Come sputtanarsi una "buona" reputazione fresca di nomina
Scritto da Redazione   
luned́ 31 dicembre 2007

(Stella e Rizzo hanno scritto un libro che fotografa una situazione sotto gli occhi di tutti; non hanno fatto una gran campagna di denuncia sul quotidiano (sui quotidiani) a proposito di questo ma forse non dipende solo da loro che non si voglia denunciare in modo più diffusamente capillare lo scandalo degli assurdi  e costosissimi  privilegi della "casta". Evidentemente contano di vendere molte copie del libro, evidentemente credono di aver acquisito meriti per fare altre denunce che intere popolazioni fanno da decenni contro decisori politici arruffoni e incapaci; loro  scelgono però di schierarsi con il "potere", con quella "casta" miope e spendacciona che dilapida il sangue e la salute dei cittadini che pagano le tasse. Si capisce che sono poco informati sul tema e che usano la capacità di scrivere per obbedire a una richiesta, questa è una aggravante. Ignoranti e ipocriti. Ma il direttore del Corriere della Sera non pubblicherà questa replica di un comitato, come non lo hanno mai fatto i vari direttori di TG e Quotidiani hanno avuto le nostre precisazioni e repliche dopo le paginate di sproloqui pubblicate a comando in questi anni, scommettiamo? ndr) 

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Al Direttore de "Il Corriere della Sera"

Egregio direttore ,

con la presente vorrei replicare.......

Al Direttore de "Il Corriere della Sera"

Egregio direttore ,

con la presente vorrei replicare a quanto espresso sul Suo giornale dai signori Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nei loro articoli intitolati e datati rispettivamente : " RIFIUTI, SE NAPOLI COPIASSE VENEZIA" del 22/12/07 e "UN INCENERITORE IN GERMANIA PER BRUCIARE I RIFIUTI DI NAPOLI" DEL 28/12/07.

La ringrazio anticipatamente per lo spazio e l'attenzione che mi vorrà concedere.

Egregi G.A. Stella e S.Rizzo ,

i Vostri articoli, comparsi su "Il Corriere della Sera" il 22 e 28 /12/07, mi hanno interessato e colpito non tanto per quello che Voi dite e che in parte condivido, quanto soprattutto per quello che non dite. Francamente mi sorprende di trovare nei due autori de "La Casta" tanta disinformazione riguardo i cosiddetti "termovalorizzatori" o meglio "cancrovalorizzatori".

Concordo con Voi sulla drammaticità dell' emergenza-rifiuti in Campania. Voi parlate di inceneritori che non si riescono a fare, di discariche ormai strapiene, della collera degli abitanti in una regione che soffre già di un livello altissimo di inquinamento, rispetto al resto d'Italia, proprio per questo "smaltimento scriteriato, o addirittura criminale, della "munnezza"". Giustamente voi dite che "la camorra controllava (e controlla?) ormai la gran parte del ciclo" e che i suoi affari "si nutrono dell'emergenza campana", ma credo sarebbe stato molto utile, per far comprendere il motivo profondo di questa disperata cronica emergenza, spiegare anche che l'alternativa ai cancrovalorizzatori porrebbe definitivamente fine agli sporchi affari della camorra; e spiegare che questa alternativa, che esiste e funziona, questa sì,molto bene in tante altre parti d'Italia, si chiama riduzione a monte, riciclaggio, riuso e recupero dei rifiuti; spiegare che, invece, il fatto di produrne tanti, comprimerli nelle ecoballe, stoccarli in terreni privati, trasportarli su e giù per l'Italia con camion, o con treni fino in Germania, produce, per la camorra e i suoi soci, profitti enormi .

Voi dite che "la follia di un sistema che polverizza milioni di euro al giorno" consiste nel non bruciare la spazzatura e non invece, piuttosto, in un intreccio di interessi mafiosi e collusioni tra potere economico e politica, da cui i nostri governanti non sono completamente estranei e che, quindi, questa emergenza è il frutto di un preciso volere politico. Voi dite che a Marghera, "in faccia a Venezia", funziona un inceneritore che non suscita proteste, "sotto controllo dell'Arpav .. e con un rapporto giornaliero sui fumi emessi ...e che, tra filtri e controfiltri, sta molto al di sotto dei limiti fissati". Voi non dite (perché sicuramente non lo sapete) che, proprio per quello che sta succedendo a Marghera e per la proposta avanzata da Unindustria di TV di fare nella provincia omonima due cancrovalorizzatori, si sono costituiti vari comitati cittadini nei comuni che verrebbero colpiti dalle polveri di ricaduta degli impianti in progetto. Voi non dite (perché sicuramente non lo sapete) quello che è successo lungo la Riviera del Brenta, nell'entroterra veneziano, proprio a seguito delle emissioni degli impianti di incenerimento industriali che, proprio a Marghera, sono stati installati per primi, in Italia.Tutto ciò è ben documentato nel recente Studio della Regione Veneto, fatto con Comune, Provincia di Venezia ed Istituto Oncologico Veneto, che Vi allego alla presente. Tale Studio conclude che: "1- La provincia di Venezia ha subito un massiccio inquinamento atmosferico da sostanze diossino-simili rilasciate dagli inceneritori, soprattutto nel periodo 1972-1986. 2- Nella popolazione esaminata risulta un significativo eccesso di rischio di sarcoma correlato sia alla durata che alla intensità di esposizione ." E, tra le Considerazioni generali, si riporta che: "L'indagine nel suo complesso suggerisce che lo smaltimento dei rifiuti segua percorsi alternativi a quello dell'incenerimento".

