La geotermia fa male!
Scritto da msirca   
luned́ 20 novembre 2017

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«Ecco i numeri dei tumori sull’Amiata»

Barocci (Sos geotermia) a Regione e Asl: «Non servono altri studi: dai dati dell’Ars non si poteva autorizzare Bagnore 4»

di Francesca Ferri

 

GROSSETO. «Fino a ieri Asl e Ars hanno detto che i dati sanitari emergenti dello Studio Ars-Cnr in Amiata erano tranquillizzanti e che non c’erano problemi sanitari collegabili alla geotermia. Sulla base delle loro affermazioni tranquillizzanti gli amministratori regionali e i sindaci hanno autorizzato il raddoppio delle emissioni».

È un fiume in piena Roberto Barocci, del Forum ambientalista di Grosseto e Sos geotermia, da anni impegnato per accertare gli effetti dello sfruttamento geotermico dell’Amiata sulla salute della popolazione. Per Barocci questo tipo di energia non ovunque è da considerarsi pulita. Non lo sarebbe sull’Amiata, dove le centrali rilasciano in atmosfera anche molte sostanze cancerogere. Barocci da anni pungola gli amministratori perché tengano nella dovuta considerazione i dati sulla maggiore mortalità per certi tumori in Amiata, ma nonostante i dati parlino chiaro, Regione e Asl, e quindi i sindaci, hanno sempre ribadito che non c’è da preoccuparsi.

Ieri invece la Regione e l’Asl, chiamate la prima a rilasciare le autorizzazioni per la costruzione delle centrali e la seconda a monitorare la salute dei cittadini, hanno dichiarato che gli studi condotti fino ad oggi (il più importante dei quali è quello dell’Ars del 2010, aggiornato nel 2013, sugli anni 2000-2006) presentano criticità e lacune nella metodologia e hanno annunciato la costituzione di un Osservatorio permanente per la popolazione dei comuni geotermici.

Nel frattempo, però, la Regione ha autorizzato la costruzione di una nuova centrale (Bagnore 4 di Enel green power) con cui la potenza installata sull’Amiata viene praticamente raddoppiata e con essa potrebbe aumentare anche l’acido solfidrico e il mercurio immessi in atmosfera. Nonostante l’impianto di abbattimento Amis infatti la Regione permette che una centrale geotermica possa rilasciare in atmosfera come limite massimo 3 chili all’ora di acido solfidrico e 2 grammi all’ora di mercurio. In quest’ultimo caso farebbero, in un anno, 17 chili e 520 grammi.

Barocci indica, punto per punto, nelle pagine dello studio dell’Ars del 2010, i dati che dimostrano che in Amiata c’è una correlazione statisticamente significativa tra l’aumento di certi tumori (e altre malattie) e l’esposizione a sostanze quali, appunto, il mercurio, l’acido solfidrico, e poi il boro e l’arsenico. Di queste relazioni l’Ars ne ha riscontrate ben 54. I numeri sono agghiaccianti.

Ad esempio, in comuni con valori crescenti di mercurio nell’aria, l’Ars registra negli uomini un eccesso di rischio di ammalarsi di tutti i tumori del 32% rispetto ai comuni dove le concentrazioni sono minori; dove il mercurio nell’aria è più elevato, il rischio sale al 46%. Per l’arsenico nell’acqua di superficie, in Amiata i maschi rischiano di ammalarsi di tumore il 29% in più rispetto ai maschi che vivono in ambienti più sani. Per il mercurio nell’aria, la percentuale di rischio di contrarre un tumore alla trachea, sempre nei maschi, sale addirittura al 59%. A volerla vedere in termini numerici, si tratta di centinaia di morti in più: ad esempio, solo per il mercurio, l’Ars riporta il dato di 333 morti nei comuni con valori di mercurio più alti, rispetto ai 195 morti dei comuni con valori di mercurio più bassi. Eppure, spiega Barocci, la conferenza dei servizi che a settembre 2012 ha dato il via alla costruzione di Bagnore 4 a proposito dell’impatto sanitario scrive, nero su bianco, che le mappe di ricaduta ad esempio dell’acido solfidrico «allo stato attuale delle conoscenze non hanno alcun significativo impatto sanitario».

«Solo dopo il raddoppio autorizzato – spiega Barocci – assistiamo a quattro fatti: primo, la giunta regionale dice che in Amiata non si faranno più centrali a tecnologie flash (come Bagnore 4, ndr). Secondo, Ars e Asl ora dicono che in Amiata ci sono seri problemi alla salute. Terzo, sempre Ars e Asl dicono che ci dovranno essere altri studi molto più accurati per capire quali siano le cause dell’eccesso di mortalità. Quarto, Ars e Asl dicono che possono incidere negli eccessi di mortalità gli stili di vita, le attività lavorative in miniera e fattori genetici, ma stranamente escludono le emissioni geotermiche senza alcuna documentazione o ricerca che possa sostenerlo».

Secondo Barocci, «fintanto che non sarà prodotto un altro studio da un altro gruppo qualificato – almeno come lo è stato quello che ha prodotto lo Studio Ars-Cnr del 2010 – rimane valido lo Studio del 2010 sulla base del quale non si poteva autorizzare un raddoppio delle emissioni. E fintanto che non sarà

prodotto un altro studio sugli stili di vita come quello del dottor Voller del 2013, non si parli di diversi stili di vita o di lavoro in miniera o di fattori genetici, senza documentazione e tra paesi distanti pochi chilometri, aventi la stessa storia culturale e sociale, perché non è serio».
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