Il WWF contro l’inceneritore della piana fiorentina
mercoledì 24 gennaio 2007
Il WWF contro l’inceneritore della piana fiorentina. I perché di un no. Una scelta insostenibile da un punto di vista sanitario e ambientale.

Continua con un nuovo ricorso la battaglia legale dell’associazione che sostiene l’illegittimità della scelta dell’incenerimento per la frazione residua e delle procedure di approvazione e localizzazione dell’impianto. Per l’Associazione si tratta di una scelta sbagliata e gravissima sia sul piano sanitario che su quello ambientale e della politica dei rifiuti. Anche tutta la procedura che ha portato alla localizzazione e approvazione dell’impianto risulta viziata da importanti carenze e inadeguatezze che la rendono per il WWF illegittima da un punto di vista giuridico.

E’ per questo che l’Associazione si è rivolta al Tribunale Amministrativo Regionale, impugnando le delibere della Provincia di Firenze e della Regione Toscana pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana del 31 ottobre 2006 

Firenze, 24/01/2007

 

Il WWF contro l’inceneritore della piana fiorentina. I perché di un no. Una scelta insostenibile da un punto di vista sanitario e ambientale.
Continua con un nuovo ricorso la battaglia legale dell’associazione che sostiene l’illegittimità della scelta dell’incenerimento per la frazione residua e delle procedure di approvazione e localizzazione dell’impianto.

Il WWF continua la sua battaglia per fermare il progetto di nuovo inceneritore nella Piana Fiorentina.

Per l’Associazione si tratta di una scelta sbagliata e gravissima sia sul piano sanitario che su quello ambientale e della politica dei rifiuti.
Inoltre tutta la procedura che ha portato alla localizzazione e approvazione dell’impianto risulta viziata da importanti carenze e inadeguatezze che la rendono per il WWF illegittima da un punto di vista giuridico.

E’ per questo che l’Associazione si è rivolta al Tribunale Amministrativo Regionale, impugnando le delibere della Provincia di Firenze e della Regione Toscana pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana del 31 ottobre 2006.

Con questo ricorso il WWF chiede il rispetto delle norme vigenti a difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente della Piana.

I politici firmano accordi e tutti parlano dell’inceneritore come cosa ‘già fatta’ ma ancora non è detta l’ultima parola!

I tanti perché di un NO all’inceneritore nella Piana:

Un NO per le CARENZE ed INADEGUATEZZE GIURIDICHE nell’iter di approvazione

Non solo un errore politico ma anche un errore tecnico e giuridico è quanto contraddistingue l’approvazione della scelta e della localizzazione dell’inceneritore nella Piana.
Tutto è stato fatto senza un adeguato rispetto delle norme nazionali (Testo Unico sull’Ambiente) e internazionali (Convenzione di Stoccolma) nonché delle indicazioni della Valutazione di Impatto Sanitario dell’opera.
Per questo il WWF si è rivolto al TAR della Toscana.
Gli elementi di illegittimità sono i seguenti:
- In una precedente delibera, la Provincia di Firenze aveva affermato che in caso di valutazione di impatto sanitario complessivamente negativo non si sarebbe insistito nella scelta dell’inceneritore nella Piana ma si sarebbero predisposte soluzioni diverse per la gestione dei rifiuti. Nell’approvare l’inceneritore la Provincia di Firenze ha pertanto arbitrariamente smentito ,senza peraltro motivare, sue precedenti determinazioni dal momento che il sito di Case Passerini è stato considerato già in origine equivalente dal punto di vista ambientale e sanitario a quello originario di Osmannoro 2000, con le problematiche evidenziate dalla Valutazione di Impatto Sanitario commissionata dalla Provincia stessa.
- Gli Enti non tengono conto che la Valutazione di Impatto Sanitario afferma che:
• l’emissione di diossine aumenterà notevolmente negli scenari futuri in ragione dell’inserimento del termodistruttore (pag. 49 Valutazione dell’impatto prima fase) e che per quanto riguarda il cadmio, mercurio, polveri, diossine, idrocarburi esiste una “eccedenza positiva nel bilancio futuro” sul bilancio generale dell’area,
• per cadmio e diossine, con l’inserimento dell’inceneritore nella piana si registreranno valori di ordine di grandezza comparabili con le sorgenti di traffico più significative con un sostanziale raddoppio degli inquinanti più pericolosi nell’intera area,
• vi è una grave carenza di istruttoria per verificare gli effetti sanitari dell’impianto nell’area in considerazione del fatto che non sono stati verificati gli effetti delle polveri sottili sicuramente emesse dall’impianto in misura inferiore di 2.5 micron come espressamente affermato dalla stessa valutazione dell’impatto sanitario e analogamente e con una carenza di istruttoria ancor più se possibile inammissibile, è stato omesso di prendere in considerazione la emissione da parte di questi impianti di nano polveri riconosciute, proprio in ragione della loro dimensione e contenuti, ancora più pericolose.
- La scelta del sito per l’impianto è assolutamente irrazionale dal momento che l’area è riconosciuta area ad alta criticità ambientale dalla stessa Regione Toscana; area cioè che già mostra superamenti dei valori limite stabiliti dalla normativa sull’inquinamento dell’aria e che saranno ulteriormente peggiorati dall’inceneritore.
- Gli atti provinciali violano palesemente il testo unico sull’ambiente entrato in vigore nell’aprile 2006 il quale imponeva all’amministrazione (art. 182) di verificare, per i rifiuti da gestire l’impossibilità tecnica ed economica di effettuare operazioni di recupero.
- Gli stessi atti violano inoltre la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti tra cui in particolare proprio le diossine. La convenzione prevede infatti che gli stati firmatari debbano predisporre misure atte ad assicurare la costante diminuzione e se possibile l’eliminazione definitiva degli inquinanti organici persistenti tra cui per l’appunto le diossine, i furani, i pcb emessi in quantità importanti dagli inceneritori.

