Succede nell'impianto di Vedelago..
Scritto da Redazione   
martedì 03 giugno 2008
...Se dovessi mai scrivere un articolo sulla gestione dei rifiuti, partirei con due premesse:
1) Il costo delle materie prime continua ad aumentare. E' più logico bruciarle o recuperarle?
2) Chi deve fare scelte in nome della collettività, ha il dovere morale di informarsi, di studiare le esperienze migliori e di considerare tutte le alternative praticabili, privilegiando quelle che   rispettano  l'essere umano e l'ambiente
Venerdi 30 maggio sul settimanale "La Riviera", con diffusione nelle prov. di Imperia e Savona
A VEDELAGO LA SPAZZATURA LA FANNO DIVENTARE SABBIA
Se dovessi mai scrivere un articolo sulla gestione dei rifiuti, partirei con due premesse:
1) Il costo delle materie prime continua ad aumentare. E' più logico bruciarle o recuperarle?
2) Chi deve fare scelte in nome della collettività, ha il dovere morale di informarsi, di studiare
    le esperienze migliori e di considerare tutte le alternative praticabili, privilegiando quelle che rispettano  l'essere umano e l'ambiente.
Di seguito descriverei l'immenso valore culturale di una corretta e virtuosa gestione del ciclo dei rifiuti. Dell'alto valore educativo e civico rappresentato dalla responsabilizzazione dei comportamenti individuali e collettivi. Tanto importanti oggi che la società deve affrontare innumerevoli problemi di ordine pubblico, anche a causa del minore senso civico.
Ma, tutto sommato, queste parole potrebbero risuonare vuote, prive di un riscontro oggettivo nella nostra realtà.
E allora, forse, userei il pragmatismo di un' imprenditrice del Nord-Est:
“Semplicemente avevamo un problema con il secco non riciclabile e ce lo siamo risolto”.
Queste poche parole racchiudono il nocciolo della questione.
Carla Poli, titolare del “Centro riciclo” di Vedelago, si occupa di rifiuti dal 1990. La sua azienda
seleziona i materiali provenienti dalla raccolta differenziata di circa 1 milione di abitanti e la destina alle industrie che utilizzano i rifiuti differenziati come materia prima (45 impianti in Italia e in Europa).
Ma dalle procedure di riciclo, avanzava, comunque, uno scarto: il 10/15% del materiale in entrata (all'incirca il residuo di una buona raccolta differenziata).
“Prima ricorrevamo anche noi all'incenerimento ed avevamo un certo tipo di costi ..”
Infatti lo scarto doveva essere smaltito in discarica o bruciato. Ma qui esce il puro spirito imprenditoriale:
quello che era un costo (secco incenerito e in discarica), è diventato una risorsa. Nel maggio
2007 “ è entrato in funzione il nuovo impianto del Centro che consente appunto di riutilizzare
anche il secco non riciclabile. "
“Ora, con il nuovo impianto, costa molto meno il riciclo e per di più ci viene pagato quello che
produciamo, dato che si tratta di un buon prodotto. Abbiamo azzerato i costi di smaltimento, dato che non ricorriamo più alla discarica o agli inceneritori".
Ad Aprile 2008 il residuo delle lavorazioni del centro era meno dell'1% dell'input in entrata.
Magia?
No. Impegno, ricerca e sperimentazione. Proprio quello che chiedono alle imprese gli stessi che vogliono bruciare tutto. Strano no?
La Poli ha messo a punto una linea di estrusione che, a partire dal residuo delle lavorazioni precedenti, produce una sabbia sintetica, che trova immediata collocazione, sia nell’industria della plastica che nell’edilizia(al posto della sabbia naturale), con benefici economici ed ambientali molto significativi.
L' azienda, con la collaborazione dell'Università di Padova e delle aziende utilizzatrici, ha testato le caratteristiche chimico-fisiche di questa sabbia, rispondenti alla norma UNI ,ottenendo un prodotto di qualità.
I Test hanno messo in evidenza anche le caratteristiche migliorative conferite ai manufatti con l’utilizzo di tale prodotto (coibentazione, portanza, isolamento, ecc,).
E tutto questo senza l'aiuto di sovvenzioni pubbliche, investendo capitali propri, passando in pochi anni dai 4 dipendenti iniziali, ai 58 del 2008.
Il dato importante è che il processo di produzione di sabbia sintetica può essere applicato, con alcuni accorgimenti migliorativi della raccolta, alla frazione secca residua urbana (quello che rimane dopo la divisione di umido e i “classici” materiali riciclabili). Si ottiene un prodotto con idonee caratteristiche per essere certificato e impiegato e ciò che per la collettività è un costo di smaltimento diventa un profitto d’impresa che può ridurre le tariffe a carico dei cittadini.
Secondo le prove svolte dal Centro Riciclo e dall’Università di Padova, il residuo di selezione interno è molto simile al residuo indifferenziato prodotto dai cittadini e raccolto con i sistemi di raccolta domiciliare; il residuo pertanto può essere riciclato, a patto che l’umido sia in percentuali inferiori al 5% circa e alcuni flussi vengano distinti; ad esempio, al Centro Riciclo raccomandano di intervenire sui pannolini, perché questo passaggio da solo può consentire di mantenere le impurità entro limiti accettabili dalle lavorazioni.
La qualità dei prodotti nel mercato delle materie secondarie non ha problemi di collocazione, per i continui aumenti di richieste specialmente da parte dei mercati internazionali e soprattutto in in presenza di costi crescenti delle materie prime.
Un confronto: con 5 milioni di Euro di investimento il Centro riciclo dà lavoro a 58 persone; l’inceneritore di Brescia dà lavoro a 70 persone circa con un investimento di 300 milioni di €; investendo tali capitali nel riciclaggio avrebbe dato lavoro a 3600 persone! Oltre ad un forte impatto energetico ( risparmio energetico massimizzato con il riciclaggio) la politica della selezione e rigenerazione genera impatti occupazionali 50 volte superiori a quelli dello smaltimento, tralasciando le problematiche ambientali, sanitarie e culturali.
Ancora la Poli:“Abbiamo messo in piedi l'impianto di granulazione, ma la gestione dei rifiuti spetta alla Provincia e alla Regione. La nostra autorizzazione dice che più si recupera e meglio è.
Noi riusciamo a trasformare tutto, il secco non riciclabile può essere lavorato, e diamo un prodotto a norma Uni”.
E' la politica che deve tracciare la via, con scelte strategiche lungimiranti.
Giuseppe Longo
vedi anche: http://www.centroriciclo.com/
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Ultimo aggiornamento ( giovedì 05 giugno 2008 )