Inceneritore quanto mi costi !
luned́ 02 luglio 2007
La Stampa, 27 Giugno 2007, scritto da ALESSANDRO MONDO

LA POLEMICA: IL CAPOLUOGO CONTRO LA PROVINCIA

Inceneritore, quanto mi costi. Come in ogni compagnia che si rispetti, anche tra i soci di Trm c'è chi consuma salvo passare la mano quando tocca pagare il conto. Cinque milioni di euro: a tanto ammonta l'aumento di capitale sociale
deliberato lo scorso febbraio da Trm in vista delle prime spese. Dal pagamento della tranche di compensazioni ai 6 Comuni interessati dal futuro inceneritore del Gerbido (Torino)  (2 milioni e mezzo) all'acquisto del terreno da Gtt (4 milioni): per limitarsi agli esborsi del 2007.
Non è finita. Tra il 2008 e il 2010 bisognerà mettere sul piatto altri 70 milioni. Soldi che in futuro verranno ammortizzati dagli utili di esercizio dell'impianto, d'accordo. Ma per ora si tratta di aprire il portafogli. E non c'è da rallegrarsi al pensiero che dei 54 Comuni soci di Trm soltanto 8 abbiano sottoscritto l'aumento di capitale. Altri 19, tra cui i grandi Comuni del Bacino Sud alle porte di Torino, restano fuori dalla porta della società in attesa di capire quale piega
prenderanno le cose. Una prudenza sulla quale pesano innanzitutto le difficoltà di cassa.
\Il risultato è un assetto azionario «a geometria variabile». Talmente variabile che il Tar, in vista della seduta convocata l'11 luglio per valutare i ricorsi contro l'inceneritore, potrebbe eccepire sull'affidamento in «house» (cioè senza gara pubblica). Non è un caso se Paolo Foietta, presidente dell'Associazione d'ambito per la gestione
dei rifiuti (Ato-R), ha preso carta e penna invitando tutti i Comuni a entrare in società. Per il momento hanno manifestato interesse Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, Collegno e Pinerolo.
L'ingresso nel «club» di Trm non è un dettaglio. In prospettiva, i Comuni-soci usufruiranno di tariffe più vantaggiose e avranno la precedenza nello smaltimento del pattume. La premessa è che l'inceneritore del Gerbido potrà «digerire» 421 mila tonnellate di rifiuti l'anno e basta: chi arriverà in ritardo non solo pagherà di più ma si metterà in coda. E comunque, fa presente l'assessore provinciale Angela Massaglia, «l'ingresso dei Comuni in Trm era una delle garanzie concordate fin dall'inizio». «Molte amministrazioni non hanno capito che entrare in Trm è un ottimo investimento - interviene Stefano Esposito, presidente di "Seta" -. Solo un richiamo di Chiamparino, forte della
sua autorevolezza, può sbloccare le cose. Altrimenti la vedo male».
Da parte loro Trm e l'Ato-R sono preoccupate che la mancata adesione di alcuni Comuni alla società e lo scarso interesse di altri a sottoscrivere l'aumento di capitale possa rappresentare un brutto segnale per le banche, raffreddando il loro interesse a finanziare i 361 milioni per mettere in piedi l'inceneritore. «Questione di garanzie»,
riflette Bruno Torresin, amministratore delegato di Trm. Mentre Tom Dealessandri, vicesindaco di Torino e assessore alle Partecipate,assicura che in ogni caso Palazzo Civico farà fronte agli impegni assunti.
Ma la propensione a massimizzare gli utili e a scaricare i costi comincia ad innervosire anche il Comune di Torino, alle prese con le sue difficoltà di bilancio. Palazzo Civico, che in Trm detiene l'89%, non solo deve firmare l'assegno più sostanzioso - 4 milioni e rotti ottenuti con la variazione di bilancio approvata ieri in giunta e l'accensione
di un mutuo ad hoc - ma è tenuto ad accollarsi le spese dei soci inadempienti (400-500 mila euro). Non solo. Torino deve concorrere alla ricapitalizzazione di Trm anche per i 19 Comuni che ad oggi non sono della partita. Stante l'attuale situazione, l'esborso si aggira sui 200 mila euro. «Per ora le somme aggiuntive non sono drammatiche -
commenta Dealessandri -. Ma se è vero che tra il 2008 e il 2010 dobbiamo ricapitalizzare la società per altri 70
milioni, allora la cosa diventerà impegnativa». Della serie: ciascuno per sé...
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Ultimo aggiornamento ( luned́ 02 luglio 2007 )