Impregilo e Bassolino uniti nella lotta
Scritto da Redazione   
luned́ 14 gennaio 2008

(è un suggerimento "particolare", visto che sia Impregilo, sia Bassolino e altri sono sotto inchiesta per reati di ambito anche se meno "dirompenti" ; in una situazione pressochè generalizzata in cui chi avelena il territorio e i cittadini non paga mai, sembra interessante)

«Processate la Impregilo per disastro ambientale. Così si può vincere»
Parla Raffaele Raimondi, presidente emerito della Cassazione e autore
della denuncia E' una procedura ben più importante di quella in corso.
L' imputazione è così grave da superare rischi di prescrizione e termini
di indulto
10 gennaio 2008 - Francesco Pilla
Fonte: Il Manifesto

Spazzatura a Napoli.

Raffaele Raimondi è presidente emerito della Corte
di Cassazione. In qualità di magistrato ma soprattutto di napoletano e
di presidente del Comitato giuridico per la difesa dell'ambiente ha
presentato ricorso contro l'Impregilo, alla Corte europea e alla Procura
del Tribunale di Napoli il 7 dicembre 2007.

Qui l'esposto attualmente si trova nelle mani del procuratore Aldo De
Chiara. Nel capoluogo l'Impregilo è già indagata per truffa, in un
processo che vede alla sbarra 28 imputati, tra cui anche i fratelli
Romiti e il governatore Bassolino e che partirà lunedì, salvo
imprevisti. Ma Raimondi è andato oltre e chiede che si proceda per
disastro ambientale.

Presidente Raimondi ci può spiegare i termini di questo ricorso?
Certo. Visto la deriva che ha preso l'affare rifiuti in Campania abbiamo
chiesto, presentando accuse circostanziate, che l'Impregilo sia
processata per disastro ambientale, secondo l'articolo 434 cp, perché ha
attentato alla salute dei cittadini. Questo significa come è accaduto
nei disastri di Marghera e Seveso che chiunque sia stato danneggiato da
questa situazione, albergatori, agricoltori, imprenditori, cittadini, si
può costituire parte civile e chiedere i dovuti risarcimenti. E' dunque
una procedura ben più importante di quella attualmente in corso. Il
reato di imputazione è infatti così grave da superare i rischi di
prescrizione e i termini di indulto.

Dunque ha ragione Vincenzo Siniscalchi del Csm quando definisce debole
l'impianto accusatorio dei pm napoletani?
Non so a cosa si riferisca Siniscalchi, ma è chiaro che i reati
contestai sono minori del disastro ambientale colposo. I pm napoletani,
ci tengo a precisarlo, avrebbero però potuto procedere con maggiore
speditezza in questi ultimi anni se non avessero avuto un ministro come
Castelli che di fatto non li ha messi in condizione di lavorare. Anzi
per cinque anni ha remato contro la magistratura. E non voglio nemmeno
parlare del suo successore, il ministro Mastella.

Ma su quali basi si fonda questa sua denuncia?
Oltre al disastro che mi pare sia sotto gli occhi di tutti c'è un punto
fondamentale nelle accuse che riguardano l'Impregilo: quando ha vinto la
gara non aveva i titoli nemmeno per parteciparvi. Aveva presentato un
progetto antiquato che risaliva agli anni '60. Lo stesso inceneritore di
Acerra attualmente in costruzione è uno dei più grandi d'Europa, in
contrasto con la stessa normativa italiana che prevede un impatto
limitato e il divieto assoluto di bruciare i materiali senza la raccolta
differenziata. E' chiaro che per guadagnare e bruciare tutto nei forni
di Acerra, l'impresa era assolutamente interessata a mettere in crisi
l'intero ciclo e a non far partire la raccolta differenziata. In questo
comportamento si ritrovano anche i reati di connivenza dei vari
commissari che si sono succeduti. Non ha importanza se si siano chiamati
Rastrelli, Losco o Bassolino, se siano stati di destra o di sinistra.
Nelle loro funzioni rappresentavano lo Stato, erano fiduciari del
governo, le loro inadempienze sono ancora più gravi, così come la loro
posizione.

Secondo lei questo scempio si poteva evitare?
Certamente. Nel ricorso che abbiamo presentato alla Corte europea,
motivo per cui ora stanno partendo le procedure d'infrazione, noi nel
2004 già parlavamo di disastro annunciato. C'erano degli evidenti
difetti di programmazione nel ciclo destinati a creare la crisi attuale.
In tutti questi anni non si è voluta realizzare la raccolta
differenziata. Non è stata una causalità, ma una volontà precisa.

La camorra c'entra qualcosa?
La camorra è un alibi per molti aspetti. Quando c'è cattiva
amministrazione è chiaro che la delinquenza ha gioco facile. Faccio un
esempio: se c'è un emergenza e la necessità di smaltire immediatamente
tonnellate di immondizia, ecco che la camorra è tra le poche ad avere la
possibilità di offrire vasti terreni in breve tempo. Ha infatti il
potere di acquistare tempestivamente poderi a 10 per poi rivenderli allo
Stato a 100. Un capitolo a parte merita, inoltre, lo smaltimento dei
rifiuti tossici. Anche in questo caso: se vengono meno gli organi di
controllo è evidente che la criminalità organizzata ha la capacità di
offrire ampie fette di territorio alle imprese del centro-nord per
sversare i materiali non a norma.

Cosa ne pensa dell'attuale piano di emergenza e della riapertura di
Contrada Pisani?
Mi sembrano tutti progetti di scarsa avvedutezza. Ed è sotto gli occhi
di tutti che la discarica di Pianura non è tra i siti più appropriati.
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - I



Di mio posso aggiungere solo una cosa, processateli non per vincere ma
per spirito di giustizia !
Ciao (da noinc)

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