Hera perde la causa anche in sede civile.
Scritto da Luca   
sabato 14 aprile 2007
Il Tribunale di Ferrara ha chiuso con una importante sentenza, la cui motivazione non è ancora nota, la vicenda Agea-Hera/Tavolazzi, che ha forti implicazioni con temi di interesse collettivo quali, la libertà di informazione ed il diritto di opinione e di critica.

Nella causa per danni, intentata quasi tre anni fa da Agea e continuata da Hera contro Valentino Tavolazzi, a seguito di alcuni suoi articoli pubblicati nel 2004 sull'inceneritore di via Conchetta, il Giudice ha recepito la tesi difensiva dell'avvocato Stefano Tonozzi, difensore di Tavolazzi, accogliendo integralmente le sue richieste. Ha respinto infatti le pretese risarcitorie di Hera, che aveva lamentato, in conseguenza di quegli articoli, un danno alla propria immagine e persino una perdita di valore delle proprie azioni in borsa, condannandola a sua volta a rimborsare a Tavolazzi le spese legali ed a risarcirgli 15.000 euro per lite temeraria.

La sentenza di primo grado fa seguito al decreto di archiviazione dello scorso ottobre, con il quale il Giudice di Bologna aveva messo fine alla vicenda penale, scaturita dalla querela sporta a fine 2004, per quegli stessi articoli, da Agea/Hera contro Tavolazzi, in quella sede difeso dall'avvocato Claudio Maruzzi.

In quel caso il Giudice aveva riconosciuto <<lecita la condotta (di Tavolazzi) in quanto posta in essere nell'esercizio del diritto di cronaca giornalistica e di opinione>>. Inoltre aveva ravvisato <<l'utilità sociale dell'informazione essendo il tema trattato di rilevante interesse>>. Infine lo stesso giudice aveva scritto nel decreto di archiviazione che, seppure con alcune imprecisioni, dovute alla complessità della materia ed alla scarsità di informazioni da parte di Agea, <<in atti risulta la verità oggettiva dell'informazione data>>.

Negli articoli presi di mira da Agea/Hera (azienda pubblica che gestisce servizi pubblici) in ben due procedimenti giudiziari, Tavolazzi rendeva noti alcuni dati di Agea sulle emissioni di diossine dell'inceneritore di via Conchetta, realizzato negli anni '70, che circa un anno dopo quegli articoli veniva dismesso dal Comune.

Il quesito di fondo posto da Tavolazzi riguardava l'emissione di diossina che, applicando a Conchetta i limiti europei per i nuovi inceneritori (0,1 ngFTE/Nmc), doveva rimanere al di sotto di 0,0357 grFTE/anno. Invece il vecchio inceneritore era autorizzato dalla Provincia ad emetterne fino a 234 grFTE/anno. Una quantità migliaia di volte superiore.

Due sentenze, quella di Bologna ed ora quella di Ferrara, che difendono e rafforzano la libertà di espressione dei cittadini, soprattutto quando questa riguarda servizi di interesse pubblico, che non possono e non debbono sottrarsi, in forza della potenza economica degli enti che li erogano, alla legittima critica degli utenti e dei cittadini.

Sarà interessante conoscere la motivazione della sentenza di Ferrara non appena sarà disponibile.
Commenti
Inattivo l'inceneritore di via Conchetta, Ferrara.
scritto da FranK, aprile 15, 2007

Per prima cosa allego il link che riporta la notizia:http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=18853&format=html.Sono certo che Luca, su questa fonte, non avrà nessun commento da fare visto che è acqua che va al suo mulino (siamo sicuri ?). Inoltre mi fa immenso piacere che si voglia rafforzare "la libertà di espressione dei cittadini, soprattutto quando questa riguarda servizi di interesse pubblico", nonchè consentire "la legittima critica degli utenti e dei cittadini". Poichè parto dal presupposto che si tenda a scrivere quel che si pensa e di cui si è convinti, come utente e cittadino credo di non fare eccezione, per cui posso continuare a difendere e rafforzare la mia libertà di espressione, soprattutto quando si tratta di servizi di interesse pubblico,facendo leggittima critica. Appare arduo sostenere il contrario. E' evidente, invece, che certi interventi non sembrano far tesoro di questi sani principi, tanto da ritenere che si predichi bene e si razzoli male. Ma questo non è un aspetto interessante. Nel merito della vicenda riporto un brano di un articolo de 'Il Resto del Carlino" di Nicola Bianchi del 23 dicembre 2005 nel quale si chiarisce il perchè della richiesta di archiviazione, dovuta al venir meno di un elemento fondante il dolo necessario per integrare il delitto di diffamazione (art.595 c.p.):"Gli articoli in esame, secondo il pubblico ministero, ‘singolarmente e complessivamente considerati, appaiono volti a stimolare, con linguaggio rispettoso della continenza formale, un maggiore accesso alle informazioni in una materia di sicuro interesse
sociale quale quella delle emissioni in atmosfera degli inceneritori di rifiuti’. Nel far questo, precisa,‘vengono forniti dati che confermano essere veritieri’. L’unico che ‘non sembra corrispondere al vero
è quello, nel primo articolo, relativo all’emissione effettiva di 200 grammi di diossine all’anno’.Quantità che l’autore dichiara di ricavare da uno studio della stessa Agea. Un errore di interpretazione ritenuto ‘idoneo a far venir meno il dolo del delitto di diffamazione". Questo è ciò che è stato alla base della richiesta di archiviazione, ma la motivazione sarà più chiara. Ogni operazione che cerchi di rendere più trasparente e visibile l'attività di questi impianti deve essere ben vista perchè se il cittadino conosce di persona si forma un'opinione diversa da quelle che vogliono essere inculcate.Dal Rapporto Rifiuti 2006 dell'APAT risulta che l'inceneritore (propriamente detto perchè sprovvisto della sezione di recupero energetico) di via Conchetta è inattivo, mentre sono in corso d'opera i lavori per la realizzazione delle due nuove linee del termovalorizzatore di Cassana, Ferrara: il vecchio inceneritore sarà sostituito dalle due nuove linee, e successivamente sarà ristrutturata la linea attiva dal 1993.


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Ultimo aggiornamento ( sabato 14 aprile 2007 )