Rifiuti, la cura omeopatica del governo
giovedì 29 maggio 2008

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Rifiuti, la cura omeopatica del governo Il governo ha formulato una strategia che si affida a soluzioni autoritarie ed affaristiche. Non a caso nel piano previsto per risolvere l'emergenza non sono stati menzionati i temi della riduzione, del riciclaggio e della raccolta differenziata dell'immondizia, che sono l'unica strada per invalidare l'intero ciclo di smaltimento infiltrato dalla camorra

Dalila Novelli,   28 maggio 2008, 11:16

Il governo ha formulato una strategia che si affida a soluzioni autoritarie ed affaristiche. Non a caso nel piano previsto per risolvere l'emergenza non sono stati menzionati i temi della riduzione, del riciclaggio e della raccolta differenziata dell'immondizia, che sono l'unica strada per invalidare l'intero ciclo di smaltimento infiltrato dalla camorra

Andiamo ad analizzare le soluzioni dell'attuale governo in merito al problema rifiuti che affligge la regione Campania.
La tattica è chiara: scaricando tutte le colpe dell'ecatombe campana sulle proteste della popolazione meridionale "sporca e cattiva", sulla magistratura e sulle vacillanti giunte di "centro-sinistra", "l'uomo della provvidenza" ha disegnato un vestito su misura per le holding locali che gestiscono l'affare rifiuti, ma anche per i proprietari degli inceneritori, tanto da avere stimolato l'interesse della Sogin (Eni-Enel) diretta dal generale piduista Carlo Jean, (ricordiamolo Consigliere Militare del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga e Presidente del Centro Alti Studi per la Difesa), il quale si occupa di coordinare le aziende italiane che costruiscono centrali nucleari in Russia e nell'est europeo ed ovviamente di smaltire le montagne di rifiuti radioattivi che ne derivano.

D'ora in avanti un magistrato titolare di una inchiesta sul ciclo dei rifiuti "non potrà visitare i siti, non potrà decidere un sequestro preventivo di una discarica, di un sito di stoccaggio, di un cdr", anche se attentano alla salute della popolazione, mentre importanti processi in corso come quello che vede imputati Bassolino e l'Impregilo rischiano la prescrizione.

Questo è il vero, autentico risvolto delle misure antisommossa e militari messe in atto da questo governo. E cosa dicono gli esponenti del PD?
Avrebbero potuto citare le enormi responsabilità dell'ex-governatore Rastrelli, del ministro Matteoli, dell'ex-ministro Landolfi, e invece "Berlusconi dice cose condivisibili", questo è stato il commento del "ministro ombra dell'Ambiente", Ermete Realacci (PD), che ci ha tenuto a far notare che "le soluzioni illustrate dal governo non sono molto diverse da quelle che erano state prospettate dal Partito democratico". Anche sulla scelta di Guido Bertolaso, ha detto: "Lo avevamo già indicato come commissario straordinario ed inoltre si mantiene l'incarico a De Gennaro", mentre sulle mega-discariche ha affermato che "Sono grosso modo quelle che erano già state individuate nel corso di questi anni".

Dunque, il decreto legge -i cui dettagli sono stati tenuti nascosti agli stessi ministri fino alla firma del presidente della Repubblica Napolitano e alla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale-, prevede: la nomina del neo sottosegretario Guido Bertolaso, la durata dello stato di emergenza (fino alla fine del 2009) e l'elenco delle 10 discariche da utilizzare per lo stoccaggio dei rifiuti: Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento) - località Norecchie; Savignano Irpino (Avellino) - località Postarza; Serre (Salerno) - località Macchia Soprana e Valle della Masseria; Andretta (Avellino) - località Pero Spaccone; Terzigno (Napoli) - località Pozzelle e Cava Vitiello; Chiaiano (Napoli); Caserta - località Torrione (Cava Matroianni); Santa Maria La Fossa (Caserta) - località Ferrandelle.

Come dimostra quanto dichiarato da Berlusconi a Ladispoli, cioè che "se si è presa questa determinazione è chiaro che va rispettata, bisogna solo cercare di evitare l'uso della forza il più possibile", e con la "controfirma di Veltroni", il governo di destra ha inaugurato di fatto nel Sud Italia il modello militarista in vigore nei paesi occupati, come in Iraq dove mercenari, agenti dei servizi segreti, mafiosi ed esercito hanno collaborato attivamente per reprimere le rivolte, per proteggere militarmente gli oleodotti della multinazionale Eni, lucrare sul petrolio, sui traffici di armi e rifiuti di tutti i tipi, sulla ricostruzione, per la gioia di quella piovra criminale di alto livello che vuole che la "colonia" Campania rimanga terra di conquista e pattumiera dei pescecani, italiani ed europei.

