"Buona Pasqua" da Domenici
Scritto da msirca   
venerdì 06 aprile 2007

 ...Un giorno, Riccardo Petrella mi raccontò che, quando era presidente dell'Acquedotto Pugliese, animato da entusiasmo, propose in un consiglio di amministrazione di ragionare sul risparmio dell'acqua. L'amministratore delegato gli rispose: "Guardi che lei si espone a una denuncia civile, perchè scopo della società per azioni che lei presiede è vendere una merce e risparmiare acqua significa ostacolare i profitti della società".

http://www.carta.org/rivista/settimanale/2007/12/sommario.htm .

Al sindaco di Firenze Leonardo Domenici 

Caro Leonardo (dirò per i lettori che mi permetto questa familiarità, con il sindaco Domenici, grazie a un'amichevole frequentazione giovanile), vorrei dirti che trovo esemplare la vicenda, che Carta ha raccontato la scorsa settimana, delle bollette dell'acqua che i tuoi concittadini stanno per ricevere.

Riassumo per chi si fosse perso questo "action movie" dell'economia liberista. Dunque: il direttore dell'ATO 3, quello di Publiacqua, la società a proprietà pubblica ma gestita come una società per azioni "partecipata" non dai cittadini ma da ACEA spa, un signore di nome Gianni Del Vecchio, ha annunciato un aumento delle tariffe del 9,5%. Caspita. Che è successo? C'è stato un calo dei consumi: 84 milioni di m3 invece dei 92 iscritti in bilancio. Perciò, ha detto con logica inesorabile Del Vecchio, bisogna far pagare di più le utenze, dato che "la tariffa deve coprire costi operativi, investimenti e remunerazione del capitale". Questa è la notizia, ed è fantastica, perchè mostra in modo limpido a quali conseguenze conduce la linea della gestione "privatistica".

Un giorno, Riccardo Petrella mi raccontò che, quando era presidente dell'Acquedotto Pugliese, animato da entusiasmo, propose in un consiglio di amministrazione di ragionare sul risparmio dell'acqua. L'amministratore delegato gli rispose: "Guardi che lei si espone a una denuncia civile, perchè scopo della società per azioni che lei presiede è vendere una merce e risparmiare acqua significa ostacolare i profitti della società". Chiarissimo. Infatti Petrella dopo qualche tempo si dimise, sostenendo appunto che una S.p.A. ha le sue logiche inesorabili. E Nichi Vendola, presidente della Puglia, replicò sull'Espresso che quello di Riccardo era un atteggiamento di "destra", dato che voleva procurare gratis l'acqua, diritto umano fondamentale, alla gente: "Di sinistra - disse Vendola - è far sì che i cittadini abbiano il reddito per pagare le bollette". Questa affermazione di Nichi a me pare piuttosto acrobatica, per usare un eufemismo. Tanto è vero che il direttore del tuo ATO ha chiarito il concetto: se l'acquedotto è gestito come una S.p.A. deve guadagnare (la "remunerazione del capitale") e deve perciò punire il risparmio.

La sola legge è far crescere le "vendite", cioè i consumi. Magari anche questa è una cosa "di sinistra". Anzi, lo è certamente, vista l'ostinazione con cui tu e il presidente della Toscana Martini avete voluto privatizzare la gestione degli acquedotti, gettando via come un rifiuto speciale (di quelli che vanno a finire nei fiumi, per restare in tema) le oltre 40.000 firme che i movimenti toscani avevano raccolto per una legge d'iniziativa popolare che chiedeva, appunto, di ri-pubblicizzare l'acqua.

L'altro giorno sono stato ad Arezzo e i compagni di lì mi hanno spiegato che "la nostra Vicenza è l'acquedotto". Quella di Arezzo e del suo ATO (la Val di Chiana) è una storia lunga e dolorosa, su cui a suo tempo le organizzazioni sociali locali avevano compilato un grande dossier. In cui si dimostrava come la S.p.A. avesse comportato minori investimenti, bollette più alte e nessun risparmio, oltre a tre C.d.A. (prima ne esisteva uno solo) in cui siedono, ben stipendiati, ex sindaci ed ex deputati del tuo partito. Mi hanno anche raccontato, gli aretini, che la trattativa per l'ingresso di Rifondazione nella giunta toscana sarebbe a buon punto. La maggioranza diessino-margheritista sarebbe - dicono - disposta a ri-pubblicizzare, visti i fallimenti, proprio l'acquedotto di Arezzo. Un bel segnale, anche se restano sul tappeto (pardon, sul territorio) il tunnel TAV sotto Firenze, un paio di inceneritori, il rigassificatore navigante di Livorno, l'autostrada in Maremma, ecc. Ma, come dice il Corriere della Sera, non bisogna essere "massimalisti" (che vuol dire?) e prendere quel che si può. Ma allora, se ad Arezzo sì, perché a Firenze no?

Ricordo una bella serata, al Forum Sociale Europeo di Firenze (era il 2002) in cui tu, Paul Ginsborg, io ed altri discorremmo con un paio di migliaia di persone: negli intervalli parlammo appunto dell'acquedotto fiorentino, che era sul punto di essere privatizzato (nella gestione, appunto) e tu mi recitasti il mantra per cui il privato significa maggiore efficienza, più concorrenza, minori costi, ecc. Sei disposto, ora, ad ammettere che ti sbagliavi? Capita a tutti, prima o poi, di prendere un granchio. E questo è bello grosso. Dirò di più: aumentare le bollette dell'acqua perché la gente si sforza di risparmiarla è un evento di carattere universale. Dimostra che i cittadini sono più avanti dei loro rappresentanti, hanno capito tutto di dettagli come il disastro climatico e le imminenti siccità e sono ansiosi di cambiare strada. E tu? E voi?

Pierluigi Sullo

(www.carta.org)



 

Commenti

busy
Ultimo aggiornamento ( giovedì 12 aprile 2007 )