Il tempo è scaduto |
Scritto da Luca | |
mercoledì 24 gennaio 2007 | |
di Carlo Bertani - 22 gennaio 2007 "Sono tutte fandonie, queste! Bella verità! Come se qualcuno volesse sostenere che basta sussurrare una formula magica perché i fiumi tornino agili indietro, il mare, messo in ceppi, diventi inerte, i venti, pur non avendo fiato, soffino, il sole si fermi, la luna sia schiumata come un brodo, le stelle si stacchino dal cielo, il giorno scompaia, la notte prolunghi la sua durata". Fa paura usare quel termine, ed allora ci s'inventa di tutto: Kyrill diventa così una "tempesta", poi un "ciclone". Infine, quando i venti raggiungono i 225 Km/h , si getta la maschera e non si teme più di chiamarlo per quel che è: uragano. Apparentemente sono fenomeni analoghi, ma non dobbiamo farci ingannare dalle apparenze: il triste conto dei morti indica sì la violenza dei fenomeni atmosferici, ma le manifestazioni che provocano questi disastri possono essere molto diverse. Forti perturbazioni che calano veloci dalla Siberia, attraversano le pianure dell'Europa Centrale e si abbattono sull'Italia entrando dalla "porta" triestina non sono certo dei fatti inusuali, e la meteorologia ha registrato quasi tutti gli inverni eventi del genere. Tutta questa vicenda è un susseguirsi di contraddizioni e di domande senza risposte: l'unica certezza è quella spirale inusuale e terrifica, sotto la quale sono morte decine di persone ed intere regioni sono state squassate come nessuno ricorda a memoria d'uomo. " La Commissione europea chiederà un taglio unilaterale delle emissioni di gas ad effetto serra del 30% entro il 2020, con la prospettiva di un impegno di ridurre comunque almeno del 20% tali emissioni rispetto al livello del 1990. Il presidente Jose Manuel Barroso ha detto che si tratta di un segnale chiaro sul futuro del pianeta e sul desiderio di dare una vita decente alle generazioni future. E' un'iniziativa che ci conferisce un ruolo di avanguardia nella lotta al cambiamento del clima. Ricordo che la riduzione del 20% va oltre il doppio dell'obbligo previsto dal Protocollo di Kyoto."[1] L'Europa pare svegliarsi dalla morfina delle burocrazie di Bruxelles e darsi un colpo di reni: il 20% in meno! Vi pare poco? L'unica soluzione che è proibito prospettare riguarda le rinnovabili: anche se in Europa ruotano migliaia d'aerogeneratori e l'ENEA ha praticamente concluso la fase sperimentale sul solare termodinamico - la grande intuizione di Rubbia - bisogna tacere ed affermare che Kyrill è un "ciclone extratropicale". Ma che cosa è un "ciclone extratropicale", se non un ciclone od un uragano che si forma ad altre (ed eccezionalmente alte) latitudini? Vogliamo, ancora una volta, fare gli azzeccagarbugli sulla terminologia? La strana coincidenza fra le esternazioni di Barroso e l'uragano Kyrill insospettisce, e non poco: cos'altro sanno e non ci raccontano? Perché non ci espongono come stanno veramente le cose? Forse perché dovrebbero ammettere di non aver fatto nulla per decenni, d'aver ignorato gli avvertimenti di molti scienziati, d'aver - addirittura - commissionato ricerche "compiacenti" per sostenere che l'aumento delle temperature non era da mettere in relazione con le emissioni di gas serra? Perché tutta questa fretta europea ed il silenzio degli USA, della Russia...praticamente del resto del pianeta? Lasciamo stare - per ora - le beghe di casa nostra ed osserviamo il problema sotto l'aspetto planetario, perché è oramai evidente che se non ritroviamo una nuova empatia - ossia il profondo senso di solidarietà interno alla stessa specie, e la consapevolezza che gli esseri viventi sono legati fra di loro da legami a volte evidenti, a volte misteriosi ma preziosi - con i traumatici mutamenti del clima in atto si sopravvive o si va a fondo tutti assieme. La ragione della strana "fretta" europea nasce tutta da quel fenomeno - praticamente unico su Gaia - che chiamiamo "Corrente del Golfo", ossia quel fiume d'acqua calda che sale dal Golfo del Messico fino alle coste scandinave. Sale: potremmo quasi affermare che saliva. Ora, a Bordeaux ed a Lisbona la neve è un fatto abbastanza raro, mentre a Filadelfia hanno spartineve grandi come locomotori ed ad Halifax - d'inverno - il panorama è polare. L'Europa ha quindi goduto per secoli di un colossale vantaggio rispetto alle pari latitudini americane (ed asiatiche): possiamo affermare che il grande sviluppo europeo sia stato catalizzato dalle temperature più miti? Ci sono - ovviamente - anche in quei mari delle correnti calde ma nulla di paragonabile al colossale "boiler" che attraversa l'Atlantico: perché? Nessuno lo sa. La Corrente del Golfo è generata dall'assenza di sbarramenti di isole, dalla rotazione terrestre, da qualcos'altro ancora? Non ha nessuna importanza: basterebbe accettare l'evidenza e non perdersi nei rompicapi che non conducono a nulla. Affermazione eccessiva e nichilista? No: cerchiamo d'evitare le grandi affermazioni di principio e proviamo a ragionare con buon senso.
