei tessuti. Per valutare limpatto dellesposizione negli anni, i ricercatori hanno studiato circa mille bambini nati tra il 1994 e il 2005 da quasi duemila donne esposte alla Tccd. Le madri sono state divise in due gruppi (A e B) a seconda del grado di contaminazione dellarea in cui risiedevano allepoca dellincidente. Sono stati poi presi, come un gruppo di riferimento (R), bambini le cui madri risiedevano nella zona circostante non contaminata.
La presenza di disfunzioni della tiroide è stata rivelata tramite la concentrazione nel sangue di tireotropina (Thyroid secreting hormone o Tsh), un ormone che stimola lattività della ghiandola. Alti livelli di Tsh sono infatti associati a una tiroide che non lavora a pieno regime, un malfunzionamento che può portare a danni permanenti nello sviluppo fisico e cerebrale. Stando a quanto riportato, i bambini ipotiroidei partoriti da donne residenti nellarea non contaminata sono circa il 3 per cento (sul totale dei nati nella stessa zona). Nelle zone interessate dalla nube, invece, le percentuali sono maggiori: nellarea ad alta contaminazione (B) sarebbero circa il 5 per cento, mentre, per i luoghi ad altissima contaminazione (A), i ricercatori parlano di un 16 per cento. Unaltra analisi, inoltre, effettuata su 51 coppie madre-neonato, indica che la concentrazione di diossina nel sangue delle donne è effettivamente correlata al livello di tireotropina nei bambini.
Se nei modelli animali è stato evidenziato che lipotiroidismo neonatale può essere causato dallesposizione della madre alla Tccd, nellessere umano questa correlazione è controversa. Lo studio si inserisce quindi in questo panorama e conferma che la diossina può avere effetti a lungo termine negli esseri umani, anche a distanza di decenni dallesposizione. (a.g.)