Sulla riduzione, riciclaggio e raccolta differenziata, il nostro populista Presidente del Consiglio è stato ancora più vago perchè sa bene che un dettagliato piano straordinario invaliderebbe l'intero ciclo criminale fondato sul trasporto affidato a ditte in odore di camorra, sui centri di riciclaggio, le ecoballe, gli inceneritori e la lievitazione del business dello smaltimento dei residui dell'incenerimento.

Ed ora inneggiamo tutti all' "uomo della provvidenza" che sta risolvendo il problema "mondezza" con un sistema, potremmo dire omeopatico usando cioè altra "mondezza" quella degli affari e del business mafioso.

Commenti
da Aprileonline
scritto da mannina, maggio 29, 2008

Monica Capezzuto, 28 maggio 2008, 11:33

Chiunque sia stato sfiorato, per il suo ruolo politico, dall'affaire dei rifiuti si è trovato inghiottito da un enorme buco nero, dove a girare in modo spesso non chiaro sono soprattutto i soldi. Il problema, che si continua ostinatamente a chiamare emergenza e che invece è normalità, è una fonte di lucro che in molti non vogliono risolvere


Un vecchissimo adagio napoletano recita: "'A munnezza è ricchezza". Ovviamente inutile è la traduzione. Il significato è infatti chiaro. Cristallino. Come quelle falde acquifere che si troverebbero sotto le cave di tufo chiaianesi, ultima ciambella di salvataggio per evitare il perpetrarsi di un ennesimo scempio a danno dei napoletani, della loro salute, di quel poco territorio rimasto indenne.
Quattordici anni di ciò che si ostina a chiamare emergenza ed è invece la normalità, di chi non ci fa più caso e lascia scorrere la propria vita tra soddisfazioni e affanni, di chi si interessa ma fintanto non lo toccano chi se ne frega, di chi ama la propria città ma dormiva e ha avuto un pessimo risveglio.

La questione della "munnezza" campana -oltre che business per il malaffare e non solo- in realtà è stata una trappola, un buco nero, per tutti coloro che hanno voluto o dovuto tentare di dare delle risposte ai tanti perchè di arretratezza, indolenza, immobilismo.

Chiunque sia stato sfiorato dall'affaire munnezza ci si è trovato invischiato, impaludato senza possibilità di scampo; chiunque si sia passato la patata bollente non ha fatto altro che prendere atto della situazione preesistente ed adeguarsi, uniformandosi al sistema e facendosi inghiottire da questo enorme buco nero fatto di rifiuti, discariche, cave, proteste, negligenza. E soprattutto soldi. Tanti, troppi. La corte dei conti ha stimato che la pseudo emergenza sia costata circa 1,8 miliardi di euro, pari a un numero esorbitante di miliardi delle vecchie lire. E non ci si avvia a soluzioni definitive.
Decine di milioni inghiottiti anch'essi dal buco nero e finiti chissà dove. Dieci anni per costruire un inceneritore di fatto già obsoleto. Un'azienda -Impregilo e Fibe Campania- nel mirino della magistratura e processi in corso per il governatore da ex commissario per l'emergenza.
L'ultima svolta l'operazione rompiballe -che fantasia,gli inquirenti!- con la quale sono stati messi agli arresti domiciliari vari funzionari con l'assicurazione da parte del pm che già non lavoravano più all'emergenza rifiuti. Anche il prefetto di Napoli indagato in veste di ex. E perchè adesso? mi chiedo. Perchè ora non servono più? Perchè ora il messaggio di fermezza e discontinuità col passato deve essere forte e chiaro?

La mia modesta e amara conclusione è che avere l'emergenza rifiuti in Campania fa comodo a tutti. Colletti bianchi e non. Perchè la situazione eccezionale muove soldi e qui i soldi devono girare, diciamo essere riciclati. Perchè la camorra veste giacca e cravatta ed è nel sistema economico. E questo fa male, forse più dei morti ammazzati. Perchè è una partita giocata sulle spalle della gente. Ed emergenza dopo emergenza, il sud non rialza mai la testa. E la popolazione continua a vivere, tra rassegnazione, soddisfazioni ed affanni, concludendo le inutili, qualunquiste e sterili lamentazioni con il solito: "C'amma fà ! Chell che vù Dio". Amen.



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