Sul trattamento MTB
Scritto da Claudio   
marted́ 06 marzo 2007
ANCORA SUL TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICO (TMB) 

Una recente lettera di Federico Valerio confortata dai dati del Ministero, in modo un po’ troppo enfatico, pone l’accento sul dato per cui l’Italia sarebbe il paese con il più massiccio ricorso ad impianti TMB. Valerio, cogliendo un aspetto condivisibile, probabilmente vuol sottolineare che ormai più del 20-25% del totale dei rifiuti italiani è trattato in questo modo senza ricorrere a discariche ed inceneritori. TUTTAVIA QUESTA ENFASI RISCHIA DI FAR PASSARE IN SECONDO PIANO UNA REALTA’ PRESSOCHE’ TOTALE CARATTERIZZANTE LA MODALITA’ IMPIANTISTICA E LA FINALITA’ DI TALI IMPIANTI ASSERVITI ALLA PRODUZIONE DI CDR E QUINDI DEL TUTTO INTERNI (non alternativi) ALLA “FILIERA DELL’INCENERIMENTO”(combustione in impianti dedicati o “non dedicati” come i cementifici).

Si rischia di ingenerare un pericoloso qualunquismo per cui “ogni TMB è buono”. NON E’ COSI.

IL TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO CHE RITENIAMO FUNZIONALE ALLA STRATEGIA RIFIUTI ZERO E’ QUELLO FINALIZZATO NON A PRODURRE CDR O GENERICA FRAZIONE “BIO-OSSIDATA” MA A SOTTRARRE QUANTO PIU’POSSIBILE DALLE DISCARICHE. Questo tipo di TMB (poco diffuso in Europa) E’ MOLTO UTILE (e alternativo agli inceneritori) per il trattamento della “frazione residua” delle grandi città dove anche in presenza di sistemi porta a porta in tempi rapidissimi non sarà facile andare oltre il 55-60% di RD. Cosi’ la frazione rimanente può essere trattata con impianti TMB in grado di recuperare fino al 70% dei residui in ingresso perché dotato sia di un “braccio automatico” per l’intercettazione del “sopravaglio” costituito da plastiche e da materiali cartacei e da vetro residuo da avviare a riciclaggio (e non a CDR) sia un”braccio per il trattamento biologico” con l’eventuale ricorso alla digestione anaerobica a cui inviare anche i materiali cartacei contaminati ( anche in questo caso sottratti alla produzione di CDR).Ciò che rimane da mettere in discarica in modo stabilizzato sono degli inerti, della sostanza organica trattata (FOS) e plastiche di basso pregio. Nei TMB italiani invece NON ESISTE PRATICAMENTE IL BRACCIO AUTOMATICO PER RECUPERARE CARTA, CARTONI, VETRO, PLASTICHE in quanto questi materiali sono la base (a parte vetro e metalli) del CDR. Su questi punti rimandiamo ancora una volta a http://ambientefuturo.interfree.it

Naturalmente a completamento di questa organizzazione modulare le cui parti sono già da tempo disponibili sul mercato (vedi i sistemi a raggi infrarossi per la intercettazione di plastiche per polimeri, materiali cartacei, e del vetro per colore) occorre PREVEDERE IL CENTRO DI RICERCA (quinta R) per la RIPROGETTAZIONE INDUSTRIALE DI SCARTI ED IMBALLAGGI ancora non “digeriti” dal sistema di gestione e di trattamento.

  

Rossano Ercolini – Fabio Lucchesi

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Ultimo aggiornamento ( domenica 18 maggio 2008 )