Comunicato PRC sul "protocollo" inceneritori
Scritto da msirca   
giovedì 01 febbraio 2007

PRC Gruppo Toscana

Inceneritori e audizione Arpat in VI° Commissione. RC: necessario ridurre gli impianti inquinanti e non aumentarli

Priorità alla riduzione dell'inquinamento nella piana fiorentina. No a ulteriori impianti inquinanti quali gli inceneritori.

 Oggi 31 gennaio vi è stata la firma definitiva del protocollo di intesa per la costruzione dell’inceneritore nella Piana Fiorentina, l’ampliamento di Montale, Selvapiana e Testi, e – in futuro – quello di Calice. Da mesi i comitati hanno invano chiesto un forum pubblico per confrontare ipotesi e modelli diversi su produzione, raccolta e smaltimento dei rifiuti.

 Mai la distanza fra rappresentati e rappresentanti è stata così grande. In questi giorni è apparso sulla stampa il resoconto dell’audizione di Arpat con la VI Commissione Consiliare Regionale. Proprio quanto detto da Arpat, pur non condividendolo interamente, dovrebbe indurre ad un ripensamento, invece di continuare a procedere nella scelta di realizzare nuovi impianti di incenerimento nell’area più malata della piana fiorentina.

  Infatti, il recente studio su Firenze e la piana, curato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale ci dice che con 43,4 microgrammi per metrocubo di PM10 vi sarà nel lungo periodo un 5-10% di mortalità in più rispetto a quanto si registrerebbe se l’area non superasse i 20 mg al metrocubo, limite imposto dall’Unione Europea da raggiungere entro il 2010. Inoltre dallo studio si rileva un altro fatto: anche se le opere infrastrutturali già previste (di cui dubitiamo fortemente il rispetto dei tempi di realizzazione) fossero realizzate le più rosee previsioni indicano che nel 2010 dagli attuali valori si scenderebbe a 26,8 microgrammi per metrocubo, ossia non si rientrerebbe nei limiti.

 Unica priorità è quindi quella di individuare ulteriori interventi per raggiungere i massimali consentiti e che non è sopportabile nessun ulteriore carico inquinante, fosse solo del 2%!. Infatti Arpat sostiene che le polveri sottili sono responsabili dell’inquinamento atmosferico del solo 2% rispetto ai principali inquinatori: traffico, industria, combustione domestica, ecc.
Ma quel 2% è calcolato su un’area ben superiore a quella di ricaduta delle polveri individuata dalla Vis. Pertanto, intorno alla ciminiera i valori saranno invece ben più alti e ad essi vanno comunque aggiunte tutte le altre emissioni fortemente inquinanti come diossine metalli pesanti, ecc in un area dove la VIS medesima indica questi agenti già come molto consistenti.

  Ma quei cittadini (residenti e tutti i lavoratori dell’Osmannoro) sono disponibili a respirare quel concentrato di polveri e a catalizzare su di se tutte le patologie respiratorie che ne deriveranno?.

  Come si può oggi assumersi la responsabilità di aggravare uilteriormente una qualità di aria già fortemente compromessa?

  Altre soluzioni alternative all’incenerimento ci sono e le conosciamo. E’ solo questione di volontà e di scelta politica.

Ma oggi, esiste un’altra priorità che è quella della tutela della salute.

 Per questo la domanda vera è: quali ulteriori interventi si metteranno in atto per rientrare nei limiti e rimanerci.

 E, allora, non è forse tempo di imporre drasticamente il divieto di prevedere ulteriori impianti fortemente inquinanti che ci allontanerebbero dall’obbettivo?

 E’ questa la prima delle responsabilità che i pubblici amministratori devono avere e che sembra derubricata.

 Condividiamo le giuste preoccupazioni e argomentazioni dei comitati, Medicina Democratica e associazioni.

La Capogruppo in Consiglio Regionale di Rifondazione Comunista Monica Sgherri, Il Segretario Regionale Niccolò Pecorini  

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Ultimo aggiornamento ( lunedì 05 febbraio 2007 )