Comieco e i criteri di riciclabilità: i passi del gambero? |
Scritto da Redazione
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mercoledì 03 marzo 2021 |
http://www.zerowasteitaly.org/lettera-aperta-a-comieco/?fbclid=IwAR3k4UW9lUHjkq-40GHpMU7ctUMOv8M5TqPyAgy50E15tvV8ZznxrURTnuY
"Occorre cambiare i criteri di riciclabilità dei materiali a prevalenza cellulosica: stanno quasi tutti diventando poliaccoppiati che nel riciclo producono scarti di pulper"
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Occorre cambiare i criteri di riciclabilità dei materiali a
prevalenza cellulosica: stanno quasi tutti diventando poliaccoppiati che
nel riciclo producono scarti di pulper ...."
Occorre cambiare i criteri di riciclabilità dei materiali a
prevalenza cellulosica: stanno quasi tutti diventando poliaccoppiati che
nel riciclo producono scarti di pulper
Si chiama ATICELCA 501 (da Associazione Tecnica Italiana Cellulosa e
Carta) approvato nel 2019 e rappresenta la modalità per valutare i
livelli di riciclabilità degli imballaggi a prevalenza in carta. Esso
prevede classificazioni definite A+ quando l’imballaggio non produce più
di 1,5% di impurità nel riciclo, A quando produce fino al 10% di
impurità, B, quando produce fino al 20% di impurità, C, quando produce
fino al 40% di impurità. In pratica, a parte la prima classificazione
tutte le altre ci pongono di fronte a dei “polimateriali” o a degli
“accoppiati” soprattutto con plastiche. Cosa succede? Quando questi
materiali vanno differenziati con la carta, nelle operazioni di riciclo,
i maceri derivanti producono uno scarto plastico che va a formare lo
scarto di pulper che nell’area della piana di Lucca (tra Capannori e
Lucca) che assorbe circa il 40% di tutti i maceri italiani, produce
circa 100.000 tonnellate di questo scarto.
OCCORRE MODIFICARE QUESTI
CRITERI, in quanto essi appaiono troppo permissivi a produrre imballaggi
che quasi fino a metà della loro composizione producono scarti plastici
per i quali l’industria cartaria (incredibilmente responsabile per aver
approvato i criteri di cui sopra) invoca gli inceneritori. CHE SIA IL
COMIECO A FARSI CARICO DI QUESTA REVISIONE per evitare che l’attuale
passaggio da parte di molte imprese dall’utilizzo di imballaggi plastici
ad imballaggi a prevalenza cellulosica non significa passare di nuovo
da plastica a…plastica! SI ABOLISCA almeno la “fascia C” (vedi
imballaggi del tipo biscotti Balocco) di fatto praticamente in plastica
ma che può essere conferito nella raccolta differenziata della carta. Ma
anche molti imballaggi cellulosici che il Centro Ricerca RZ di
Capannori sta studiando in particolare per quanto riguarda gli
imballaggi per frutta appaiono del tutto fuorvianti in quanto mentre
all’esterno risultano in cartoncino all’interno sono rivestite in
polietilene (PE) provocando almeno il 20% del peso in scarto. Passare
dagli imballaggi in plastica ad imballaggi in carta…plastificata E’
INACCETTABILE!Mentre tutto questo avviene, che dire poi di imballaggi
misti carta e plastica come quelli adoperati da Pasta Rummo, Tortellini
Rana, Emiliane Barilla ed addirittura da marche del biologico come Alce
Nero che devono essere conferiti nell’indifferenziato? Dov’è la
Responsabilità Estesa del Produttore? Non è più accettabile questa
“esternalizzazione” dei costi ambientali! Nonostante l’evidente iniquità
di questo i Governi che si succedono si occupano d’altro, salvo
parlare…di “sostenibilità”. BASTA RETORICA E FALSITA’! Occorre una
svolta vera. Poichè ormai i cittadini italiani hanno imparato la
raccolta differenziata, anche le aziende devono fare la loro parte.
Presto il Centro Ricerca RZ di Capannori e Zero Waste Italy
intraprenderanno iniziative clamorose come rispedire al mittente questi
imballaggi. A meno che non si apra un tavolo vero.
Rossano Ercolini
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