Montezemolo e gli "affari di famiglia"
Scritto da msirca   
venerd́ 25 maggio 2007

Emergenza rifiuti in Campania: Montezemolo non sa che c’è odore anche di FIAT nell’affare rifiuti?

Nell’ultimo intervento da presidente degli Industriali italiani Luca Cordero di Montezemolo,  presidente della FIAT dal 2004, riferendosi all’emergenza rifiuti in Campania ha affermato, con evidente disprezzo, che quanto sta accedendo in Campania è scandaloso e umiliante per un paese civile europeo. Pienamente d’accordo! Non sono d’accordo se intendeva affermare che la colpa è tutta e solo dei cittadini campani, incivili e indegni di appartenere ad una nazione europea!

Ricordiamo che dalla fusione di FIAT Impresit e Cogefar, nel 1989-90, e con la successiva incorporazione delle  imprese Girola e Lodigiani spunta Impregilo Spa; successivamente viene incorporata l’azienda Castelli e infine nel 2006 Fisia (presidente Romiti, ex presidente FIAT) e Fisia Babcock GMBH collaboratrici di FIBE nell’operazione Rifiuti in Campania, tornano ad essere proprietà di Impregilo Spa al 100%. Si ricorda ancora che la FIBE, forte delle sinergie create tra i suoi partner, Fisia Italimpianti S.p.A., Gruppo Babcock GmbH ed EVO Oberhausen AG, si dichiarava, molti anni fa, in grado di gestire la complessità di progettazione e realizzazione di un sistema integrato per la gestione dei rifiuti solidi urbani in Campania, garantendo: sicurezza ed affidabilità degli impianti; pieno rispetto delle direttive comunitarie per la tutela dell’ambiente; alti livelli di efficienza in termini di funzionamento e manutenzione. Come si vede, c’è aria di aziende connesse alla FIAT nel disastro dei rifiuti in Campania. Analizzando scientificamente i dati che trapelano, tra il 1993 e il 1994 viene impostata la soluzione per garantire la rimozione dell’emergenza rifiuti in Campania. Non si capisce da chi sia partita l’idea. Gli attori sono individuabili nel gruppo imprenditoriale che vincerà l’appalto per risolvere la raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti in Campania (FIBE), nel governo della Regione Campania, nel governo nazionale e nel Commissariato straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania. Le attività avviate sono state sostenute ciecamente per circa 13 anni, in tutti i modi, da vari governi regionali e nazionali espressione di diverse coalizioni partitiche. Sembra che nessuno dei governi, in tutti questi anni, abbia mai verificato i risultati che dovevano essere acquisiti. Deve essere chiaro che nel ”Business spazzatura” durato più di 13 anni, i cittadini campani sono i danneggiati. Sono la parte lesa e disastrata! Non sono gli attori del disastro. Chi ci ha guadagnato?  Le imprese di levatura nazionale che hanno vinto l’appalto iniziale con regole capestro, accettate di buon grado dalla Pubblica Amministrazione, i cui costi si sono riversati sui cittadini. Le imprese locali che hanno realizzato vari lavori. Tutti coloro che hanno avuto rapporti con il Commissariato per la progettazione, direzione lavori ecc.  Il Presidente Prodi che ha sostenuto il decreto-legge n. 61 non è cittadino campano come non lo è Bertolaso. L’affare ha dimensioni e responsabilità nazionali, non è un pasticcio campano! E’ continuato per oltre 13 anni sotto la pressione reiterata dell’emergenza sanitaria. Quest’anno, grazie a Serre, il “giocattolo” si è inceppato; è emersa brutalmente la spietatezza dei “giocatori” che sono diventati anche pericolosi per l’assetto ambientale e socio-economico mettendo in grave rischio le Aree protette di grande pregio ambientale e addirittura le risorse idriche strategiche e insostituibili. Il decreto-legge n. 61 dell’11 maggio 2007 non è stato emanato per salvare la Campania ma per tentare di “coprire” l’immondizia stratificatasi in oltre 13 anni. Come è evidente, la famiglia aziendale FIAT non sembra estranea all’attuale disastro in Campania, che Montezemolo definisce scandaloso e umiliante. Oltre ad essere danneggiati, i cittadini campani non possono consentire di essere derisi. Certamente tra i campani che hanno partecipato all’amministrazione delle istituzioni coinvolte nell’emergenza rifiuti vi sono persone che hanno sostenuto la beffa: questi pochi hanno screditato una regione e solo a costoro deve essere indirizzato anche il disprezzo, non giustificabile e del tutto gratuito, di Montezemolo. Le vere responsabilità si annidano in soggetti di rilevanza nazionale.

Prof. Franco Ortolani


Emergenza rifiuti in Campania: ma chi “governa” i governi?