L'evidenza dei fatti[2]nasce da una semplice considerazione: le temperature medie non salgono ovunque e non incrementano della stessa misura. Nell'emisfero australe, ad esempio, non ci sono variazioni apprezzabili, mentre in quello boreale l'aumento delle temperature varia da circa 1 grado nelle aree meridionali fino a circa 5 nelle regioni polari. Perché? Nessuno lo sa. Quanto ci vorrà per raggiungere quei valori? Dipende. Saranno proprio quelle le temperature o saranno altre? Queste enormi masse d'acqua relativamente poco salata scendono verso sud ed incontrano le acque calde - ma molto dense perché salate - della Corrente del Golfo. Cosa succede? Anche se più calde (l'acqua calda pesa di meno dell'acqua fredda) le acque della Corrente del Golfo sono più pesanti perché più saline e, quando incontrano le fredde e dolci acque polari, scivolano sotto di esse come noi infiliamo le gambe sotto il lenzuolo quando andiamo a letto. L'errore che potremmo compiere sarebbe cercare di trarre conclusioni certe da questo quadro - accettato dalla gran maggioranza degli scienziati - poiché non sappiamo se il calore che ristagna nell'Atlantico centrale provocherà temperature più miti in Europa o gelerà le coste inglesi per il mancato afflusso della Corrente. L'uomo ha sempre cercato di spiegare gli intimi meccanismi dei fenomeni naturali - chi non ricorda i molti De rerum natura scritti nell'età classica? - ma un conto è cercare di spiegare dei fenomeni, un altro diventare dei saccenti dispensatori di teorie quando non si hanno i mezzi per farlo. Notiamo che il mutamento del clima non viene assolutamente negato: sarebbe troppo. Il problema è stabilirne le cause e - siccome nessuno ha sufficienti mezzi per provare la propria tesi - la scienza non ha una voce univoca e certa sul mutamento climatico: afferma che ci sono ipotesi molto fondate, ma non può spingersi oltre. I modelli matematici per lo studio del clima sono estremamente complessi e pieni d'incognite: eventi stocastici (ossia imprevedibili ed estremi) li attraversano, che in matematica conducono ad intervalli dove una funzione è indeterminata. Questa è la principale ragione che "pesa" sull'incertezza scientifica. Per tacitare le molte critiche, potremmo firmare un bel protocollo internazionale nel quale c'impegniamo a ridurre le emissioni dannose: come lo chiamiamo? Sì, Kyoto, suona bene, ricorda i ciliegi in fiore del Giappone: anche l'orecchio vuole la sua parte. Eppure, nonostante l'evidenza di questi inverni oramai "inglesi" anche nell'Europa Centrale, malgrado la crescente desertificazione del Sud europeo, sorvolando allegramente sul fatto che un uragano per la prima volta ha colpito l'Europa, si continua come se nulla fosse a fare previsioni. Addirittura, pochi giorni or sono, l'INPS ha comunicato che - grazie allo "scalone" di Maroni - i conti dell'Istituto sono "a posto" fino al 2050. Ora, se ci fosse una persona su questo pianeta in grado di prevedere cosa capiterà fra 43 anni, credo che dovremmo nominarlo dittatore mondiale ed accettare qualsiasi sua decisione. Allo stesso modo, la TAV sarebbe necessaria "per assorbire i volumi di traffico previsti fra il 2020 ed il 2025": e per quelli del 2019 e del 2026? Ma siamo seri. Sembra quasi che i Soloni della scienza e dell'economia si disputino il trono che fu dei profeti: se Malachia - vescovo di Armagh nel IX secolo - ci lasciò un azzeccato epitaffio per ogni papa fino a quelli del nostro tempo, oppure se Nostradamus mescolò in un rompicapo enigmistico le sue Centurie, noi - illuministi e razionalisti - non vogliamo essere da meno. La scienza diventa dunque un'altra volta dogma, poiché torna nuovamente a distribuire affermazioni certe quando non ha i mezzi per provarle compiutamente. Noi poveri dementi - che non siamo dotati del crisma della profezia - temiamo che ci stiano raccontando un sacco di balle e lo affermiamo: più del 50% degli italiani - quelli ignoranti, ovviamente, e senza "terzo occhio" - considerano il problema energetico ed i conseguenti risvolti sul clima come la principale priorità che le classi politiche dovrebbero affrontare: lo dicono metà degli italiani, non sarebbe l'ora di chiedersi se sono proprio un branco d'imbecilli? Ah dimenticavo: fra coloro che non sono dotati del sacro dono della preveggenza e che hanno lanciato un forte allarme per la situazione c'è anche Rubbia, premio Nobel per la Fisica. Tanto per non "ficcarlo" d'autorità in mezzo a noi poveri creduloni.
Adesso "è passata la nuttata": verrà un po' di freddo, forse la neve, e ci dimenticheremo in fretta del vortice di Kyrill, del primo uragano che si è abbattuto sull'Europa Carlo Bertani
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[1] Fonte: ANSA Commenti
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scritto da Bob, gennaio 24, 2007 Che coincidenza! Vi volevo suggerire caldamente quest'articolo... mi avete preceduto. Ecco i primi segnali (consistenti) di una politica sconsiderata che non ha tenuto, ne tiene, minimamente conto degli effetti delle emissioni e di altre forme di inquinamento. Cari amici del CO2, vogliamo ancora andare avanti così? Cosa serve ancora per capire che siamo totalmente fuori strada? Un caro saluto a tutti |
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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 24 gennaio 2007 ) |