L'Europea boccia la politica eco-energetica dell'Italia
Scritto da Luca   
luned́ 15 gennaio 2007

inquinamento2_n Fonte: www.guidasicilia.it

 Sistemare la situazione comunitaria ambientale è un fatto che non riguarda soltanto il vivere della popolazione europea ma anche l'aspetto economico, quindi bisogna, al più presto, adottare politiche energetiche nuove e sostenibili. Per questo, facendo il punto sulle politiche eco-energetiche dei paesi membri, l'Ue ha dovuto bocciare quella italiana.
''Nonostante la forte crescita in settori come l'eolico, il biogas e il biodiesel, l'Italia è lontana dagli obiettivi definiti sia a livello nazionale che europeo''. E' quanto si legge nel documento presentato in questi giorni a Bruxelles dalla Commissione Europea insieme al pacchetto sulla politica energetica.
''Diversi fattori contribuiscono a questa situazione - continua il testo - in primo luogo c'è un grande elemento di incertezza dovuto alle recenti ambiguità e cambiamenti politici nel definire la politica attuale''. In secondo luogo, sottolinea la Commissione, ''ci sono vincoli amministrativi come le complesse procedure di autorizzazione a livello locale'', e infine ''ci sono barriere finanziarie come gli alti costi di connessione alla rete''. Per tutti questi motivi - sottolinea Bruxelles - l'Italia fa registrare ancora dei ritardi molto forti.
Secondo la normativa europea l'Italia deve arrivare al 25% di elettricità prodotta dalle rinnovabili entro il 2010.

Le misure annunciate - La Commissione Europea ha presentato l'annunciato pacchetto di misure sulla politica energetica e ha proposto la riduzione di almeno il 20 per cento entro il 2020 delle emissioni di gas serra dei Ventisette

Commissione è convinta che quando un accordo internazionale sarà raggiunto sul dopo 2012, questo porterà a un taglio delle emissioni del 30 per cento entro il 2020 da parte dei Paesi industrializzati''.
Il Commissario Ue all'Energia Andris Piebalgs ha continuato: ''Se prendiamo le giuste decisioni adesso l'Europa può guidare il mondo verso una nuova rivoluzione industriale: lo sviluppo di un'economia a basse emissioni di carbonio''. Il cambiamento climatico ''è una delle più gravi minacce al nostro pianeta'', ha aggiunto il Commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas.


Dimas ha quindi fatto appello al resto dei Paesi industrializzati affinché seguano l'esempio europeo e ''accelerino il progresso verso un accordo internazionale sulla riduzione delle emissioni globali''.

Più fonti rinnovabili - Tra le sue proposte la Commissione indica anche gli obiettivi per l'incremento delle fonti rinnovabili e i carburanti verdi. L'obiettivo vincolante suggerito da Bruxelles è di arrivare entro il 2020 al 20 per cento di energia pulita e al 10 per cento di biocarburanti. Il pacchetto varato dalla Commissione ha comunque davanti a sé ancora un lungo percorso. Sarà prima discusso al consiglio europeo di primavera, poi la Commissione presenterà proposte legislative per dare il via alla realizzazione della tabella di marcia per raggiungere gli obiettivi giuridicamente vincolanti e infine i singoli stati membri avranno la possibilità di varare specifici provvedimenti per comporre il proprio mix di energie rinnovabili più adatto alla loro situazione.

Il presidente Barroso ''agnostico'' sul nucleare - Sulla possibilità di una maggiore apertura al nucleare, la Commissione Europea non si pronuncia, ed ancora una volta lascia la parola agli stati membri, soli competenti in materia d'energia. ''Nell'Europa a 27, il nucleare rappresenta il 31% della produzione di elettricità - ha precisato il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Durao Barroso - noi non prendiamo posizione. Ci limitiamo ai fatti. Agli stati membri decidere cosa fare in materia''. Ancora una volta Barroso assicura che ''per il nucleare la Commissione Europea resta agnostica. Quel che è importante è avanzare verso un'economia meno dipendente dal carbone. E pensiamo di aver presentato in questo senso obiettivi importanti''.

Reazioni contrastanti - Le prime reazioni alle proposte di Bruxelles sono state contrastanti. Critici gli ambientalisti. ''Le misure previste - afferma il direttore di Legambiente Francesco Ferrante - sono decisamente poco ambiziose oltre che espressione di una politica del doppio binario nella lotta contro i cambiamenti climatici che rischia di trascinare l'Europa in un burrone. Una linea a dir poco bizzarra se si considera l'allarme lanciato quasi una settimana fa con lo studio sulle conseguenze dell'inquinamento da CO2''. Ferrante lamenta quindi il fatto che il pacchetto è ''frutto di un compromesso tra il Commissario all'Ambiente, Stavros Dimas, che proponeva una riduzione del 30% di emissioni di gas serra (rispetto al 1990) e il Commissario all'Industria, Günter Verheugen, che proponeva un misero 15%''.
Soddisfatte invece le associazioni degli agricoltori Cia e Coldiretti che sottolineano l'importanza dello stimolo alla diffusione dei biocarburanti.

Greenpeace: ''Il ritardo dell'Italia non è una novità'' - ''Che l'Italia sia in ritardo sulle rinnovabili non è una novità'', commenta Francesco Tedesco, responsabile energia e clima di Greenpeace. Pur apprezzando un primo tentativo fatto dal governo all'interno della Finanziaria per tagliare gli incentivi alle fonti assimilate e proporre una prima serie di misure a favore di efficienza energetica e rinnovabili, Greenpeace non manca di denunciare che tali misure sono ''largamente insufficienti''. L'Italia, infatti, non raggiungerà l'obiettivo europeo del 25% per cento di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2010 che lo stesso governo ha recepito nel proprio programma, ma del quale ad oggi non si hanno notizie. Secondo Greenpeace ''occorre almeno raddoppiare da subito gli obblighi di produzione di elettricità da fonti rinnovabili per i distributori di elettricità ed eliminare una volta per tutte il 'tetto' agli incentivi per l'energia solare attraverso il 'Conto Energia', strumento attualmente in fase di ridefinizione''. ''Il governo, e in particolare il ministro allo Sviluppo economico Pierluigi Bersani - conclude Tedesco - anziché promuovere il carbone, deve dare garanzie per recuperare il terreno perduto sul fronte delle rinnovabili'' afferma Tedesco.

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Ultimo aggiornamento ( luned́ 15 gennaio 2007 )