Interrogazione sull'impianto di Baciacavallo (PO) |
Scritto da Redazione | |
marted́ 09 aprile 2013 | |
Oggetto: Interrogazione orale urgente “In merito agli impatti ambientali e sulla salute dell’attività dell’impianto di depurazione di fanghi di Baciacavallo, nel Comune di Prato” Gruppo Consiliare Federazione della Sinistra-Verdi Firenze, 4 aprile 2013
Al Presidente del Consiglio Regionale Toscano SEDE Oggetto: Interrogazione orale urgente “In merito agli impatti ambientali e sulla salute dell’attività dell’impianto di depurazione di fanghi di Baciacavallo, nel Comune di Prato”
Ricordato Che nell’area di Baciacavallo, nel Comune di Prato – area sud ovest – opera ormai da molti anni un impianto di depurazione e incenerimento di fanghi civili e industriali gestito dalla società G.I.D.A a capitale pubblico privato Che nelle scorse settimane è stato presentato uno studio – realizzato dall’Università di Mestre – su commissione di associazioni ambientaliste e cittadini – su un campione di tre esemplari di pollame allevati nell’area limitrofa all’impianto in questione. Studio che avrebbe evidenziato – secondo anche quanto riportato dalla stampa – la presenza di sostanze altamente tossiche, fra cui diossine, policolorobifenili ed esaclorobenzene. Valori che, per quanto riguarda le diossine, sarebbero ben al di sopra dei limiti massimi consentiti dalle norme Considerato Che tali sostanze impattano pesantemente sull’insorgenza di gravissime numerose malattie, sulla flora, terreni e fauna locale e hanno inoltre potenziali gravi conseguenze quando – come nel caso – riguardano animali da cibo che quindi entrano nella catena alimentareChe – a quanto riportato dalla stampa – i dati riguardanti le suddette sostanze, in riferimento alle emissioni dell’impianto in questione nel periodo 2007 – 2012 certificati da Arpat sarebbero invece ben al di sotto dei limiti di legge e che le analisi sarebbero state effettuate secondo i dettami di legge. Che tale discrepanza - secondo quanto riportato dalla stampa relativamente alle contestazioni avanzate fra l’altro anche da comitati di cittadini e associazioni ambientaliste – risiederebbe nella metodologia usata per i rilevamenti, segnatamente in quanto per i dati Arpat si sarebbero prese in esame le emissioni e quindi non sarebbe possibile stabilire invece l’incidenza delle ricadute sul territorio circostante. Che precedenti studi sull’incidenza di alcune patologie per l’uomo nell’area circostante l’impianto – svolte negli anni scorsi – avrebbero evidenziato significative anomalie rispetto alle medie di insorgenza delle patologie medesime, ma che la ristrettezza delle indagini svolte – secondo alcuni dei soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda - avrebbe altresì reso poco attendibili tali studi. Che, in occasione di studi dall’Asl di Pistoia effettuati nel 2007 relativi agli impatti dell’inceneritore di Montale – ma che ha preso in considerazione un area su cui ricadeva anche i fumi dell’impianto di Baciacavallo – avrebbero rilevato superamenti dei limiti di legge, fra cui in pollame, delle concentrazioni di sostanze quali le diossine Considerato quindi Che lo svolgersi della vicenda in questione richieda – al fine di verificare attentamente lo stato della situazione in merito ai reali impatti ambientali e sulla salute dell’attività dell’impianto di Baciacavallo – in nome al principio di precauzione per quanto riguarda la tutela di salute ed ambiente – che si svolga finalmente una approfondita e completa analisi epidemiologica per quanto riguarda l’area dove insiste l’impianto in questione Sono ad interrogare la Giunta Regionale Per sapere: Quali informazioni abbia in merito ai risultati dello studio sul pollame tenuto dall’università di Mestre e quali azioni, conseguentemente,– per quanto di competenza – intenda mettere in atto in nome del principio di precauzione a tutela di salute e ambiente. Se non ritiene di attivarsi in ogni sede – per quanto di competenza – affinché venga realizzata una approfondita e completa indagine epidemiologica nell’area dove insiste l’impianto di Baciacavallo Se non ritiene che – in nome del già richiamato principio di precauzione – si debba procedere, in vista e fino alla conclusione dell’indagine epidemiologica, alla chiusura dell’impianto di Baciacavallo e, qualora le risultanze dell’indagine facessero emergere un quadro negativo per quanto riguarda la tutela di salute ed ambiente, di adoperarsi per la chiusura definitiva dell’impianto stesso. La Consigliera Monica Sgherri
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