Dopo la manifestazione del 14 Maggio: riflessioni e proposte
Scritto da Redazione   
venerd́ 20 maggio 2016

 (da un militante storico che ha "le parole per dirlo". Questo è il documento intero da cui abbiamo tratto il commento alla foto della Manifestazione. Grazie Fabrizio Bertini)

  *Una serpeggiante responsabilità collettiva.  Una nuova generazione dove si è contemporaneamente abitanti e militanti, militanti ed abitanti. Una bella  energia che attraversa i corpi degli abitanti e che, come fa la vita con il proprio ambiente fisico, si oppone al disordine e all’ entropia dell’ economia politica globale e dei suoi nefasti e nocivi sistemi tecnologici ed organizzativi. Ai bordi della piana Pistoia Prato Firenze, mi piacerebbe che ci sentissimo insieme dentro un processo evolutivo e ben piantati dentro una trasformazione possibile. Questo movimento no inceneritori e per rifiuti zero è un movimento che  inizia nel 1996. Vent’ anni. Coordinamenti, manifestazioni, presidi, Rete nazionale dei comitati Rifiuti Zero, carta di Acerra che quella rete ha costituito, carta internazionale di Napoli. E tante battaglie, alcune vinte, anche qui in Toscana : progetti di inceneritori che  abbiamo bloccato, per esempio. Dovremmo ora, se ne siamo capaci, sfuggire alla contrapposizione sempre in agguato tra processi già sedimentati e processi nuovi che incalzano.....


 

(leggette tutto Smile)

 

TUTTO APPARE POSSIBILE IN MAGGIO

*Abitanti a piede libero.  Tantissimi, allegri, dissacranti, ironici, determinati.  In molte delle altre manifestazioni sulla questione rifiuti e sul NO all’ incenerimento, nella piana Firenze Prato Pistoia e in Toscana, siamo state/i in tante/i. Ma il 14 maggio c’è stato qualcosa di più. Come se finalmente gli effetti  insostenibili delle politiche neoliberiste - declinate qui da noi  dall’ arrogante  cialtroneria di Renzi e dei suoi spesso esilaranti ministri peraltro travolti da un efficientismo del fare costi quel che costi e guidati  dalla volontà  di riportare  le decisioni al centro, fottendosene dei territori e delle amministrazioni locali - avessero dato il via ad un processo di liberazione, anche dalle proprie storie e dai propri intimi tentennamenti.  14 maggio come manifestazione degli abitanti a piede libero, ora consapevoli di voler dire la loro, di voler contare, di poter gridare No  ai comandamenti neoliberisti,  ad una sinistra solo nominalistica, al PD di ieri e di oggi.  Se fossimo capaci di ironia fino in fondo, dovremmo ringraziare Renzi  perché sta mostrando  in modo semplice  e perfino  banale i processi di disgregazione sociale e di espropriazione in atto, perché ha nei fatti innescato una presa di coscienza diffusa. Le mamme no inceneritori e i militanti dell’ assemblea della piana hanno saputo interpretare magnificamente questo sentimento latente,  mettendoci un ardore  disincantato e una costanza che delineano una nuova generazione di attivisti.

*Una serpeggiante responsabilità collettiva.  Una nuova generazione dove si è contemporaneamente abitanti e militanti, militanti ed abitanti. Una bella  energia che attraversa i corpi degli abitanti e che, come fa la vita con il proprio ambiente fisico, si oppone al disordine e all’ entropia dell’ economia politica globale e dei suoi nefasti e nocivi sistemi tecnologici ed organizzativi. Ai bordi della piana Pistoia Prato Firenze, mi piacerebbe che ci sentissimo insieme dentro un processo evolutivo e ben piantati dentro una trasformazione possibile. Questo movimento no inceneritori e per rifiuti zero è un movimento che  inizia nel 1996. Vent’ anni. Coordinamenti, manifestazioni, presidi, Rete nazionale dei comitati Rifiuti Zero, carta di Acerra che quella rete ha costituito, carta internazionale di Napoli. E tante battaglie, alcune vinte, anche qui in Toscana : progetti di inceneritori che  abbiamo bloccato, per esempio. Dovremmo ora, se ne siamo capaci, sfuggire alla contrapposizione sempre in agguato tra processi già sedimentati e processi nuovi che incalzano. La logica evolutiva aiuta a sfuggire a questa deleteria contrapposizione. Dovremmo   pensarci come un organismo comune ma differenziato al proprio interno, che non lavora per ridursi all’ unità – fossero anche  soluzioni impacchettate per alternative  non più discutibili – ma che accoglie le differenze, che usa un pensiero critico e al tempo stesso pragmatico. Il 14 maggio consegna  a tutte/i noi abitanti della Piana FIPOPT e del medio Valdarno una calda e magica responsabilità. Una responsabilità che crea relazioni sociali ed umane, ben piantata nel territorio che ci ospita. Un territorio da difendere e da far evolvere secondo le multiforme coerenze che la storia ecologica e la storia antropica della piana Firenze, Prato, Pistoia ci consegnano.

