Per la CGIL figli e figliastri?
Scritto da msirca   
venerdì 22 giugno 2007

(Sorvolando sull'ennesimo abuso o uso improprio della parola "termovalorizzatori" si può dire che il doc è doveroso e sacrosanto!  Qualcuno va a chiedere alla CGIL toscana se, per essere uno dei più sfegatati sponsor degli inceneritori nella Piana, ha magari fatto il calcolo che siamo meno (?) inquinati da malgoverno, collusioni, corruzioni, mafia e quant’altro e allora un altro po’ di veleni più tangibili benchè invisibili come quegli altri, ce li possiamo sorbire? ndr masirca) 

90145 Palermo- Via E. Bernabei 22, tel 0916867801. mail: Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

DOCUMENTO DELLA CGIL SICILIA - Accordo del 12 giugno 2007 Governo – Regione Sicilia sui Termovalorizzatori 

 E’ da tempo che la CGIL siciliana pone al centro del dibattito sindacale e politico i temi dell’ambiente, della salute, della sicurezza nel lavoro, dello sviluppo e del consumo sostenibile.Sono stati elaborati fin dal 2004 due Documenti unitari CGIL-CISL-UIL per la riscrittura del Piano dei Rifiuti Regionale, contenenti proposte in merito; è del 7 maggio u.s. una nota di osservazioni e proposte sugli ATO Rifiuti, consegnata all’Agenzia Regionale per i  Rifiuti e per le Acque nel corso di una convocazione sul ridimensionamento degli ATO previsto in Finanziaria Regionale; risale al 26 marzo u.s. l’audizione della CGIL Sicilia presso la Prefettura di Catania in cui si è potuto consegnare alla 13a Commissione Parlamentare Territorio Ambiente Beni Ambientali, la posizione sindacale in merito alle emergenze ambientali in Sicilia con particolare riferimento alle problematiche connesse alla realizzazione di termovalorizzatori e allo smaltimento dei rifiuti.Nell’ultimo convegno, infine, promosso il 5 Giugno scorso, dal titolo “Una rivoluzione energetica per un nuovo modello di sviluppo”, si è sostenuto che la Sicilia deve diventare il centro propulsore dell’intera area euro - mediterranea per la ricerca, lo sviluppo di tecnologie nella produzione di fonti rinnovabili ed idrogeno.Abbiamo chiesto con forza una nuova politica industriale per un nuovo modello di sviluppo: non più cattedrali nel deserto ma industrie innovative e “verdi”, poli energetici più sinergici, più “leggeri” e compatibili ecologicamente.La risposta del governo nazionale e regionale alle nostre richieste, alle proposte e piattaforme presentate, è stata invece l’ intesa del 12 giugno scorso che potrebbe trasformare la Sicilia in una grande piattaforma al centro del Mediterraneo per l’incenerimento dei rifiuti e l’emissione di gas altamente inquinanti, aggravando una situazione già fortemente penalizzante per la salute dei cittadini: la nostra regione sopporta, infatti, il 15% di tutte le emissioni di gas serra del paese con appena il 3% di presenza di industrie in ambito nazionale.Le decisioni del governo nazionale e regionale danno un colpo di spugna alle lotte delle popolazioni interessate, dei cittadini, delle forze sociali, sindacali ed ambientaliste che hanno contestato aspramente il piano rifiuti del governo Cuffaro.Non bastano i distinguo a posteriori del Ministro dell’Ambiente, presente al vertice del 12 giugno tra Governo Regionale e Nazionale, distinguo incomprensibili a fronte dell’enfasi con cui lo stesso Pecorario Scanio annunciava solo il 5 giugno scorso la definizione di linee guida per le migliori tecnologie di gestione e smaltimento dei rifiuti, dichiarando -non più soltanto inceneritori-.Un colpo di spugna alla audizione della Commissione parlamentare che il 26 marzo scorso aveva ascoltato il Sindacato e le Associazioni di cittadini ed ambientalisti.Un colpo di spugna alle contestazioni mosse dalla Commissione Europea alla gestione dell’emergenza ed alla procedura di attuazione del piano di gestione dei rifiuti considerata illegittima, e alla successiva condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia UE, per non avere assicurato lo smaltimento dei rifiuti senza pericoli per la salute dell’uomo e dell’ambiente.Pesantissimo è stato anche il giudizio della Corte dei Conti, secondo cui la violazione delle direttive europee in materia di appalti pubblici, ha comportato l’affidamento della realizzazione dei quattro grandi inceneritori a prescindere dall’acquisizione dell’informativa antimafia. Tale comportamento, definito “particolarmente imprudente” dalla Corte, ha comportato che una delle società riunite in associazione temporanea di imprese, aggiudicataria di due dei quattro inceneritori, risultasse infiltrata dalla criminalità mafiosa.E’ per tutto