Quello che assolutamente non compare nei vostri articoli è, in effetti, proprio il rischio per la salute connesso al funzionamento di questi impianti. Lasciando che degli inceneritori in Germania se ne preoccupino i tedeschi, siamo proprio sicuri di quello di Marghera? Quale affidabilità può ancora meritare l'Arpav, che dovrebbe effettuare i controlli, dopo quello che è successo con il rogo della De Longhi? Anche ammesso di avere facilità d'accesso ai dati dei controlli giornalieri sui fumi emessi ( cosa poco probabile), questi controlli tuttavia si limitano a rilevare ciò che i filtri trattengono, ma non sono ancora in grado di dirci cosa è, e quanto male fa, quello che sfugge ai filtri, cioè le cosiddette nanopolveri o nanoparticelle, di cui è massimo esperto il nanopatologo, dottor Stefano Montanari (v. "Che cosa sono le nanopatologie?" nel sito www.nanodiagnostics.it). Questi controlli dell'Arpav non ci dicono nulla sulle polveri di ricaduta e sulle reali concentrazioni di microinquinanti depositate al suolo. Esiste una rete capillare di campionatori passivi nelle zone contermini l'inceneritore? Anche se "di ultima generazione", sempre di cancrovalorizzatori si tratta, perché non c'è combustione di rifiuti che non formi sostanze tossico- nocive, nonché cancerogene, come la diossina. Quando questa si accumula nel nostro strato adiposo, vi rimane per sempre. E non c'è livello di diossina che non faccia male al nostro organismo, ossia, come dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità, non c'è valore - soglia al di sotto del quale si possa essere sicuri che una sostanza dichiarata cancerogena non possa danneggiarci. Quanto ci rassicura il fatto che dal camino di Marghera escano "ogni ora, circa 60mila milligrammi di polveri"? Queste non sono forse solo le polveri che si possono rilevare e che, comunque, nell'arco di uno e più anni, certo non purificano l'aria che respiriamo? Quanto rassicura il fatto che a Napoli le vecchie auto inquinerebbero molto di più del camino di Marghera? Sarebbe come dire che, siccome già c'è un male, possiamo aggiungercene pure un altro al posto di imboccare la strada giusta della raccolta differenziata spinta, porta a porta! Voi dite che a Marghera si punta "ad azzerare il ricorso alla discarica". Ci dite dove si mettono attualmente e si metteranno le ceneri tossiche, residuo inevitabile della combustione? Ci dite perché non solo a Venezia (che ha la situazione particolare che sappiamo tutti) ma anche a Mestre, si raggiungono livelli di raccolta differenziata molto bassi, rispetto a tanti comuni vicini? Quale compost di qualità si riesce a ricavare presso l'impianto di CDR di Marghera, se la parte organica dei rifiuti vi arriva lì, mescolata con tutti gli altri e non invece separata accuratamente, a monte della raccolta? Ci sapete dire se non c'entrano nulla gli incentivi dati dallo Stato, cioè da noi con la bolletta dell'Enel, agli impianti che, come quello di Marghera, bruciano rifiuti?

E se questo non Vi basta, egregi Stella e Rizzo, vi sembrano ancora proponibili i cancrovalorizzatori dopo quello che è successo, pochi giorni fa, a Brescia, città del più famoso, di loro? Alla centrale del latte è arrivata una partita di latte contaminata da diossina: 6,5 picogrammi per millilitro (vai su: http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/3938/1/ ). Attualmente, secondo la legge, bere un po' di veleno, in questo caso diossina, con il latte, alimento primario per bambini ed anziani, fa bene: 6 picogrammi per millilitro, dice la legge. Oltre, non fa più bene. Di questi limiti fissati dalla legge, io proprio non mi fido, specie se il latte lo devo dare ai miei figli! Una certezza è purtroppo il fatto che "fare agricoltura o allevare animali nell'hinterland di Brescia è ormai un'attività ad altissimo rischio".

Credete forse che attorno a Venezia, o a Vienna, o agli impianti detti "di quarta generazione", le cose stiano tanto diversamente? Certamente anche i roghi di Napoli sprigionano diossina, ma la soluzione più grave e più tragica sarebbe quella di legalizzare e sistematizzare questo sprigionamento o produzione quotidiana di veleni, creando un inceneritore cancrovalorizzatore, al posto di imboccare da subito l'unica strada possibile di futuro, quella della raccolta differenziata spinta, porta a porta, del recupero, riuso e riciclo sia dei rifiuti, o meglio "materiali post consumo", urbani, che per quelli industriali.

Distinti saluti,

Marcella Corò, dei Comitati Riuniti Rifiuti Zero di TV e VE

Via Michelangelo, 4

31021 Zerman di Mogliano Veneto (TV)

Tel 041--------

N.B.: si allega:

Regione Veneto - Assessorato alle Politiche Sanitarie, Istituto Oncologico Veneto - IRCCS, Registro Tumiri del Veneto: RELAZIONE "Rischio di sarcoma in rapporto all'esposizione ambientale a diossine emesse dagli inceneritori: studio caso controllo nella Provincia di Venezia".

Zerman di Mogliano Veneto, 30 dicembre 2007.
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Ultimo aggiornamento ( venerd́ 04 gennaio 2008 )