La montagna ha partorito il topolino
Scritto da Redazione   
giovedì 22 maggio 2008

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La montagna ha partorito il topolino

...Rispetto alle aspettative, che si erano ingenerate a seguito degli annunci del cavaliere in campagna elettorale e dopo la vittoria della destra del 13 e 14 aprile, le decisioni assunte non si presentano come particolarmente innovative e soprattutto rischiano di essere ancora una volta inefficaci e per niente risolutive.

 

Raffaele Aurisicchio,   21 maggio 2008, 18:53

Il primo CDM del nuovo Governo Berlusconi, convocato a Napoli proprio per dare un segno tangibile dell'impegno per superare l'emergenza, ha assunto la decisione della nomina di Bertolaso a sottosegretario con delega ai rifiuti e ha varato uno specifico decreto legge con il quale vengono individuati alcuni siti di discariche da attivare subito.
Rispetto alle aspettative, che si erano ingenerate a seguito degli annunci del cavaliere in campagna elettorale e dopo la vittoria della destra del 13 e 14 aprile, le decisioni assunte non si presentano come particolarmente innovative e soprattutto rischiano di essere ancora una volta inefficaci e per niente risolutive.

Torna in sella Bertolaso, ma un anno fa in qualità di commissario straordinario per l'emergenza non riuscì a venirne a capo e alla fine dovette gettare la spugna. Non tutta la responsabilità di quell'insuccesso può essere addossata, come era stato fatto, agli intralci che alla sua azione sarebbero venuti dal ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio. La gestione di Bertolaso non si caratterizzò, infatti, per capacità di dialogo con i territori e le comunità locali, né per particolare efficienza nell'affrontare soluzioni in grado di fronteggiare la crisi.
Dall'altra parte si continua ad insistere nella soluzione impiantistica, nella indicazione cioè di siti di discariche all'interno delle quali seppellire miracolisticamente e definitivamente l'emergenza.
Per quanto indicati all'interno di un decreto legge i siti dovranno poi essere realizzati e dovranno essere superate le opposizioni e le proteste delle comunità locali.

Resta il dato fallimentare di una procedura che non offre trasparenza e che non spiega perché i sacrifici non devono essere ripartiti e perché alcuni territori devono farsi carico dei siti di stoccaggio e altri, a partire da Napoli, non debbono addossarsi alcuno sforzo. Resta il punto che nonostante, o forse proprio a causa del succedersi delle gestioni commissariali non ha fatto passo avanti l'organizzazione di un moderno ciclo industriale dei rifiuti a partire da un efficace sistema di raccolta differenziata.
Ovviamente il provvedimento varato, appena sarà reso noto, dovrà essere letto per capirne la portata e l'efficacia. Soprattutto si capirà se il nuovo sottosegretario e quindi il Governo dispone o meno di un piano e di una strategia per affrontare l'ennesima fase acuta dell'emergenza che si è manifestata in questi giorni.
I segnali che sono venuti non sono per niente rassicuranti. Nuovamente cumuli di immondizia per le strade, nuovamente tensione diffusa, roghi e blocchi stradali, nuovamente pesanti rischi per la salute dei cittadini. Un malessere reale e profondo che rischia di imprigionare la città e di farla sprofondare in una voragine senza fondo e senza possibilità di tenuta civile e morale. Sull'emergenza, come si è visto in questi giorni, agisce l'ipoteca di poteri forti e nascosti e si vede la mano e la presenza della criminalità organizzata e della camorra che punta a ritagliarsi ampi spazi e a trattare. Per questo occorre far presto e agire con la massima determinazione. Al di là degli annunci e dalle aspettative suscitate il rischio è che l'azione del nuovo governo non sia all'altezza della gravità della situazione.

Commenti
La discarica delle responsabilità
scritto da mariangela, maggio 22, 2008

(inoltro una analisi ampiamente condivisibile)
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La "discarica" delle responsabilità
Fulvia Bandoli, 21 maggio 2008, 13:28

Le popolazioni campane hanno vissuto sulla loro pelle una lunga serie di abusi, di dissesti e di avvelenamenti territoriali. Dobbiamo rendere loro sicurezza, salute e bonifica, se vogliamo che quegli stessi cittadini comincino a farsi carico in modo civile, aperto e democratico dei rifiuti che essi stessi producono e del loro trattamento e smaltimento
Ieri sera (martedì 20 maggio ndr)ennesima puntata di Porta a Porta sui Rifiuti sorprendentemente basata su troppi e inacettabili elementi di disinformazione e su omissioni inspiegabili. Abbiamo così potuto ascoltare il nuovo sottosegretario alla sanità del governo Berlusconi avventurarsi (accompagnato da Vespa) in una non meglio definita distinzione tra discariche "aperte e chiuse", abbiamo atteso invano di sentire pronunciare le parole "rifiuti tossico nocivi" o la parola "bonifica", ci siamo sentiti ripetere per l'ennensima volta dal Presidente Bassolino che bisogna finalmente iniziare la raccolta differenziata a Napoli. Come se spettasse ad altri, e non a lui e agli altri amministratori locali, iniziarla.

