La food valley-pattumiera e gli ipocriti industriali del parmigiano e del culatello...
Scritto da msirca   
giovedì 28 maggio 2015
L'onore e la coscienza inghiottiti da una lubrica avidità e altrettanto indecente piacere di leccare il cu.. ai potenti. Le mani imbrattate di merda, ma i soldi non puzzano... (msirca)

a Parma.

Lo “sblocca Italia” renziano  ( art.35) consente di bruciare rifiuti da qualunque parte provenienti

 

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Inviato: mercoledì 27 maggio 2015 07:35
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Oggetto: [Rete NoInc] Inceneritore di Parma, il silenzio dei colpevoli

 

 

Inceneritore di Parma, il silenzio dei colpevoli

Quando il potere ammutolisce

 

La food valley-pattumiera non è il miglior biglietto da visita per una terra che mostra fiera al mondo le sue creature, scolpite in qualità e gusto sopraffini.

Un angolo di paradiso dove il cibo ha sempre accompagnato il passo dell'homo sapiens seguendone anche l'evoluzione, fino a diventare la terra stessa del cibo, madre fertile di sapori e saperi unici nel pianeta.

Che altro sono altrimenti le iperboli alimentari note in tutto il mondo con il loro nome italianissimo che già nel suono rianima i palati e stilla le acquoline?

E' una musica alta.

Culatello di Zibello, Salame di Felino, Spalla Cotta di San Secondo, Prosciutto di Parma...

Possenti sinfonie che ammaliano e fanno sedere a tavola con la gioia nel cuore.

Un inceneritore che doveva servire a rendere autonomo il territorio provinciale, improvvisamente cambia vestito e con un gioco svelto si trasforma con una nera magia in un divoratore di veleni, in arrivo da mezzo mondo.

Il patto con il territorio era chiaro: altre soluzioni non esistono, i nostri scarti sta noi gestirceli e, mai e poi mai, verrà dato il via libera a rifiuti stranieri.

Impegni stracciati, vilipesi, ridicolizzati.

E un futuro completamente cambiato, senza batter ciglio, senza nulla domandare.

Io Golia metto i piedi sulla vostra terra minuscola e vi schiaccio e vi sfrutto secondo i “miei” scopi ed interessi, e nulla mi importa dei patti sottoscritti.

Cancello ogni pagina del passato per imporre il mio futuro, fatto di business e di bilanci, per arricchire gli azionisti, che annusano solo il profumo dei soldi, senza degnare di attenzione gli altri profumi, quelli veri e benefici.

Il pugno di ferro sta per scagliarsi e pare trovare difese di burro.

Non vola una mosca, non stormiscono nemmeno le fronde, tutto tace.

Tacciono gli industriali che sullo scrigno alimentare hanno costruito la loro ricchezza, tacciono i consorzi che difendono (?) l'unicità dei prodotti del territorio, tacciono i poteri.

Tacciono i sindacati, tacciono i partiti che hanno prodotto lo scempio nel 2008 e oggi di vergognano di quanto sta accadendo per merito loro, tacciono le chiese che ogni volta si girano dall'altra parte se l'argomento è troppo vicino ai potentati.

E' un silenzio surreale che questa volta pare incomprensibile ma anche inaccettabile.

Possibile che chi produce secondo la Carta di Milano, a poche centinaia di metri dal camino, taccia?

Possibile che si creda davvero nella finzione “Tout va très bien madame la Marquise”?

Noi non ci possiamo credere, perché sarebbe infantile pensarlo.

Attendiamo il fuoco ardente dell'orgoglio ferito alzare immani, ardenti fiamme.

A meno che sul ponte sventoli già bandiera bianca.

 

Aldo Caffagnini

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