Un NO per la SALUTE DEI CITTADINI

Politici e Amministratori locali continuano a lanciarsi in affermazioni sulla sicurezza degli attuali impianti di incenerimento dei rifiuti dal punto di vista della salute pubblica.
Per il WWF (e non solo per il WWF) si tratta però di affermazioni strumentali e assolutamente non suffragate dai dati reali.
Sono infatti ben noti ed innegabili i limiti dei sistemi di filtraggio e controllo, sia pur di ultimissima generazione.
Si sa bene per esempio come le polveri sottili e ultrasottili siano un problema assolutamente non risolto nelle emissioni degli inceneritori.
Nella delibera N. 202 del 31/05/2006 la giunta provinciale di Firenze ha dichiarato che “le argomentazioni relative alle nanopatologie <..> trovano eco unicamente sui media non scientifici, restando invece prive di riscontro sulla letteratura scientifica”. Si tratta di un’affermazione clamorosa e facilmente smentibile sulla base di una semplice disamina della letteratura sul tema, ormai vasta, che sta evidenziando influenze significative del particolato sottile sulle malattie dell’apparato respiratorio ma probabilmente anche su altre patologie come alcuni tumori.
E se davvero questo problema è così inconsistente (come qualcuno vorrebbe farci credere), come mai la Commissione Europea nel recente lancio dei programmi di ricerca del settimo programma quadro ha inserito ben 4 linee di ricerca sull’impatto delle nanoparticelle sulla salute e l’ambiente?
Si ricorda come queste polveri hanno un fortissimo potenziale di impatto sulla salute in quanto per le loro dimensioni vengono inalate fino alle parti più profonde dell’apparato respiratorio.
Infatti, secondo gli studi dell’OMS si sono rilevati eccessi importanti di decessi attribuibili al superamento dei limiti per le polveri sottili, mentre è stato ormai da tempo rilevata una relazione significativa tra concentrazioni di pm10 e mortalità giornaliera generale per cause respiratorie e cardiovascolari (studio MISA 2001-2004).
E non vi sono solo le polveri fini ma tutta una serie di sostanze tossiche e/o cancerogene come diossine e altri composti organici (fra cui policlorobifenili, policloruri di naftaline, clorobenzeni, idrocarburi policiclici aromatici), i metalli pesanti (mercurio, cadmio, piombo, antimonio, ecc.), anidride solforosa, biossido di azoto, ecc..
I sistemi di filtraggio attuali hanno diminuito l’emissione di queste sostanze, ma non la possono annullare. E il problema per la salute delle popolazioni locali quindi rimane. Ma ai nostri politici questo non interessa?

