Soluzione troppo semplice e veloce.. |
Scritto da Redazione | |
mercoledì 23 gennaio 2008 | |
(Nel 2004 quando era assessore all'ambiente di Venezia, Paolo Cacciari mise in piedi un progetto pilota di raccolta differenziata "porta a porta" nella zona del centro storico lagunare, con risultati eccellenti al punto che si poteva sperare in un allargamento significativo. Ai parenti filosofi invece oggi sembra piacere l'idea di essere additati a esempio di come allegramente si brucia di tutto di più.. ndr)
Paolo Cacciari
...Troppo semplice? Una riorganizzazione dei servizi sulla base della separazione umido/secco può richiedere un paio di giorni per l'informazione alla utenza e un altro paio per riorganizzare i servizi di raccolta. In attesa del potenziamento dei centri di compostaggio campani si potrebbe "esportare" fuori regione solo questa tipologia di rifiuti. Nel giro di un mese nelle discariche andranno solo rifiuti secchi non putrescibili. Con grande beneficio per le popolazioni.
Vi segnalo questo pezzo pubblicato su www.carta.org [8 Gennaio 2008]
Proviamo a superare il grumo di sentimenti? un misto di vergogna e di rabbia che ci provocano le troppe parole sprecate sul caso dei rifiuti di Napoli. In nome dell'emergenza? mettiamo un attimo da parte le analisi delle cause e la ricerca dei responsabili. Ogni cosa a suo tempo; chi vorrà potrà sempre dire: "è stata colpa sua", oppure: "io lo avevo detto". Muoviamoci invece con puro spirito umanitario e compassionevole per evitare ancora troppe sofferenze alla popolazione napoletana: sia quella che vive nell'immondizia, sia quella che difende il territorio. Tutti coloro che si occupano seriamente del problema sanno che i rifiuti solidi urbani, domestici, si riescono a smaltire tanto meglio (provocando meno inquinamenti e con meno costi) quanto più vengono differenziati a monte per frazione di materiale e tipologia merceologica. E' la logica esattamente contraria alla cosiddetta filiera industriale, proposta in continuazione dalle lobby dei produttori, che prescrive: cassonetti indifferenziati lungo le strade, autocompattatori sempre più grandi, inceneritori di rifiuti tal quali" (muniti di foglia di fico per il recupero di modestissime quantità di energia elettrica) ed infine trattamenti vari per sistemate le ceneri e le polveri tossiche prodotte dalla combustione che costituiscono dal 20 al 30 per cento in peso dei rifiuti iniziali bruciati.
Viceversa, un piccolo gesto individuale, un modesto atto di assunzione di responsabilità collettiva sociale, potrebbe innestare un circuito virtuoso, rigenerativo, economico (anche se probabilmente meno profittevole) che si chiama raccolta differenziata. Come ci dicono le centinaia di buone pratiche italiane e straniere, per iniziare basta separare i rifiuti solo per due componenti: in un sacchetto scuro (meglio se biodegradabile, in materiale biologico) si conferiscono gli scarti da cucina e tutti i residui umidi e putrescibili, nell'altro (meglio se trasparente, in modo che sia controllabile il contenuto) i rifiuti domestici solidi. Fatto questo tutto il resto viene da se. I servizi di raccolta si possono organizzare a giorni alterni (ad esempio: i giorni dispari l'umido, i pari il secco).
Troppo semplice? Una riorganizzazione dei servizi sulla base della separazione umido/secco può richiedere un paio di giorni per l'informazione alla utenza e un altro paio per riorganizzare i servizi di raccolta. In attesa del potenziamento dei centri di compostaggio campani si potrebbe "esportare" fuori regione solo questa tipologia di rifiuti. Nel giro di un mese nelle discariche andranno solo rifiuti secchi non putrescibili. Con grande beneficio per le popolazioni. Commenti
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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 23 gennaio 2008 ) |