New York (si, La Grande Mela!) farà la raccolta separata dell'umido!
Scritto da msirca   
mercoledì 26 giugno 2013

(da e-gazette, certo che avere dei Sindaci di destra così anche da noi ...)

L’obbligo di separare i rifiuti organici è già in vigore in decine di città più piccole degli Stati Uniti, ma nella grande mela si è sempre pensato che difficilmente tale politica avrebbe avuto successo a causa dell’elevata densità della popolazione

da e-gazette, certo che avere dei Sindaci di destra così anche da noi ...
 
Saluti
Marco Caldiroli
 

L’obbligo di separare i rifiuti organici è già in vigore in decine di città più piccole degli Stati Uniti, ma nella grande mela si è sempre pensato che difficilmente tale politica avrebbe avuto successo a causa dell’elevata densità della popolazione

Prima di abbandonare la poltrona di sindaco di New York, Michael Bloomberg ha intenzione di portare avanti una nuova battaglia: dopo la sfida al fumo, alle bibite extra large e la costruzione del programma di bike sharing più vasto d’America, vuole convincere i newyorkesi a separare i rifiuti organici – il cosiddetto umido – dal resto della spazzatura. L’obiettivo è costruire un impianto per trasformare i rifiuti in biogas e utilizzarlo per la produzione di energia elettrica.
L’obbligo di separare i rifiuti organici è già in vigore in decine di città più piccole degli Stati Uniti, come Seattle e San Francisco, ma a New York si è sempre pensato che difficilmente tale politica avrebbe avuto successo a causa della sua elevata densità.
Inaspettatamente, invece, un progetto pilota sulla raccolta dell’umido ha visto un elevato livello di partecipazione, tanto che ora il sindaco vuole lanciare un ambizioso piano di raccolta in tutta la città.
L’amministrazione prevede di annunciare a breve l’accordo con un impianto di riciclo per la gestione di centomila tonnellate di scarti di cibo all’anno, una cifra pari a circa il 10% del totale dei rifiuti alimentari prodotti. Il programma per i cittadini sarà inizialmente volontario, ma i funzionari prevedono di renderlo obbligatorio nel giro di pochi anni.

 

Nel mirino anche i contenitori per il cibo. Il motivo? Sono impossibili da riciclare. La politica dell’amministrazione newyorchese si è data l’obiettivo di riciclare qualsiasi tipo di rifiuto

Michael Bloomberg entra di nuovo in azione e questa volta prende di mira i bicchieri di polistirolo. È solo questione di giorni, poi da marzo entrerà in vigore il divieto di vendita delle bibite gassate formato extralarge. Ma intanto il sindaco di New York ha trovato il tempo di iniziare un’altra delle sue crociate contro i bicchieri che contengono le bibite, o almeno contro un certo tipo: quelli bianchi da asporto che si trovano a ogni banco all’angolo della strada o nelle migliaia di punti di ristorazione in città.
Nel mirino dell’amministrazione non ci sono solo i bicchieri ma anche i contenitori per il cibo. Il motivo? Sono impossibili da riciclare. Un fatto che va contro la politica dell’amministrazione comunale che si è data l’obiettivo di riciclare qualsiasi tipo di rifiuto.
L’annuncio è stato fatto dalla stessa City Hall, la quale ha anticipato che nelle prossime settimane è pronta a svelare un nuovo piano per i rifiuti in città. “Stiamo studiando diverse novità nel nostro flusso di rifiuti, vogliamo essere sicuri che tutto sia riciclabile”, ha detto Ron Gonen, vice assessore per i Servizi sanitari.
Secondo quanto scrive il “New York Post”, lo scorso anno Bloomberg si è posto l’obiettivo di riciclare il 30% dell’immondizia domestica entro il 2017: attualmente il dato è oltre il 15% e il bando dei contenitori di polistirolo darebbe una grossa spinta a raggiungere il risultato.
New York non è la prima città ad andare in questa direzione. Infatti, lo hanno già fatto Seattle e Brookline nel Massachusetts. Tuttavia molti ristoratori e gestori di fast food non sembrano apprezzare l’idea, dopo il divieto delle bibite extralarge.

 

La quantità di tecnologia “verde” proposta da Axion International Holdings per l’opera consentirà di evitare l’uso di 30mila libbre (circa 13,6 tonnellate) di plastica  proveniente dalle discariche

Il dipartimento autostrade della Saint Lawrence County si affida a un materiale da costruzione realizzato con il 100% di plastica riciclata per completare le riparazioni al Dean road bridge, un ponte molto trafficato nello stato di New York. La quantità di tecnologia verde proposta da Axion international per quest’opera consentirà di evitare l’uso di 30mila libbre – circa 13,6 tonnellate – di plastica proveniente dalle discariche.
“È un buon investimento per noi, perché Struxure è impermeabile all’acqua e al sale, e non rallenta l’usura tipica dei materiali tradizionali”, osserva Toby Bogart, sovrintendente della società autostrade della contea. “Esperienze precedenti con questo materiale hanno dimostrato che è molto resistente, nonostante le avverse condizioni climatiche dello stato di New York”.
“C’è un forte ricorso negli Stati Uniti al ripristino e alla sostituzione di parti in ponti e altre infrastrutture con la plastica riciclata”, osserva il presidente di Axion e ceo Steve Silverman. Questi materiali sono particolarmente performanti “perché non si arrugginiscono, né si scheggiano o si sbriciolano, e non rilasciano neppure pericolose sostanze chimiche tossiche nell’ambiente”, assicura Silverman.
Sviluppato in collaborazione con un team di scienziati della Rutgers university del New Jersey, l’uso di questo materiale da costruzione di nuova generazione consente – secondo quanto sostiene l’impresa – una protezione più efficace anche da parassiti marini, graffiti e al degrado dettato dai raggi ultravioletti.

 

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