Un NO per l’AMBIENTE

La Piana Fiorentina ha subito negli ultimi decenni una trasformazione radicale con una infrastrutturazione e urbanizzazione pesantissima, che ha visto il moltiplicarsi di strade e autostrade, insediamenti industriali e commerciali, aumenti vertiginosi dell’edificato produttivo e residenziale, discariche e depositi, e così via.
Si tratta quindi di una zona già soggetta a grave inquinamento chimico a carico di acqua, aria e suolo nonché a stravolgimento del suo assetto ambientale e storico.
E’ l’ora di smettere di considerare quest’area come un recipiente dove buttare tutto ciò che altrove risulta scomodo o inviso. E’ l’ora di pensare al recupero ambientale e sociale di quest’area.
Aggiungere le emissioni dell’inceneritore (unite anche a quelle dei veicoli che trasporteranno i rifiuti da incenerire) comporta un ulteriore inaccettabile aumento del carico di inquinanti che già va a colpire i tantissimi cittadini che vivono e/o lavorano nell’area. Si tratta inoltre di un ulteriore processo di consumo irreversibile di suolo. E a tutto questo si deve aggiungere anche l’aumento del traffico pesante che questa struttura determinerà.
Inoltre, nonostante l’espansione edilizia e infrastrutturale che si è citato, alcuni lembi naturali residui costituiscono ancora spazi verdi fruibili dagli uomini e anche dagli animali selvatici. In particolare una serie di piccoli laghi costituisce ancora una rete di importanti aree di sosta per la migrazione degli uccelli.
Un inceneritore e relativa ciminiera delle dimensioni previste e inoltre quello che comporta di ulteriore viabilità e traffico determinerebbe un’ulteriore grave ostacolo sulle rotte migratorie, rendendo sempre più a rischio la sopravvivenza nella Piana di questo meraviglioso e sorprendente fenomeno.

Un NO per la GESTIONE DEL PROBLEMA RIFIUTI


Molti pensano che gli inceneritori siano la scelta più semplice ed efficace per gestire il problema rifiuti: si bruciano e il problema non c’è più.
Ma davvero il problema non c’è più?
In realtà la materia bruciata cambia forma ma non scompare. Le sostanze bruciate finiscono in diversa misura nei gas emessi dalla combustione e nelle ceneri e scorie prodotte (volatili e residue). La parte che non viene intercettata dai filtri si riversa nell’ambiente. Quello che rimane nei filtri e come cenere residua diventa un rifiuto ancora da gestire e questa volta, a causa dei prodotti della combustione e della concentrazione di sostanze nocive, si tratta di un rifiuto tossico!
La percentuale di ceneri e scorie solide da gestire come rifiuto tossico corrisponde a circa il 30% del peso iniziale dei rifiuti e questo fa capire bene come il problema non scompare ma solo si sposta e addirittura si complica.
La parte poi che viene dispersa nell’aria e nell’acqua va a determinare gravi danni alla salute dell’uomo e dell’ambiente.
Inoltre gli inceneritori, una volta costruiti, devono mantenersi operativi per essere ‘produttivi’ e necessitano per questo di enormi quantità di rifiuti, possibilmente con buone ‘qualità’ di combustibilità come plastiche e simili, e questo fa sì che il processo di incenerimento diventi un disincentivo e un ostacolo per poter attivare e promuovere davvero quelle politiche di riduzione nella produzione del rifiuto e di riuso e riciclo, che sono le sole vere azioni che possono aiutarci ad uscire dalla sempre più grave emergenza rifiuti.
Molte esperienze ci dimostrano come sia possibile ridurre il rifiuto alla sua origine (si pensi a quanto si può fare nel campo degli imballaggi e non solo) e come sia possibile arrivare a percentuali altissime di raccolta differenziata e riciclo (in particolare con iniziative basate sulla raccolta porta a porta, su incentivi-disincentivi di tassazione, ecc..).
Questa è l’unica strada da seguire.

L’inceneritore è una scelta sbagliata:
- non risolve il problema rifiuti ma addirittura lo peggiora (dispersione di inquinanti, produzione di rifiuti tossici);
- mette in pericolo la salute dei cittadini;
- deturpa ulteriormente un territorio già caratterizzato da profonde ferite.

E’ per questo che il WWF chiede a politici e amministratori di tornare sulle loro decisioni e chiede al TAR di intervenire per far rispettare le norme vigenti e fermare quindi un progetto dannoso, illogico e per vari aspetti illegittimo.

WWF Sezione regionale Toscana

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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 24 gennaio 2007 )