Impregilo e i CDR
Scritto da Bolina   
sabato 03 febbraio 2007

 .... E così vengono alla luce i perché della cronica crisi dei rifiuti in Campania. E si prospetta una «sacchettopoli».

Il Manifesto 01/02/07 Campania
Rifiuti, i pm contro Impregilo
Francesca Pilla (Napoli)

Le richieste della procura di Napoli sono pesanti: sequestro di tutti i cdr campani (i sette impianti per la produzione di combustibile da rifiuti, nessuno escluso), confisca alla Impregilo di 43 milioni di euro e dei crediti per 109 milioni che la stessa società dovrebbe riscuotere dalla Regione e da vari Comuni. E così vengono alla luce i perché della cronica crisi dei rifiuti in Campania. E si prospetta una «sacchettopoli».

Le violazioni e i buchi della gestione sono nero sui bianco nei fascicoli depositati da poco dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che stanno indagando dal 2003 sulla gestione dei rifiuti da parte del Commissariato straordinario di governo, prima nelle mani di Antonio Bassolino e dal 2004 Corrado Catenacci, dimessosi in giugno per altre inchieste, nonché sugli appalti e i contratti di fornitura con Fibe e Fisia, società del gruppo Impregilo. Il reato ipotizzato è la truffa da parte della società che da anni gestisce il ciclo industriale: finanziamenti usati male, riscossione delle imposte da utenti e comuni per lasciare l'immondizia nelle strade, soldi pubblici finiti in un buco nero.
  In particolare la Impregilo avrebbe realizzato impianti non a norma, dove la spazzatura invece di essere stoccata per poi poter esser termodistrutta o trasformarsi in energia viene semplicemente «impacchettata». Ecco spiegate le ragioni dell'estrema difficoltà - nei periodi di collasso della raccolta - a trovare siti fuori regione o all'estero disposti ad accogliere le ecoballe.
 Da qui l'insensatezza a costruire il megainceneritore ad Acerra - contestato dalla popolazione - quando non si provvede a risolvere la prima fase dello stoccaggio nelle discariche. I pm, in ogni caso, hanno chiesto anche il sequestro del termovalorizzatore, sempre gestito dalla Impregilo. Le confische di «beni» e «finanze» sono giustificate dal fatto che, a suon di proroghe e di gare andate deserte negli ultimi mesi, è ancora la stessa società a gestire il tutto.
 Tra i 28 indagati dalla procura ci sono il presidente Bassolino - che si è difeso dichiarando di aver firmato le autorizzazioni senza sapere quello che avveniva - i fratelli Piergiorgio e Paolo Romiti, proprietari della Impregilo, e gli amministratori delegati di Fibe e Fisia, Armando Cattaneo e Roberto Ferrarsi. La società, d'altro canto, ha fatto sapere di aver fornito ai magistrati «tutti gli elementi per dimostrare l'infondatezza delle richieste».
Commenti
ABBIAMO RAGIONE NOI!!!
scritto da paolino, febbraio 04, 2007


Meno male che secondo un vostro esponenente di spicco noi favorevoli a fermare l'emergenza rifiuti col termovalorizzatore siamo degli ignorantoni incapaci di leggere, informarci e ragionare. Ma avete letto l'articolo? Toglietelo subito, non è settario come le norme del sito prevedono:
..........In particolare la Impregilo avrebbe realizzato impianti non a norma, dove la spazzatura invece di essere stoccata per poi poter esser termodistrutta o trasformarsi in energia viene semplicemente «impacchettata». Ecco spiegate le ragioni dell'estrema difficoltà - nei periodi di collasso della raccolta - a trovare siti fuori regione o all'estero disposti ad accogliere le ecoballe.. SALUTONI
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Ultimo aggiornamento ( domenica 04 febbraio 2007 )