Ancora gli studi su Coriano, Forlė
Scritto da msirca   
venerdė 27 aprile 2007

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 Intervista al prof. Tomatis sugli impianti a Coriano

"FORLI’. “Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale”. Molti forlivesi ricorderanno le drammatiche parole che l’ex direttore dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, Lorenzo Tomatis, pronunciò durante un incontro convocato sull’inceneritore in Municipio, circa due anni fa." 
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....la referente per il nord Italia dell’associazione medici per l’ambiente, Patrizia Gentilini, malgrado ne avesse fatto espressamente richiesta nella riunione tra camici bianchi in cui si è discusso proprio dello studio, non verrà coinvolta negli approfondimenti...

Impianti a Coriano

“Incenerire i rifiuti resta una follia”

L’oncologo Lorenzo Tomatis critica lo studio scientifico

FORLI’. “Difficilmente le nuove generazioni ci perdoneranno per questo suicidio ambientale”. Molti forlivesi ricorderanno le drammatiche parole che l’ex direttore dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, Lorenzo Tomatis, pronunciò durante un incontro convocato sull’inceneritore in Municipio, circa due anni fa.

Oggi lo scienziato si dimostra scettico anche sul discusso studio dell’area di Coriano dove si sta costruendo il nuovo impianto di Hera.

Convinzioni. Dalla sua casa francese di Lione, l’oncologo attualmente presidente del consiglio
scientifico dell’Associazione medici per l’ambiente, ribadisce dunque le sue ragioni in merito alla pericolosità delle emissioni inquinanti dei termodistruttori, e critica gli esiti e i limiti della
ricerca compiuta da Azienda Usl, Comune e Arpa, e della quale peraltro era stato inizialmente chiamato a elaborare un parere come componente del comitato scientifico.

Critiche. “Sull’indagine in sé, sulla sua struttura e la metodologia utilizzata c’è poco da obiettare – spiega Tomatis – è uno studio di tutto rispetto. Il problema è un altro: le conclusioni che gli enti promotori hanno allegato al documento, ambigue e contraddittorie allo stesso tempo. Non si parla di rischi, e si minimizza su 3 tumori, 3 sarcomi dei tessuti molli, la cui origine – evidente – dipende dall’incidenza degli impianti sulla salute, dalle diossine e dalle altre mille sostanze che ne fuoriescono. Inoltre non capisco come mai l’analisi non proceda sulle determinazioni degli ossidi di azoto e di carbonio, oltre che di benzene, quando è risaputo
che in una zona con un inceneritore i loro valori compaiano in maggiore quantità”.

Traffico. Il luminare triestino avanza più di un dubbio anche su quello che Arpa ha definito “fattore confondente”: l’influenza che i gas delle auto arrecherebbero alla qualità dell’aria di Coriano. “Scaricare tutta la questione sul traffico non mi pare una scusa valida – sottolinea Tomatis – anche perché gli effetti dei camini rappresentano un effetto moltiplicativo, ragion per cui ritengo che ci siano altri e migliori metodi per smaltire i rifiuti, a partire dalla raccolta differenziata. Pensare di volere ancora incenerire è una follia”.

Astenuto. Il medico rivela i perché della sua mancata firma al verbale finale del comitato scientifico. “Avevo chiesto che si facesse un approfondimento sullo
stato dei bambini nel quartiere – confessa – e sulle conseguenze per loro delle emanazioni dei due bruciatori. All’inizio qualcuno me lo aveva promesso ma alla fine l’impegno non è stato mantenuto. L’ho giudicato una mossa molto scorretta”.

Alfredo Corallo

Corriere di Forlì, 23 aprile 2007

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Indagine allargata

Medici per l’ambiente esclusi dal nuovo tavolo regionale

FORLI’. L’indagine sanitaria impostata sull’area di Coriano troverà applicazione anche nelle altre province emiliano-romagnole con l’inceneritore, al quale però non avrà accesso la referente per il nord Italia dell’associazione medici per l’ambiente, Patrizia Gentilini, malgrado ne avesse fatto espressamente richiesta nella riunione tra camici bianchi in cui si è discusso proprio dello studio.
All’incontro di giovedì scorso erano presenti - tra gli altri – il direttore scientifico dell’istituto per
la ricerca sui tumori Dino Amadori, e la direttrice del dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl Romana Bacchi.

“Siamo rimasti esclusi dal tavolo senza una vera spiegazione – rivela l’oncoematologa – e non siamo convinti delle indicazioni che ci hanno fornito sul documento. I pochi dati che abbiamo visionato non ci lasciano affatto tranquilli, come non ci persuadono le affermazioni in merito all’assenza, dicono, di una seria correlazione scientifica tra le emissioni dei camini e le patologie tumorali.

Basterebbe, infatti, cliccare su Internet per capire come ci siano quasi 100 voci bibliografiche sulla corrispondenza. Sarebbe forse meglio rivedere i numeri in proprio possesso: un
lavoro per cui offriamo la nostra collaborazione, gratis, e con epidemiologi di grande livello”.

(a.c.)

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