Una Sinistra che voglia tornare a radicarsi sul territorio non può chiudersi nei suoi Congressi. Prendere la parola oggi, giorno nel quale il Governo Berlusconi renderà note le sue proposte per la Campania mi pare dunque indispensabile. Come Sinistra Democratica non vogliamo nascondere i problemi politici o tacere sulle responsabilità. In Campania sono fallite intere classi politiche, ora di centrosinistra e prima di centrodestra. I cittadini della Campania sono esasperati e contrari a qualsiasi tipo di impianto perché da trent'anni convivono con alcune centinaia di discariche illegali di rifiuti tossico nocivi, che hanno avvelenato il territorio e ucciso di tumore, in alcune aree, almeno una persona in ogni famiglia.
I cittadini della Campania sono esasperati perché alla vergogna del trasferimento dei rifiuti tossico-nocivi (tali rifiuti erano conferiti direttamente nelle mani della camorra da molte imprese, del centro-nord che così risparmiavano sui costi) si è aggiunto il disastro di un ciclo dei rifiuti inesistente in ordine ai rifiuti solidi urbani.
Le popolazioni campane hanno vissuto sulla loro pelle una lunga serie di abusi, di dissesti e di avvelenamenti territoriali. Dobbiamo rendere loro sicurezza, salute e bonifica, se vogliamo che quegli stessi cittadini comincino a farsi carico in modo civile, aperto e democratico dei rifiuti che essi stessi producono e del loro trattamento e smaltimento.

Il territorio campano - soprattutto la provincia di Napoli - è un cimitero di veleni e se oggi il Governo Belusconi non partirà dalle bonifiche sbaglierà un'altra volta e non troverà la soluzione di questa eterna emergenza.
La bonifica dei siti inquinati e avvelenati è dunque la prima scelta per uscire dalla emergenza e per recuperare la fiducia dei cittadini. La prima condizione di un patto nuovo tra istituzioni e cittadini.
La seconda condizione è la creazione di un ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani. Ciclo che purtroppo molti dimenticano di considerare tale e che tanti raccontano come vogliono. I rifiuti solidi urbani sono composti di tante materie diverse: sono secchi o umidi, comprendono carta, vetro, plastica. Per questa ragione i rifiuti "tal quali" non si possono bruciare perché sviluppano diossine. È vietato dalla legge italiana e dalla normativa europea, quindi non si può pretendere di convincere i cittadini della Campania che si possa prendere un sacco di rifiuti e tirarlo nell'inceneritore per risolvere il problema. Ma i rifiuti "tal quali" non possono essere messi neppure in una discarica (per quanto controllata essa sia) perché i rifiuti "tal quali" dopo poco tempo fermentano e percolano nella falda.

Ecco perché il ciclo comincia dalla raccolta differenziata, dalla separazione della parte secca da quella umida. I consorzi per il riciclaggio e i centri di compostaggio sono la prima condizione per differenziare la raccolta, per riciclare i materiali e per ridurre la quantità di rifiuti alla fine del ciclo. Limitarsi a urlare a gran voce che occorrono gli inceneritori e tante discariche può sembrare la soluzione più rapida, ma, in realtà, non è così. Il ciclo comincia dalla raccolta differenziata ( secco - umido - carta - vetro - plastica etc..) , dal riciclaggio (del vetro - carta - plastica etc) e dal compostaggio (della parte umida) e finisce nella termovalorizzazione o nello stoccaggio in discarica della parte restante ( solo quella secca). Se il ciclo funziona bene la parte restante alla fine del ciclo stesso può diventare veramente assai piccola.

Per comprendere quanto grandi siano le responsabilità della politica, della criminalità organizzata, di troppi amministratori locali ai vari livelli, della magistratura, della Fiat Impregilo, dei vari commissari susseguitisi in questi tredici anni, basterà dire che se domani ll termovalorizzatore di Acerra fosse pronto non potrebbe bruciare nulla perché ci sono solo le famose "ecoballe" che mescolano secco e umido e che così come sono non possono essere messe in alcun impianto di termovalorizzazione. Così come va detto che continuare a mettere in discarica i rifiuti "tal quali" è una pessima scelta.

Certo è importante sgomberare le strade in fretta ma se la raccolta differenziata verrà ancora rinviata, il ciclo non partirà mai e non si chiuderà mai. L'emergenza continuerà a ripresentarsi come un cane che si morde la coda.
Dalle cose che ho sentito in questi giorni il Governo Berlusconi tenterà di individuare alcune nuove discariche, rinnoverà il mandato al Commissario di Governo De Gennaro, nominerà un sottosegretario ai rifiuti ( Bertolaso). Scelte poco significative e sicuramente non risolutive della emergenza Campania. Quanto al Sindaco di Napoli, al Presidente della Provincia, al presidente della regione Campania ( e relative Giunte) avevo inteso che dopo l'autocritica pesante fatta in campagna elettorale sarebbero seguiti atti politici precisi.
Sarebbe utile capire quali sono: per ora ho sentito che il Presidente Bassolino ritiene d'aiuto il fatto che il Governo nazionale sia cambiato di segno ... vorrei ricordargli che dal 2001 al 2006 il governo è stato già continuativamente di centro-destra e che anche lui già si trovava a governare Napoli e la Campania. Non ricordo in quegli anni politiche concrete per bonificare la Campania e per impiantare un ciclo integrato dei rifiuti come si deve e come viene fatto in tante regioni italiane.



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