Mercoledì 19 maggio c.a. il Tribunale di Salerno ha confermato il contenuto della sentenza emessa il 30 aprile 2007 riaffermando la non idoneità di Valle Masseria (Serre) per la realizzazione di una discarica regionale. I cittadini ricordano che nelle ultime settimane vi è stata una clamorosa pressione esercitata da vari esponenti del governo nazionale e regionale, da vari rappresentanti di partiti e di qualche associazione che si definisce ancora ambientalista e anche da parte del presidente Napolitano, con incitazioni ad attuare quanto previsto dal decreto-legge dell’11 maggio 2007. La pressione più massiccia è stata esercitata su Serre. In quei giorni l’immondizia è stata fatta accumulare pericolosamente lungo le strade. I rappresentanti istituzionali dicevano che i responsabili dei gravi disagi erano gli abitanti di Serre che per motivi campanilistici non volevano la discarica a Valle Masseria. Appena dopo che il Tribunale di Salerno ha riconfermato la palese non idoneità di Valle Masseria, che ricordiamo si trova a 500 metri sopra l’Oasi naturalistica di Persano e poco a monte delle opere di irrigazione di tutta la Piana del Sele, i responsabili che devono istituzionalmente garantire la raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti stanno provvedendo a ripulire le strade dall’immondizia.

E’ evidente a tutti che le soluzioni che ora si stanno applicando potevano già essere attuate nei giorni passati. Ma allora nelle menti dei cittadini sorge una domanda: non è che l’immondizia è stato fatta accumulare nelle strade apposta per fare aumentare il disagio dei cittadini e, quindi, sotto l’incalzare dell’opinione pubblica, manu militari realizzare la discarica a Serre in un luogo assolutamente non idoneo? Questo dubbio deve essere chiarito. Se fosse vero che l’emergenza è stata appositamente fatta esplodere, si aprirebbe uno scenario dominato da una grandissima preoccupazione. I cittadini si chiederebbero: ma chi ci governa, per chi governa? E chi ci ha governato finora, visto che l’emergenza è stata protratta da oltre 13 anni?

E chi governa, per quali fini ha fatto incancrenire l’emergenza rifiuti? Compito di coloro che hanno responsabilità di governo nazionale e regionale è garantire non solo lo smaltimento dei rifiuti nell’applicazione delle vigenti leggi ma soprattutto garantire il lavoro dei cittadini, la sicurezza ambientale, la salute e la valorizzazione delle risorse ambientali autoctone che rappresentano la base insostituibile dell’attuale assetto socio-economico e dello sviluppo sostenibile e duraturo anche per le future generazioni.

Con il decreto-legge dell’11 maggio 2007 prima di sancisce l’incapacità della struttura commissariale a risolvere il problema dei rifiuti in Campania nel rispetto delle leggi che tutelano l’ambiente, le risorse idriche e la salute dei cittadini; si riconosce che l’aggravamento della crisi è dovuto alla irresponsabilità del Commissariato che si è intestardito a voler realizzare una discarica a Valle Masseria di Serre, senza alcuna conoscenza delle caratteristiche geoambientali, in un sito inidoneo come già da 5 mesi era stato dimostrato con argomentazioni scientifiche. L’unico motivo che ha spinto il commissariato a individuare Serre è rappresentato dalla vicinanza dall’uscita autostradale.

Il Governo però, invece di licenziare i responsabili, incomprensibilmente, li premia concedendo loro poteri eccezionali (che difficilmente sono ammissibili dalla nostra costituzione) per realizzare comunque la discarica a Serre, nonostante la sentenza contraria del Tribunale di Salerno, anche contro la tutela delle aree ambientalmente protette, contro la salute dei cittadini, contro le norme che tutelano le aree a rischio idrogeologico e contro il buon senso.

In altre parole il citato decreto concede alla struttura commissariale per l’emergenza rifiuti, il potere di mettere in crisi il fiume Sele (uno degli ambienti fluviali meglio conservati e di più elevata valenza naturalistica d’Italia), le sue acque di importanza strategica (circa 250 milioni di metri cubi prelevati per l’irrigazione dalla traversa che sostiene l’Oasi di Persano) per l’assetto socio-economico della pianura e per decine di migliaia di abitanti. Per togliere l’immondizia dalle strade, il decreto concede la possibilità, spietata, di  mettere a repentaglio ambiente, salute, risorse idriche strategiche, economia agricola.

Ma chi ha approvato e appoggiato vistosamente tale decreto non conosce questa palese realtà? O la conosce, e ritiene sia più importante, comunque, realizzare la discarica di Valle Masseria? Perché non ha chiesto spiegazioni a Bertolaso circa l’inerzia responsabile dimostrata nel non individuare soluzioni alternative a Valle Masseria di Serre? Ma a chi giova il  decreto-legge dell’11 maggio 2007? Forse i governi seguono logiche che sfuggono a tutti i cittadini; devono rendere conto dello strano contenuto del decreto a tutti i cittadini, o a chi altro? I cittadini devono sapere se è stata voluta e cercata quest’ultima emergenza, se la loro salute è stata esposta inutilmente a rischi, se la perdita di immagine della Regione rientra in qualche piano, a svantaggio della popolazione e degli imprenditori campani, teso a favorire altri interessi.

I cittadini se vogliono vedere e sentire i televenditori che fanno gli interessi di un’azienda, accendono il televisore. Coloro che governano le pubbliche istituzioni ai vari livelli devono garantire subito a tutti i cittadini chiarezza, professionalità, trasparenza, pulizia, onestà intellettuale, responsabilità nei confronti di tutti i cittadini.

Franco Ortolani

Ordinario di Geologia

Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II

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