Tutte  cose ovviamente da discutere insieme, collettivamente, a partire da domenica 29 maggio. Da parte mia mi piacerebbe che mettessimo in primo piano  alcuni punti, forse solo perché sono i punti che più mi corrispondono, ben oltre le mie scarse possibilità.

1) La manifestazione del 14 maggio ha sancito  la sovranità  sul proprio corpo da parte di ogni donna e di ogni uomo. L’ ha scritto con molta efficacia Tomaso Montanari coniando l’ azzeccato  Not in My Body. Potrebbe essere non banale declinare   nella attualità  abitata da aggressioni e nocività, l’ Habeas Corpus quale imprescrittibile sovranità sul corpo e sulla mente dell’ animale uomo, inserendola nella relazione uomo-donna/natura/società. E quindi pensando il territorio come demanialità civica, come common della contemporaneità, quale insieme relazionale  di “ usi civici delle comunità locali come abitudini, costumi, tradizioni, modi e tipi di produzione locali, dalle sementi all’ impiego dell’ acqua, dalla casa alla salute, dalle sistemazioni delle terre agrarie, al governo del bosco, in sintesi nel modo di costruire ambiente secondo una geografia mentale”(Roberto Cattaruzza, “Favole Partigiane” CDP).Secondo una geografia mentale  opposta a quella del pensiero unico del libero mercato e dei suoi dogmi.

2) La costituzione del presidio comune quale luogo di difesa del territorio e di chi ci vive, di resistenza:  un luogo non identitario ma multiforme. E contemporaneamente un luogo di ascolto, di relazione e di evoluzione per tutte/i noi. Ci saranno un casino di cose da fare, ci sarà chi può dare di più e chi meno, ma ognuno dovrebbe avere voce. Il presidio dovrebbe anche essere luogo scambiatore, tra chi lo frequenta, ma anche con le altre mobilitazioni o gli altri problemi nella piana e fuori di essa : comitati di Montale, Pistoia, Casale, Baciacavallo, Valdisieve, comitati No aeroporto, altre realtà Toscane e non solo, la bella e fondante esperienza di lotta e di progettualità di Mondeggi e i nuovi contadini disseminati per i territori della Toscana, le lotte per la casa, il movimento per l’ acqua pubblica, i comitati NO attraversamento TAV, il Biodistretto del Montalbano. Il presidio come ripotenziamento delle diverse realtà, capace di sfuggire alla trappola che ci stanno probabilmente già apparecchiando : trasformare questo conflitto denso di Not in My Body e di nuove progettualità in una questione di ordine pubblico.

3)  le modalità di gestione dei rifiuti e dei residui basate sul riutilizzo, riciclaggio, compostaggio : Rifiuti Zero per la Piana (la composizione dei residui e l’ origine della produzione dei rifiuti non sono identiche ovunque, questione dei rifiuti commerciali, artigianali, rifiuti  industriali assimilabili agli urbani);

4) Aspetti economico-finanziari, flussi monetari e appropriazione delle rendite nel ciclo dei rifiuti  e  nelle multiutilities  acqua, gas, rifiuti, energia. Quale denaro si scambia con gli inceneritori e con la gestione dei rifiuti, compreso il loro  riciclaggio?

 

 

 

5) La Piana FIPOPT dovrebbe essere intesa come un soggetto territoriale fondante anche nel rapporto di relazioni trasversali con le acque e con l’ Appennino e il Montalbano, dove proporre e costituire un progetto altro : parco della piana  fatto proprio e gestito  dagli abitanti, agricoltura organica, boschi  di pianura, orti collettivi, nuove economie e microeconomie non del lusso ma di una ricca sussistenza, in collegamento  con quanti hanno già lavorato su queste tematiche.  Costruire nel tempo gli Stati Generali della Piana FirenzePratoPistoia ?

Chi in cento battaglie riporta cento vittorie, non è il più abile in assoluto; al contrario, chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell’avversario, è il più abile in assoluto.(Sun Tzu, “L’ arte della guerra”)

 

(*) Abitanti a piede libero è il nome di un gruppo attivo per un certo tempo nel territorio pistoiese, che aveva nei propri intenti la crescita consapevole degli abitanti in lotta. Rubo volentieri la frase e il concetto.

 

fabrizio bertini

 
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Ultimo aggiornamento ( marted́ 24 maggio 2016 )