http://www.territorialmente.it/2016/05/senza-la-gentenon-si-decide-niente/
... Il popolo del no all’inceneritore ha imposto
alla sonnecchiosa agenda fiorentina la questione più alta della
democrazia moderna: il rapporto tra verità scientifica e decisione
politica, la possibilità dei cittadini di accedere alla prima e
partecipare alla seconda.,,,,
“Senza la gente/non si decide niente”
la battaglia delle mamme del no e l’occasione di tornare a far politica
di Tomaso Montanari, Repubblica Firenze, 20 maggio.
“Senza la gente/non si decide niente”: è questo il messaggio più
forte della mobilitazione di sabato scorso contro l’inceneritore di Case
Passerini. Queste parole sono risuonate dalle estreme periferie fino al
centro del potere e del marketing di Firenze.
E qui la ‘gente’ – non i turisti, ma i cittadini – è tornata per
qualche ora visibile, la quinta di plastica del turismo è ridiventata
una città vera, con tutte le sue fratture e contraddizioni.
Il senso del messaggio trascende perfino il suo scopo immediato: che è
la battaglia delle Mamme No Inceneritore e dei Comitati della Piana
contro quella che, anche a me, pare una follia: fare un inceneritore
mentre tutto il mondo avanzato cerca altre strade.
Ma anche chi fosse entusiasta dell’incenerimento dei rifiuti avrebbe
più di un motivo per ascoltare con attenzione quello slogan: <Senza
la gente /non si decide niente>.
In un momento in cui l’astensione – e più in generale il disimpegno,
la disillusione, la depressione politica – è (dovrebbe essere) il
principale cruccio di chi governa, migliaia di cittadini marciano
chiedendo partecipazione: un fortissimo atto di fede nella vitalità
della politica.
E, invece, la tentazione dei decisori politici è quella di liquidare
il corteo come antipolitica, come protesta sterile, come frutto della
sindrome nimby (“not in my backyard” “non nel mio cortile”). Ma proviamo
a sciogliere nimby in un altro modo “not in my body”.
Chi ha sfilato sabato rivendicava la sovranità innanzitutto sul
proprio corpo: cioè il diritto di partecipare a decisioni che potranno
modificare, e perfino distruggere, la salute.
Ora, da sempre la conquista della sovranità sul proprio corpo è il
primo passo vero la costruzione di un cittadinanza piena, di una
partecipazione sostanziale: quella per cui “senza la gente/non si decide
niente”.
Questo capitale politico, questo popolo che chiede di contare deve
poter trovare interlocutori all’altezza: una classe politica capace di
costruire processi di partecipazione vera, e non imbarazzanti simulacri
(come i Cento Luoghi). E capace di dire le cose come stanno: fornendo a
tutti i cittadini gli strumenti informativi e culturali indispensabili
per farsi un’opinione. Il popolo del no all’inceneritore ha imposto
alla sonnecchiosa agenda fiorentina la questione più alta della
democrazia moderna: il rapporto tra verità scientifica e decisione
politica, la possibilità dei cittadini di accedere alla prima e
partecipare alla seconda.
Se la risposta dell’amministrazione continuerà ad essere: “abbiamo
già deciso”, non solo si andrà ad una stagione di scontri frontali assai
pericolosi, ma si perderà I’occasione forse più importante per tornare a
fare politica sul serio.
È quel che chiede l’articolo 3 della Costituzione: “E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono …l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese”.
Tradotto: “senza la gente /non si decide niente”.
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