questo che va ben chiarito e attenzionato il “protocollo per la legalità” a cui si riferisce l’accordo del 12 giugno. I dati riferiti all’analisi della Corte dei Conti nei sette anni di gestioni commissariali, dal 1999 al 2005, evidenziano come la percentuale in Italia dei rifiuti smaltiti in discarica è passata dal 76,7% al 54,3%, in Sicilia il dato è sconcertante: dal 97,2% al 90,7%, meno di sette punti.La raccolta differenziata nella nostra regione è cresciuta dall’1% del 1998 al 5,5% del 2005, mentre la media nazionale era pari al 23,3%.Secondo la Corte, al giugno del 2006, risultavano ben 18 ricorsi amministrativi, 10 dei quali da parte dei Comuni, che ritardavano le attività ed evidenziavano un costante misconoscimento del parere dei cittadini, delle amministrazioni locali delle associazioni sindacali ed ambientaliste.Nessuno dei 26 impianti di selezione della frazione secca è operante, uno solo è stato realizzato.Dei 35 impianti di compostaggio uno solo è stato realizzato, nessuno è nella fase di realizzazione.Il governo regionale ha, nel  febbraio scorso, promulgato una legge che riduce, con un ritardo di oltre 5 anni rispetto agli obblighi europei e nazionali ( il 35% entro il 2003 ), gli obiettivi di incremento della raccolta differenziata portandoli nel l’anno 2007 al 20%; nel 2008 al 30%; nel 2009 al 50%; nel 2010 al 60% .L’accordo del 12 giugno, a soli quattro mesi dalla promulgazione della suddetta legge promette un’ improvvisa e miracolosa accelerazione! che rappresenta una delle condizioni per riprendere la costruzione dei termovalorizzatori In Sicilia si sono raggiunti due soli primati sullo smaltimento dei rifiuti: tra le più basse percentuali di raccolta differenziata d’Italia ed il più alto numero di ATO, che malgrado le disposizioni contenute in Finanziaria Regionale non si riescono ancora a ridurre.Il Piano regionale sui rifiuti si è dimostrato, quindi, un completo fallimento, poiché sovverte tutti i principi comunitari e nazionali sullo smaltimento dei rifiuti, essendo fondato sulla preponderanza assoluta dell’incenerimento dei rifiuti che comporta, di fatto, la totale disincentivazione della raccolta differenziata, malgrado le promesse, difficili da mantenere, del 12 giugno u.s..Un ricorso così massiccio all’incenerimento determinerebbe, nei quattro siti previsti, un preoccupante aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera, che seppur ridotte del 50%, nel caso in cui l’accordo dovesse essere applicato, sarebbero ugualmente pericolose e potrebbero non essere controllabili, vista la mancanza strutturale ed atavica nella nostra Regione di un sistema di monitoraggio efficiente ed efficace, in grado di verificare e controllare le emissioni. I livelli delle emissioni per le sostanze tossiche  e persistenti (diossine, furani, etc…), pur rientrando nei “limiti di legge”, risultano non compatibili ambientalmente col territorio e con le popolazioni esposte, in base ai parametri indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inquietante risulta, inoltre, quanto si sta verificando presso l’Assessorato Territorio e Ambiente del Servizio 3 “Tutela dell’inquinamento atmosferico e della Unità Operativa S3.I “Autorizzazione alle emissioni in atmosfera” da cui dovrebbe essere rilasciata il 26 giugno p.v. l’Autorizzazione Integrata Ambientale per uno dei 4 inceneritori, quello di Bellolampo. Il contenzioso dal 2005 in atto presso tale Servizio rischia, infatti, di creare preoccupanti coincidenze all’interno di un iter che impone, invece, massima trasparenza e chiarezza.Il preanunciato licenziamento di due funzionari che avevano denunciato irregolarità e probabile rigetto delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera dei termovalorizzatori di Bellolampo va subito chiarito dalla Magistratura e dagli organi competenti per restituire credibilità a tutto l’iter istruttorio.Per tutte le ragioni esposte, la gestione del Piano dei rifiuti in Sicilia risulta fallimentare né è stata migliorata dalla istituzione dell’Agenzia regionale per i Rifiuti e le Acque dopo la fase del commissariamento conclusasi il 31 maggio 2006.La nuova Agenzia, nata sostanzialmente perché i fondi europei non potevano essere utilizzati con gestione commissariale, di fatto continua a svolgere, come in passato, gli stessi compiti con gli stessi uomini e purtroppo con gli stessi risultati.

La CGIL continuerà, pertanto, la sua lotta contro l’attuale piano regionale dei rifiuti, promuovendo 

(ultima frase incompleta nel documento, ndr)

Commenti

busy
Ultimo aggiornamento ( mercoledì 02 aprile 2008 )